Il governo dello Sri Lanka invierà due ministri in Russia per negoziare la fornitura di petrolio greggio a prezzi scontati. A riferirlo è l’agenzia Nova in un lungo servizio dedicato alla crisi economica del paese asiatico.
Le autorità singalesi hanno annunciato che il paese ha completamente esaurito le sue scorte di carburante, pertanto il ministro dell’Energia Kanchana Wijesekera ha dichiarato che due ministri da ieri sono in Russia, con l’incarico di negoziare ulteriori forniture di petrolio dopo le 90mila tonnellate di greggio russo già acquistato il mese scorso. Tale fornitura era stata organizzata tramite Coral Energy, un intermediario con sede a Dubai, ma l’esecutivo singalese è sotto pressione da parte della politica nazionale per avviare trattative dirette col governo russo e bypassare il mediatore.
Il premier singalese Wickremesinghe ha riferito in parlamento che il Paese avrà bisogno d’importare quest’anno almeno 3,3 miliardi di dollari di carburanti, 900 milioni di dollari di prodotti alimentari, 250 milioni di dollari di gas da cucina e 600 milioni di dollari di fertilizzanti. Tutte materie prima di cui la Russia dispone abbondantemente.
Il ministro dell’Energia Wijesekera andrà invece in visita in Qatar. Proprio il ministro dell’Energia singalese aveva annunciato sabato 25 giugno che il paese ha sostanzialmente esaurito le scorte di benzina e gasolio, e che il quantitativo necessario a coprire la domanda nazionale per due giorni è stato accantonato per i servizi essenziali.
L’economia dello Sri Lanka, è gravata da un rilevante debito estero ed è priva di valuta straniera. Di fatto “è collassata” dopo mesi di crisi segnati da carenze sempre più acute di generi alimentari, carburante ed elettricità.
Durissime manifestazioni popolari di protesta attraversano da settimane il paese chiedendo le dimissioni del premier Gothabaya. Alcune sono state represse duramente.
Contro lo Sri Lanka si sono coalizzati una trentina di avvoltoi della finanza, detentori internazionali delle obbligazioni di Stato, che hanno annunciato il lancio formale di un gruppo di creditori per determinare la ristrutturazione del debito sovrano di quel Paese. Tra questi obbligazionisti risultano esserci BlackRock, Morgan Stanley Investment Management, Hbk Capital Management, T. Rowe Price Associates Inc. Rotschild & Co, Amundi Asset Management. Inutile dire che, come un loop, i grandi creditori chiedono al Paese di “attuare un pacchetto significativo di riforme e correzioni fiscali”.
Quest’anno lo Sri Lanka dovrebbe ripagare 7 miliardi di dollari sui 25 miliardi di prestiti da coprire entro il 2026. In totale il debito estero è pari a 51 miliardi di dollari. Secondo le stime della Banca centrale, l’economia si contrarrà del 3,5 per cento nel 2022.
Lo Sri Lanka sta vivendo la peggiore crisi economica nazionale da decenni. La carenza di valuta estera ha lasciato la popolazione, di 22 milioni di abitanti, a corto di beni di importazione essenziali, come cibo, carburante e farmaci. Una delegazione del Fondo monetario internazionale (Fmi) è in visita nel Paese per colloqui col governo su un pacchetto di salvataggio da circa tre miliardi di dollari.
Il premier Ranil Wickremesinghe, ha tentato di mediare una tregua con i principali creditori internazionali ma il paese affronta “una situazione molto più grave” della sola mancanza di generi e risorse di base, ed ha avvertito che lo Sri Lanka rischia di “toccare il fondo”, perché “la nostra economia è completamente collassata”.
Wickremesinghe ha aggiunto che il Paese non è in grado di importare carburanti a causa dell’indebitamento della compagnia petrolifera di Stato Ceylon, che ha accumulato debiti per 700 milioni di dollari. “Per questa ragione, nessun Paese o organizzazione al mondo è disponibile a fornirci carburante. Sono persino riluttanti a vendercelo in cambio di contanti”, ha detto il premier.
Questa settimana i leader dei principali partiti di opposizione singalesi hanno boicottato i lavori parlamentari per protestare contro il primo ministro, nominato dal presidente Gotabaya Rajapaksa.
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