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Ucraina: la situazione militare sul campo, gli armamenti e l’aiuto della NATO

La situazione militare in quella che è la linea di contatto tra le forze di difesa territoriale ucraina e le forze della Federazione Russa appoggiate da quelle delle repubbliche di Donetsk e Lugansk si può dividere per facilità di comprensione in tre settori.

Settore Nord

Nella regione di Karkhiv le forze armate ucraine hanno eseguito una controffensiva che ha fatto ripiegare le forze della Federazione.

Questa è avvenuta principalmente grazie all’opera di bombardamento oltre confine, in grado di danneggiare alcune linee di rifornimento dei reparti della Federazione a sud di Belgorod.

Dopo questo ripiegamento le forze della Federazione Russa hanno preposto una zona cuscinetto tra la linea del fronte e il confine, tentando così di limitare il più possibile le incursioni dei reparti avanzati di Kiev in territorio russo.

A questo punto, anche grazie ad un maggiore apporto da parte delle forze aereo spaziali della Federazione abbiamo assistito a giorni di relativo stallo, con vari confronti posizionali dove le artiglierie a corto e medio raggio la facevano da padrone.

Ma dopo questa fase di stallo, le Forze armate della Federazione Russa hanno ripreso l’iniziativa riacquisendo il controllo sull’insediamento di Ternovoe a nord est di Karkhiv. Mentre ciò accadeva ad Udy, in direzione nord ovest, un gruppo di militari e mercenari ucraini che tentava un contrattacco in data 24 maggio veniva investito dal fuoco dell’artiglieria e dei reparti della Federazione e veniva perciò annientato. Attacchi da parte dell’artiglieria russa si registrano a Slatyne, dove le unità delle forze armate ucraine hanno lasciato l’insediamento e si sono di stanza nelle vicinanze, e a Merefa, più a sud.

Gli ultimi report di entrambi gli schieramenti alla stesura di questo resoconto parlano di combattimenti di media intensità a nord della città nell’area del villaggio di Liptsy, così come Rubizhne.

Settore centrale

Nel settore centrale abbiamo attualmente quella che sembra essere a tutti gli effetti la spinta maggiore da parte delle forze alleate .

L’obbiettivo strategico rimane Severodonetsk, roccaforte difensiva fortificata negli ultimi otto anni dalle compagini ucraine che sta vivendo in questi giorni una manovra di accerchiamento.

In un primo momento le operazioni del comando alleato hanno puntato verso nord, tentando la sortita nella zona di Izium, (dove, stando alle ultime notizie si starebbero ammassando grandi quantitativi di soldati russi con obbiettivo Sloviansk) contemporaneamente all’attraversamento del fiume Sivierski Donetsk.

Qui durante le prime fasi dell’operazione le forze russe sono state investite dall’ artiglieria pesante ucraina in più punti, fino ad arrivare a veri e propri disastri che hanno visto intere colonne russe in fase di attraversamento grazie a ponti di barche venire investite e completamente distrutte dall’artiglieria ucraina.

Dopo questo episodio, che ha ovviamente suscitato grande scalpore al Cremlino, dove si sono alzate feroci voci di critica verso quelle personalità che tendevano ad ingigantire le capacità e gli avanzamenti dei reparti della Federazione, l’atteggiamento russo pare essere radicalmente cambiato.

Innanzitutto sono state inviate ulteriori forze fresche, sia dai reparti ceceni di Grozny sia dai reparti dei paracadutisti.

Queste compagini ben preparate ed equipaggiate in maniera tecnologicamente più rilevante (con visori notturni e blindati di ultima generazione di cui daremo un veloce prospetto tra qualche riga), sono state in grado nei giorni seguenti di rispondere meglio alle apparecchiature NATO in forza all’Ucraina.

Questo ha portato all’approssimarsi continuo delle forze russo separatiste alla periferia di Liman, dove sono tutt’ora in corso feroci combattimenti durante i quali le unità russe in avanzata hanno preso il controllo di gran parte della città approcciando da nord.

I resti della guarnigione ucraina si sono ritirati dietro la ferrovia e stanno cercando di fortificarsi nelle regioni meridionali dell’insediamento.

L’artiglieria delle forze armate ucraine starebbe operando dal lato delle montagne di gesso vicino a Raygorodok.

Oltre a ciò si è registrato un maggiore impiego a sud di Severodonetsk, dove già i reparti avanzati delle forze alleate erano riuscite ad avvicinarsi a Popasna, ma senza riuscire a sfondare la linea difensiva ucraina.

Cosa che però è avvenuta il giorno 20 maggio nelle tarde ore del pomeriggio.

Questo sfondamento ha comportato un avanzamento in più direzioni da parte dei reparti alleati.

Ne diamo ora un veloce prospetto.

Direzione Nord

Un gruppo di truppe delle due neo repubbliche supportate dai paracadutasti della Federazione Russa hanno ingaggiato inizialmente le forze ucraine presso la cittadina di Kamyshevakh.

Qui le forze alleate hanno prima allestito postazioni di tiro per l’artiglieria a corto medio raggio sulle piccole alture in prossimità della cittadina, scelta che poi si rivelerà decisiva nei giorni successivi.

Questa decisione presa per aver una maggior copertura sia in direzione est che in potenziale direzione ovest, cioè rivolgendosi verso i collegamenti stradali che si rivolgono più in direzione Soledar, ha dato un notevole vantaggio alle forze alleate, che sono riuscite a tenere e consolidare le posizioni nonostante il bombardamento delle forze ucraine, che ha investito la parte posteriore di una colonna russa nel centro di Kamyshevakh nella giornata di sabato 21.

Consolidata quindi questa posizione i reparti alleati hanno avanzato a nord dove attualmente avvengono scontri importanti nella cittadina di Vrubovka.

Questa manovra punta ad accerchiare il complesso di Zolote, dove al pomeriggio del 24 maggio si registrano scontri in città che hanno portato al ripiegamento dei contingenti ucraini nella parte meridionale del complesso.

In direzione nord ovest invece i gruppi più avanzati delle forze alleate si sono spinti fino a Vasilevska a nord di Soledar, prendendo poi, in data 25 maggio i complessi di Belogorovka e Nagornoye.

Questa posizione garantisce la possibilità da parte delle forze della Federazione e delle due repubbliche di tagliare il collegamento dell’autostrada Bakhmut Lishiansk.

Direzione Sud

I reparti delle repubbliche separatiste, supportati da quelli dell’agenzia Wagner hanno iniziato la loro avanzata in questa direzione già dalla metà della settimana scorsa.

Inizialmente i primi scontri degni di nota si sono registrati a Troiske, presa già nella serata di sabato.

Successivamente l’avanzata di questi reparti ha proseguito verso sud est riuscendo ad arrivare in località Mironovsky dove si sono registrati i primi combattimenti di una certa intensità per la difesa del complesso di Svetlodarsk, cittadina poi presa nella giornata del 24 maggio.

Durante questa serie di combattimenti le forze armate ucraine hanno tentato di rallentare l’avanzata delle truppe alleate prima facendo saltare alcuni ponti sul fiume Luhanska poi tentando di bombardare con l’artiglieria la diga di Uglegorsk, ma senza successo.

Con la presa di Svetlodarsk, cade un avamposto fortificato delle forze ucraine, che era riuscito a tenere nel 2015 durante l’offensiva delle forze separatiste nella battaglia di Debralstevo.

Questo teatro va preso in considerazione assieme alla battaglia per Avdivka, a nord di Donetsk dove gli sforzi delle forze alleate hanno prodotto avanzamenti fino al complesso di Niu York ad ovest di Orlivkha.

Settore Sud

Per quanto riguarda le operazioni nel settore che potremmo denominare sud le cose rimangono in un relativo stallo.

La maggior parte delle operazioni rilevanti hanno a che fare con battaglie posizionali dove è l’artiglieria a farla da padrone, in particolar modo quella russa, che negli ultimi giorni ha intensificato i suoi strike, per colpire soprattutto installazioni industriali per la riparazione dei mezzi militari (Zaporozhye) e altre strutture adibite alla difesa e all’immagazzinamento di materiale bellico (Odessa, Dnepropetrovsk), oltreché , stando ai report russi del 26 maggio, un centro di comunicazione e ricognizione elettronica a Mikolaev che avrebbe anche causato la morte di 11 operatori ucraini e 15 istruttori stranieri.

Tra venerdì 20 e sabato 21 si è notato, da parte degli analisti, un significativo spostamento di unità ucraine, spaventate, a detta sempre degli stessi, di possibili incursioni delle forze alleate nell’ estuario del fiume Dnepr.

Per questa ragione fonti vicine alla repubblica di Donetsk davano notizia di ammassamento forze in due direzioni, una diretta verso Alessandrovka (bug orientale), a nord di Mikolaev è l’altra verso Novovorontsovka (Dnepr) partendo dalle postazioni di Kirov Rog.

Un prospetto sugli armamenti

Un aspetto che sta avendo una grande importanza per quanto riguarda l’andamento della guerra ha anche fare, come ovvio, con le operazioni delle rispettive aeronautiche.

Inizialmente le forze aerospaziali russe hanno subito preso il sopravvento, dato anche il maggior grado di tecnologia a disposizione, rispetto a quella ucraina.

Prodotto di questa prima spinta è stata innanzitutto la distruzione di buona parte dei sistemi radar ucraini, (che secondo alcune fonti sarebbero per ciò aiutati da almeno due AWACS della NATO), un operatività quasi ininterrotta sia dei caccia che dei missili a lunga gittata da parte russa sui corridoi di approvvigionamento armi (collegamento polacco nella parte occidentale e rumeno in quella sud occidentale), distruzione di campi di raccolta e addestramento unità (come nel caso dei bombardamenti nelle zone vicino a Leopoli e Zytomyr).

L’operatività dell’aeronautica ucraina è quindi di molto inferiore rispetto a quella della Federazione, cosa che si nota particolarmente nell’est del paese, dove, nonostante i mezzi operativi siano praticamente gli stessi (Su-24, Su-25 entrambi aerei da attacco a terra e MI-24 elicottero adibito a trasporto truppe e fuoco di copertura) i danni per le forze aerospaziali ucraine sono decisamente superiori a quelle del nemico.

I russi inoltre possono contare su nuovi veicoli aerei come il Kamov KA 52 (Alligator), senza contare poi che, per quanto riguarda i caccia più propriamente adibiti alla superiorità aerea, la Russia può contare su un numero maggior e meglio equipaggiato di Su-30 e soprattutto sul mai invecchiato SU-37, mentre l’Ucraina deve fare affidamento principalmente sui Mig 29).

Per quanto riguarda i veicoli terrestri l’Ucraina è stata rifornita di sistemi MLRS Vilkha M, di sistemi lanciamissili Buk M1, nonché di obici statunitensi M-777 che tanti danni hanno causato alle truppe russe nei pressi del fiume Sivierski Donetsk.

Per quanto riguarda le forze della Federazione Russa, grande successo sul campo sembra avere avuto il BMPT-72 Terminator-2 impiegato in questa seconda fase del conflitto (si hanno notizie di un suo uso solo nel settore di Severodonetsk), ultima evoluzione del BMPT, in grado, grazie ai suoi sistemi all’avanguardia, di garantire agli operatori una valutazione in tempo reale del campo di battaglia.

Per quanto riguarda i missili usati da entrambe le compagini, vediamo come la differenza di capacità tecnologica autonoma sia rilevante.

L’Ucraina senza gli Stinger che i paesi NATO le offrono può contare solo sui vecchi Tockha U, che purtroppo ricordiamo grazie ai bombardamenti sui civili avvenuti su Donetsk a marzo.

I missili Stinger, in particolar modo quelli portatili attivabili con manpads, sono particolarmente efficaci contro velivoli preposti agli attacchi di terra che devono muoversi a bassa quota, come il caso del Su-25.

La pericolosità di questi sistemi è talmente alta che nell’,’attuale confronto nell’area est dell’Ucraina le forze aereo spaziali russe hanno preferito ultimamente intensificare i bombardamenti anche alle seconde e terze linee di difesa da postazioni a lungo raggio, per essere maggiormente sicuri durante operazioni di bombardamento diretto alle linee di contatto.

I russi invece possono contare sui missili Iskander, più veloci e precisi dei Tochka U prima menzionati.

Questi sistemi possono essere lanciati da piattaforme semoventi sia in modalità singola che in modalità multipla.

Abbiamo visto l’efficacia e la capacità distruttiva di questi sistemi soprattutto nei pressi di Izium dove i reparti ucraini sono stati particolarmente danneggiati da attacchi condotti grazie all’uso di questa tipologia di missili a corto medio raggio.

Concludiamo questa veloce ed incompleta rassegna sugli armamenti parlando di missili a lunga gittata.

Nonostante la Federazione Russa abbia già effettuato test avanzati su vettori ultra sonici come il Kinzhal, le scorte dei missili più moderni a lunga gittata non sembrano essere molto profondi, tanto che certi osservatori facevano notare come, all’inizio dell’operazione la Federazione Russa usasse ancora missili di questa categoria risalenti addirittura agli anni sessanta come i Kh-22.

Nonostante questo, soprattutto da un mese a questa parte, la marina russa di stanza nel mar nero ha fatto un uso più frequente dei 3M-14 Kalibr.

Questi missili a lunga gittata che possono raggiungere una velocità di Mach 0,8 sono impiegati soprattutto per colpire obbiettivi in maniera più precisa, dato che l’errore possibile dei sistemi di puntamento è calcolato in un raggio di 3 metri.

L’aiuto della Nato alle forze ucraine: monitoraggio ed elaborazione dati

Qui ci sia permessa una breve digressione riguardo il supporto che la NATO sta fornendo alle forze ucraine dislocate sul campo.

Non è un mistero che le potenze occidentali, dopo aver scatenato questa guerra per procura, abbiano poi garantito a Kiev un flusso di informazioni relative al posizionamento nemico tale per cui si è potuti arrivare, per fare un esempio noto, al bombardamento dell’incrociatore “Moskva” che ha portato al suo successivo affondamento nelle acque del Mar Nero.

Ora tenteremo di spiegare come avviene questo genere di supporto.

Principalmente attraverso due canali.

Come prima accennato vengono usati aerei AWACS, cioè vere e proprie stazioni radar volanti in grado di avere un raggio di intercettazione complessivo di 312000 km2 ad un’altitudine di crociera di 9100 m.

Questa altitudine consente tra l’altro di intercettare aerei ostili che viaggiano a bassa quota entro 400km, un qualcosa di molto utile quando parliamo di attacchi aerei a postazioni di terra.

L’unico vero nemico di questi sistemi, che non sia un caccia di superiorità aerea (come ad esempio il nuovo caccia russo di 5a generazione Su-57), sono i sistemi antiaerei russi S-400, gli unici in grado di colpire da terra questi aerei preposti al monitoraggio da alta quota.

Sempre riguardo il monitoraggio in atmosfera bisogna menzionare anche l’uso di droni, che tra l’altro per il teatro ucraino partono principalmente dalla base “italiana” di Sigonella.

Facciamo riferimento ai Global Hawk, droni muniti di radar ad apertura sintetica in grado di coprire un’area di 100000 km2.

Esiste poi un secondo canale di informazioni, che è quello satellitare, dove gli Stati Uniti hanno ancora un vantaggio rispetto alle altre grandi potenze, anche se queste (Cina in primis) stanno sviluppando sistemi in grado di reggere questo confronto.

Quello che accade con tutti questi dati è un immagazzinamento e una rielaborazione generale affidata a sistemi informatici che poi trasmettono in tempo reale queste informazioni agli operatori sul campo.

Per fare qualche esempio noto, quasi tutti i caccia di 5a generazione hanno già incorporati questi sistemi di elaborazione dei dati del teatro operativo, cosa che è presente anche in determinati mezzi di terra come accennavamo quando abbiamo menzionato il BMPT-72 Terminator-2.

Inutile dire che questo apporto da parte della NATO è fondamentale agli ucraini non solo per quanto riguarda momenti difensivi, ma anche per quanto riguarda quelli offensivi, relativi soprattutto alla direzione corretta dell’artiglieria pesante che tanta importanza sta avendo in questo conflitto, soprattutto negli ultimi mesi.

Per ora l’unico modo per riuscire a contenere o disturbare questo aiuto della NATO, da parte delle forze della Federazione è il cosiddetto “jamming”.

Il Jamming elettronico è un metodo nel quale una sorgente di disturbo detto “jammer” irradia segnali molto forti e concentrati per alterare il funzionamento dei ricevitori dei radar avversari o per confondere i sistemi di puntamento dei caccia multiruolo o dell’artiglieria a corto, medio e lungo raggio.

Questo metodo non è nuovo, ed è già stato impiegato dalla marina russa nel teatro del mediterraneo orientale qualche anno fa durante esercitazioni anglo statunitensi, quando i sistemi radar aerei della marina statunitense Poseidon e alcuni caccia Eurofighter della marina britannica subirono pesanti disturbi nei pressi delle coste siriane.

Conclusioni

Per concludere possiamo dire, allo stato attuale delle operazioni, che se la Federazione Russa, approcciando inizialmente l’operazione come preventivato dai protocolli di intervento del CSTO , aveva optato per un impiego proporzionalmente inferiore di personale, non lesinando sull’adozione di mezzi relativamente antiquati, lo svilupparsi dello scontro sembra aver fatto virare il Cremlino su di un uso migliore delle proprie truppe, in particolar modo di quelle più preparate come il reparto “o” nonché su di un uso maggiore di sistemi più tecnologicamente avanzati anche sul campo.

Il Cremlino, attualmente, sembra aver capito che non può cavarsela solo con i sistemi di arma a lunga gittata, adibiti a colpire in profondità le linee di rifornimento, soprattutto ora che si tratta di mettere in sicurezza la parte sud orientale dell’Ucraina, cosa che comporta l’ingaggio del nemico in zone particolarmente fortificate, presidiate da personale preparato e che ha avuto un miglior circolo di sostituzione.

L’intensificarsi comunque dei bombardamenti a lunga gittata che vanno a colpire le linee di rifornimento in questo nuovo quadro, ha sortito particolari effetti, tanto che si registrano divisioni ucraine come la 115Ma, che hanno preferito deporre le armi e ripiegare poiché poco rifornite da Kiev.

Certi analisti statunitensi, nelle ultime settimane, sembrano infatti preoccuparsi particolarmente di questi strike delle forze aereo spaziali russe, in grado di colpire maggiormente gli obbiettivi preposti e di bloccare così le linee di rifornimento armi, oltreché di distruggere vari depositi di quelle già consegnate.

Per questo l’aiuto che la NATO sta dando all’Ucraina dovrebbe strategicamente incrementarsi non solo nel rifornimento di armamenti più tecnologicamente avanzati, come gli ultimi sistemi MLRS continuamente richiesti da Kiev a Washington, ma anche riguardo la copertura radar, un qualcosa che potenzialmente aumenterebbe a dismisura la probabilità di incidenti tra Federazione Russa e NATO.

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