Alla fine è successo: la guerra fra Russia e Ucraina è iniziata, con i bombardamenti russi che hanno colpito diverse infrastrutture militari ucraine.
Non possiamo comprendere quello che accade se non riannodiamo i fili di una guerra che in Ucraina esiste già dal 2014 per volontà degli Usa e dell’Ue.
Da giorni, il clima di tensione si era intensificato, ma anche qua i fatti vanno contestualizzati e messi in fila.
Con l’annuncio dell’arrivo di sanzioni alla Russia da parte delle potenze occidentali, con i bombardamenti ucraini sui territori civili delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk (poi riconosciute formalmente dalla Russia, a 8 anni dalla loro indipendenza e dalla guerra), con l’annuncio della NATO di non voler smilitarizzare le zone adiacenti alla Russia, con le violazioni del cessate il fuoco e dei confini stabiliti in Donbass dagli accordi di Minsk che proprio pochi giorni fa avevano portato all’evacuazione di massa dalle Repubbliche Popolari, che non ha avuto la stessa mediatizzazione da parte della stampa di occidentale di quella – ugualmente terribile – avvenuta oggi a Kiev.
Questo va avanti da ancora più tempo. Da più di un anno, da marzo 2021, gli Stati Uniti hanno voluto creare un’escalation della tensione nell’area con le manovre militari nella regione con l’operazione “Defender Europe 2021” della NATO (rinviamo alla lettura dell’articolo “L’escalation sull’Ucraina pianificata da Usa e Nato già un anno fa“, di Sergio Cararo, su Contropiano.org).
E alla fine ci sono riusciti. Con questa guerra gli USA confermano la loro debolezza strategica che, con la fuga dall’Afghanistan, ha compiuto un definitivo cambio di passo. DOVE C’È NATO, C’È GUERRA, perché alle spalle degli Stati Uniti c’è una forte esigenza di rafforzare l’industria bellica, rilanciare l’economia e rafforzare la profonda crisi di consenso interno.
Si configurano, quindi, come degli attori che scatenano situazioni di conflitto e guerra ibrida, senza essere poi in grado di controllarne le conseguenze.
Solo che oggi la guerra viene provocata non con una piccolo stato o regione isolata (come avveniva negli scorsi anni) ma con un potenza come la Russia, dotata di armi nucleari e di un apparato militare enorme e avanzato e capeggiata da un personaggio che Lenin avrebbe definito ‘sciovinista grande russo’ . Per questi motivi la vicenda è ancora più grave e la pagheranno ancora una volta i popoli.
Serve una smilitarizzazione immediata dei nostri paesi e il cessate il fuoco perché le guerre le pagano i popoli. Bisogna uscire dalla NATO perché è oggi questa la causa principale dei conflitti in tutto il mondo, di cui il nostro paese è complice, così come tutta l’Unione Europea.
L’Urss e il campo socialista nello scorso secolo avevano rappresentato un’alternativa alla barbarie della guerra imperialista: oggi come giovani abbiamo la responsabilità di rimettere in piedi e immaginare un’alternativa al capitalismo guerrafondaio, per la pace e la collaborazione tra i popoli.
Di fronte a questo sistema in crisi, ancora una volta ribadiamo che serve un nuovo assalto al cielo: mobilitazione immediata contro la guerra imperialista!
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Bernardino Marconi
Penso che da questa guerra, se pur nella tragedia come tutte le guerre, nasca una riflessione sulle cause e di conseguenza sul ruolo della NATO rientrando nel ruolo dell’organizzazione militare di origine abbandonando il ruolo politico.