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Francia. Il Tribunale rifiuta l’ordine di espulsione per Georges Abdallah

Giovedì 10 febbraio, il Tribunale amministrativo di Parigi ha emesso la sua sentenza in cui respinge la richiesta di ordinare l’espulsione di Georges Abdallah dal territorio francese.

La domanda, presentata più di un anno fa dal suo avvocato Jean-Louis Chalanset, riguardava l’ordine di espulsione che attualmente condiziona la possibile liberazione di Georges Abdallah, comunista libanese e combattente della resistenza palestinese, detenuto in Francia dal 1984.

Nessuna disposizione legislativa o regolamentare, né alcun principio generale, impone al ministro dell’Interno di emettere un ordine di espulsione contro un cittadino straniero, che ancora in detenzione non costituisce una minaccia per l’ordine pubblico”, ha dichiarato il Tribunale nella sua decisione.

Non sono sorpreso”, ha affermato l’avvocato Jean-Louis Chalanset. “Ancora una volta, i poteri politici ed esecutivi impediscono la liberazione condizionata di Georges Ibrahim Abdallah. Finché non c’è la garanzia dell’espulsione, non possiamo presentare una nuova domanda di liberazione”, ha aggiunto.

A Parigi, il presidio nei pressi del Tribunale amministrativo ha visto la partecipazione di numerosi compagni di ogni sponda del Mediterraneo appartenenti alla Campagne unitaire pour la libération de Georges Abdallah, nella quale è impegnata attivamente anche la Rete dei Comunisti.

A Tolosa, i compagni del Collectif Palestine Vaincra si sono mobilitati affinché la liberazione di Georges Abdallah, la fine della cooperazione con il regime di apartheid israeliano e della criminalizzazione del sostegno alla causa palestinese siano posti come temi principali nel dibattito sulle elezioni presidenziali con la campagna #Palestine2022.

Diverse mobilitazioni hanno avuto luogo anche ad Ankara, a Beirut con un presidio di fronte all’ambasciata francese – dopo la contestazione a Sidone dell’ambasciatrice francese in Libano – e persino a Buenos Aires con Nora Cortiñas, fondatrice e rappresentante dell’associazione “Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora”, che ha inviato un messaggio al governo francese per chiedere la liberazione di Georges Abdallah.

Liberabile dal 1999, la difesa di Georges Abdallah ha presentato nel corso di questi anni otto richieste di libertà vigilata, l’ultima delle quali (nel 2013) è stata accettata dal Tribunale di esecuzione delle sentenze, sia in prima istanza e che in appello. La sua liberazione è stata subordinata ad un ordine di espulsione che l’allora ministro dell’Interno francese, Manuel Valls, ha deciso di non firmare.

Pertanto, è il ministro dell’Interno francese – quindi il governo francese – che “deve firmare”, ma questi si rifiuta categoricamente, sotto le pressioni del Dipartimento di Stato Usa e dell’entità sionista di Israele, nonostante il Libano abbia dichiarato più volte di essere pronto ad accogliere Georges Abdallah.

Questa nuova decisione del Tribunale conferma la natura politica della detenzione di Georges Abdallah, in un “gioco giudiziario” truccato e marcio. Tuttavia, questo accanimento giudiziario, condotto nell’interesse di chi vorrebbe subordinare la sua liberazione ad una dichiarazione di rinuncia o resa di “tutta una vita di lotta, non è riuscito nei 38 anni di detenzione ad intaccare l’integrità e la fermezza degli ideali politici di Georges Abdallah.

Questo perché Georges Abdallah rappresenta – oggi più che mai – un simbolo concreto ed attivo di questa lotta internazionalista contro l’imperialismo e la sua barbarie, il sionismo e i regimi arabi reazionari, lo sfruttamento e la repressione delle classi popolari, sempre al fianco dei popoli oppressi che lottano per la loro autodeterminazione perché “un altro mondo non solo è possibile ma necessario”.

Questo nuovo rifiuto di liberare Georges Abdallah riafferma la necessità di continuare e intensificare la mobilitazione in Francia, in Libano e in tutti paesi dell’area Euro-Afro-Mediterranea. Che mille iniziative fioriscano per la liberazione di Georges Abdallah!

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