Sul lago Ontario, al confine con il Canada, l’Agenzia Progetti Avanzati della Difesa degli Stati Uniti (DARPA) sta sperimentando la Guerra Aerea Automatica o Air Combat Evolution (ACE).
Gli Aerei, degli L-39 Albatros, di produzione Ceca, partono dal Niagara Falls International Airport sotto le insegne della United States Air Force.
Il progetto è gestito da un contractor ed è seguito a terra da tecnici che registrano le performance.
L’obiettivo di ACE, si legge sul sito del DARPA, è “implementare metodi per misurare, calibrare e aumentare le prestazioni di autonomia in combattimento”.
Il programma prevede l’applicazione tattica del combattimento aereo autonomo a scenari simulati a livelli operativi complessi, eterogenei, multiaerei, con acquisizione e gestione dati senza latenza, ponendo le basi per la futura sperimentazione del Mosaic Warfare dal vivo.
Il Mosaic Warfare è un’arte della guerra con approccio disgiunto e multidominio che si scosta fortemente dal modello di combattimento coordinato, uniforme. Si tratta di un modello rizomatico, più da guerriglia che da attacco diretto.
Il modello rende obsolete le armate fondate su portaerei e potenti caccia bombardieri, organizzate, verticalizzate, con un’unità di comando centralizzata.
Nel Mosaic warfare le piattaforme sono più piccole, gli aerei meno potenti e grandi, i missili sono più “rudimentali”, e comunque meno costosi. Sul campo ci sono molte più unità, distribuite a random e tele-guidate da apparati di calcolo intelligenti, e includono veicoli aerei senza pilota (UAV), veicoli sottomarini autonomi (AUV) o veicoli sottomarini senza pilota (UUV), veicoli terrestri senza pilota (UGV) e robot di terra.
Non si tratta di un avanzamento tecnologico. Non siamo nel mondo dell’HighTech di consumo, dove il cliente viene tenuto al laccio con la promessa di sempre maggiori prestazioni. Qui siamo nell’industria bellica, da sempre propedeutica all’industria vera a propria (vedi Internet), e ciò che si cerca è la produttività, l’efficienza, la macchina semplice da manovrare, e che, ad un costo accettabile, sostituisca il lavoro dell’uomo.
Non bisogna immaginare il Mosaic Warfare come lo hanno immaginato i registi di fantascienza degli anni Settanta. Qui si cerca di usare i piccoli droni giocattolo che si vendono al toy center come armi giocattolo in una guerra vera e propria.
Nell’industria e nella guerra si usano in modo massivo i prodotti più stupidi, più scarsi, più a buon mercato – tipo il napalm.
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