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L’Ucraina respinge ogni ipotesi di trattativa per porre fine alla guerra

Se la missione del Triangolo europeo (Francia, Italia, Germania) a Kiev aveva alimentato aspettative su una possibile trattativa per il cessate il fuoco e una  soluzione negoziata della guerra in Ucraina, i fatti restituiscono uno scenario completamente diverso. I falchi della guerra dominano in Ucraina e in Occidente.

Di fatto Zelenski ha detto a Macròn, Draghi e Scholz “grazie tante che siete venuti e che parlate di far entrare l’Ucraina nella Ue ma mandateci le armi pesanti”. Punto.

“Tutte le proposte negoziali della Russia per mettere fine alla guerra con l’Ucraina sono in realtà un modo per ingannare il mondo prima di “pugnalarci alle spalle” ha affermato Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’indomani del viaggio a Kiev dei tre leader europei.
Queste iniziative per riprendere i negoziati “sono solo un tentativo di gettare fumo per accumulare riserve e riprendere l’offensiva” contro l’Ucraina, ha insistito Podoliak, uno dei partecipanti al team negoziale ucraino ai falliti colloqui con Mosca, congelati da ormai da mesi. “L’Ucraina tornerà sicuramente al processo negoziale”, ma lo farà solo “al momento giusto e quando avrà una forte posizione negoziale”.

Anche Zelenski ha messo la sua lapide sull’ipotesi della ripresa delle trattative. “Tutti i leader capiscono perche’ non sono in corso negoziati per porre fine alla guerra: esclusivamente per via della posizione della Russia, che sta solo cercando d’intimidire tutti in Europa e proseguire con la distruzione dell’Ucraina” ha dichiarato Zelensky, nel suo ultimo video messaggio, diffuso su Telegram, e in cui ha definito “giorno storico” quello della visita a Kiev di “quattro potenti Stati europei”. In effetti, pochi lo hanno notato, ma alla delegazione dei “Tre” si era aggiunto anche il premier della Romania.
“Ho sentito il sostegno al processo di adesione all’Ue”, ha aggiunto Zelenski, “ma continueremo a combattere finché non garantiremo la completa sicurezza al nostro Stato”.

A queste dichiarazioni si aggiunge perentoriamente quella del più alto ufficiale dell’esercito ucraino secondo il quale l’obiettivo principale delle forze armate ucraine, una volta ricevute le armi appropriate, è la distruzione del Ponte di Crimea dichiarato il generale ucraino Dmytro Marchenko in un’intervista a Radio Svoboda.  “Non è un segreto né per il loro esercito, né per il nostro. Né per i loro civili, né per i nostri. Sarà l’obiettivo numero uno da distruggere”, ha detto Marchenko, “dovremmo semplicemente tagliare il principale canale attraverso il quale giungono le riserve. Non appena questo canale sarà chiuso, inizieranno ad andare nel panico”.

Anche il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, ha ribadito oggi che le autorità di Kiev hanno “l’intenzione di liberare tutti i nostri territori, inclusa la Crimea”.

Appare evidente come i colloqui telefonici di Zelenski con Biden e Johnson la sera prima che a Kiev arrivassero  Macròn, Draghi e Scholz, abbiano definito una linea oltranzista che gioca tutto sul terreno militare e quindi sull’arrivo in Ucraina di armamenti pesanti che il vertice della Nato si è impegnato a far arrivare sul teatro di guerra.

Ma su questo terreno anche dentro le potenze della Nato si parlano linguaggi diversi. “La Francia e i Paesi occidentali devono astenersi dall’inviare carri armati e aerei” ha dichiarato Macron.”Questa è una posizione quasi ufficiale della NATO”, ha detto il presidente francese secondo quanto riporta il quotidiano ucraino Kyev Indipendent. “Aiuteremo l’Ucraina a difendersi, ma non entreremo in guerra con la Russia, quindi è stato deciso di non fornire alcune armi, come aerei o carri armati. E il presidente Zelensky ne è consapevole”, ha aggiunto Macron, sottolineando  che la Francia continua a fornire all’Ucraina cannoni semoventi Ceasar. L’Ucraina ne ha già ricevuti sei e altri sei saranno consegnati a breve.

Il senso di come siano andate le cose a Kiev è leggibile in uno laconico passaggio della dichiarazione di Draghi dopo l’incontro con Zelenski: “Le condizioni che gli ucraini pongono oggi è l’integrità territoriale. E’ la premessa per iniziare i negoziati di pace da parte ucraina. Al momento non si vedono margini, ma c’è un atteggiamento che è cambiato molto nelle ultime settimane, anche degli altri Paesi che li devono aiutare a trovare la pace. C’è un’iniziativa diplomatica mondiale che non c’era un mese fa”.

Dunque siamo ancora lontani dalla fine di questa guerra che, come nella Prima Guerra Mondiale, assume le caratteristiche di una “guerra di logoramento” mentre le sue conseguenti devastanti continuano assai più velocemente ad abbattersi sia in Ucraina che in Europa.

 

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1 Commento


  • leandro locatelli

    Chi non conosce la Verità è uno sciocco, ma chi conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente

    Petizione diretta al Presidente Mario Draghi e al ministro Cartabia
    Andrea Rocchelli, fotogiornalista italiano era andato a documentare gli orrori della guerra in Ucraina, precisamente nel Donbass, ed è stato ucciso per questo. E’ stato assassinato insieme all’attivista per i diritti umani (e interprete) Andrej Nikolaevič Mironov, dal fuoco ucraino, il 24 maggio 2014. William Roguelon, unico sopravvissuto all’attacco, dichiarerà che il gruppo è stato bersagliato da numerosi colpi di mortaio e armi automatiche dalla collina Karachun, dove era stanziata la Guardia nazionale dell’Ucraina e l’esercito ucraino. Gli assassini non sono i russi ma i nostri alleati, addestrati e armati da noi. I “buoni”. Quelli che difendono la libertà. Nel luglio 2017 le indagini hanno portato all’arresto di Vitaly Markiv mentre rientrava in Italia, militare della Guardia nazionale ucraina col grado di vice-comandante al momento dell’arresto ma soldato semplice all’epoca dei fatti, con cittadinanza italiana. Markiv è stato sottoposto a misure detentive di custodia cautelare in attesa del processo che si è aperto a Pavia nel maggio 2018. Durante lo svolgimento del processo, Markiv viene anche accusato dentro e fuori l’aula di simpatie neonaziste. Si legge su Wikipedia: “Il 12 luglio 2019 la corte penale di Pavia ha giudicato Vitaly Markiv colpevole per concorso di colpa nell’omicidio di Rocchelli e Mironov e lo ha condannato a 24 anni di reclusione. Lo stato Ucraino è stato anch’esso giudicato colpevole nella medesima sentenza quale responsabile civile”. Markiv però se la cava, dopo l’intervento delle autorità dell’Ucraina che prendono le sue difese. Ed ecco il colpo di scena: “Il 3 novembre 2020 la Corte d’Assise d’appello di Milano, pur ritenendo colpevoli le forze armate ucraine dell’omicidio dei giornalisti, ha assolto Vitaly Markiv con formula piena escludendo alcune testimonianze chiave dall’impianto accusatorio per un vizio di forma”. Sul tablet e sullo smartphone sequestrati a Markiv, secondo i Ros, sono conservate oltre duemila fotografie. Alcuni scatti mostrano un uomo incappucciato, con una catena di ferro al collo, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, una Skoda Octavia. In alcune immagini scattate poco dopo, si vede lo stesso uomo, con il volto ancora coperto, gettato in una fossa mentre qualcuno non inquadrato nella ripresa lo ricopre di terra. Altre fotografie ritraggono Markiv davanti alla stessa Skoda Octavia. Quando nell’aula è stata mostrata una foto di agenti della guardia nazionale ucraina con alle spalle una bandiera nazista, Markiv ha chiesto di prendere la parola e ha detto: «Non voglio che la guardia nazionale sia presentata come nazista. La bandiera ritratta in quella foto è soltanto un bottino di guerra» Peccato che il nemico fossero gli autonomisti del Donbass. Non c’è pace senza giustizia, non si annulla una sentenza per vizio di forma, dopo l’intervento delle autorità Ucraine che hanno parlato di complotto e di processo politico, intervento supportato anche da politici di lungo corso italiani. Chiediamo al presidente del consiglio Draghi ed al ministro della Giustizia Cartabia la revisione del processo. Ci sono due vittime innocenti, assassinate perché testimoniavano con il loro lavoro verità scomode, non ci possono essere colpevoli in libertà. La responsabilità penale è personale, indicare come responsabile l’intero esercito ucraino è inutile e sbagliato. Verità e giustizia per Andrea e Andrej.
    Puoi firmare la petizione qui: https://chng.it/J4kY6Zdj

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