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Tre italiani rapiti in Mali. Ma è tutto il Sahel a ribollire contro l’Occidente

Tre italiani e un cittadino del Togo sono stati rapiti da uomini armati in Mali. Si tratta di una coppia, padre e madre sessantenni e del figlio 40enne.  L’episodio è avvenuto a Sincina nella regione di Sikasso a est della capitale Bamako. La coppia risulta essere di missionari dei testimoni di Geova e del loro figlio, tutti originari di Potenza e da tempo residenti nello Stato africano.

Diversi gruppi armati sono molto attivi in ​​Burkina Faso, Niger e Mali. In particolare, il Katiba Macina (noto anche come Front de libération du Macina, fondato nel 2015 da Amadou Koufa), legato ad Al-Qaeda, sta cercando di rafforzare la propria presenza sia nel sud-est del Burkina Faso che nel sud-ovest del Niger diffondendosi anche nel Benin e nel Togo.

In Mali il Katiba Macina (pron. “Katiba Massina”, ndr) è ricercato dalle forze armate locali supportate dal gruppo russo “Wagner” e ha rivendicato di aver preso in ostaggio alcuni appartenenti a quest’ultimo.

Ma ormai è in tutta la regione del Sahel che la sicurezza appare compromessa e la presenza occidentale rimessa bruscamente in discussione.

Nella notte tra il 10 e l’11 Maggio un attacco perpetrato da un gruppo terroristico nel nord del Togo al confine con il Burkina Faso, ha ucciso 8 soldati e 13 sono rimasti feriti. Nel Paese non c’erano mai stati attacchi di questa portata. Fonti militari hanno riferito che l’attacco è stato perpetrato da una sessantina di uomini armati e che il combattimento è durato più di due ore ed un gruppo di soldati chiamati in soccorso è stato vittima di un agguato.

L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, J. Borrell, ha affermato che l’attacco in Togo mostra che la minaccia terroristica si sta diffondendo nei paesi del Golfo di Guinea.

Ma è proprio contro la presenza militare europea che stanno crescendo le proteste in tutti i paesi africani del Sahel.

Da giorni in Ciad imperversano manifestazioni contro la presenza francese nel paese. Già nello scorso autunno la popolazione era scesa in piazza per impedire la rielezione del “presidente” Mahamat Idriss-Déby.

I manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro le ingerenze della Francia e per chiedere l’abbandono del Paese da parte dell’ex potenza coloniale. Dicono anche no all’installazione di basi militari francesi sul proprio territorio. Sono state bruciate diverse bandiere francesi bruciate e distrutti diversi distributori di carburante della multinazionale francese Total. Max Y. Loalngar, portavoce del movimento Wikit Tama è stato arrestato dopo la marcia del 14 maggio 2022, trasformata in una violenta manifestazione in diverse città del Ciad contro la politica francese. È accusato, dal Ministero della Pubblica Sicurezza, di atti vandalici.

Ma un altro paese europeo sta prendendo da tempo le misure della sua presenza militare nel Sahel. In Germania infatti il governo sta decidendo in questi giorni di espandere le operazioni militari nel Sahel aumentando il numerico dei propri uomini nelle varie missioni ONU e UE presenti nell’area. La mozione sarà votata la prossima settimana. Circa 300 uomini dovrebbero rinforzare il contingente della MINUSMA subentrando alla truppe francesi che nei prossimi mesi dovrebbero lasciare il Mali per trasferirsi nei paesi limitrofi. I rinforzi tedeschi non saranno solo nel contingente MINUSMA ma anche nelle missioni EUCAP Sahel Mali e EUCAP Sahel Niger. I rinforzi che la Germania metterà in campo andrebbero, secondo la proposta del governo, a migliorare le capacità operative delle forze di sicurezza di Burkina Faso, Mali, Mauritania e Niger e della task force congiunta dei paesi del G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger).

Secondo il sito specializzato Difesaonline, ufficialmente, la mossa tedesca è finalizzata al contenimento dei massacri perpetrati dal governo golpista del Mali in alleanza con le forze russe ma non va dimenticato che il Mali è geostrategicamente importante e ricco di risorse (petrolio, uranio, oro). E’ lo stesso sito a riferire che “La ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock ha dichiarato che “non ci stiamo concentrando solo su cosa sta accadendo alle nostre porte” ma “continuiamo a prendere sul serio le nostre responsabilità nel mondo”. Dopo la Francia e l’Italia assisteremo anche al ritorno dell’imperialismo tedesco sulla scena mondiale ed in particolare in Africa”?

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