Nel 40° anniversario della strage, incontro internazionale a Beirut a fianco dei profughi, per sostenere il diritto del popolo palestinese allo Stato e all’autodeterminazione. In Libano dal 12 al 19 settembre.
Sono aperte le iscrizioni per partecipare con la delegazione italiana
Cari amici della Palestina,
la diaspora dei Palestinesi, causata dalla Nakba del 1948, resta una ferita profondissima e non sanata del mondo contemporaneo: metà di questo popolo è stato costretto a lasciare la sua terra, non ha il suo Stato e milioni di uomini e donne palestinesi vivono sparsi in diversi paesi del pianeta.
Oltre 400mila sono profughi in Libano dal 1948: le loro condizioni di vita sono terribili, aggravate nel corso degli anni dalle crisi economiche globali, dalle guerre che portano altri profughi anche nel Paese dei Cedri, ed inoltre, dalla spaventosa pandemia che ha colpito in modo più feroce, come sempre avviene, proprio gli ultimi della terra.
Quest’anno riprendiamo la consuetudine dei viaggi in Libano, interrotta proprio per la pandemia.
Come ogni anno dal 2001, si terrà in Libano (dal 12 al 19 settembre) la settimana di commemorazione delle vittime del massacro di Sabra e Chatila che sarà occasione di conoscenza, solidarietà e informazione.
Da oggi e fino al 10 luglio siamo pronti a raccogliere le adesioni e a formare una delegazione dell’Associazione “Per non dimenticare Odv”.
Nello spirito dei nostri fondatori, Stefano Chiarini e Maurizio Musolino, andremo a ricordare uno dei massacri più brutali che si ricordi, commesso nel 1982 dalle forze falangiste e da quelle israeliane contro persone inermi, e a denunciare le condizioni di vita dei profughi, l’ignavia della comunità internazionale nei confronti della Palestina, il crescente razzismo con cui i governi israeliani stanno tentando di cancellare la questione palestinese, sfruttando l’islamofobia dilagante e il disprezzo dello straniero nel mondo occidentale per ‘sfilarla’ dall’agenda internazionale.
E’ molto importante andare in Libano e conoscere la realtà di quel pezzo di umanità scacciata dalle proprie case nel 1947 e, dopo venti anni, nel 1967, rappresentata da uomini e donne che non sono potuti tornare indietro e che non possono guardare al futuro perché non hanno patria. Cittadini di serie B in un paese che li ospita malvolentieri.
Serve a capire la questione palestinese, la crudeltà delle detenzioni di massa (4600 palestinesi sono rinchiusi illegalmente nelle carceri israeliane, tra cui 31 donne e 172 minori, oltre a una decina circa di parlamentari), le sistematiche incursioni contro Gaza, la repressione in Cisgiordania, l’arroganza dello Stato sionista che continua nella politica di occupazione delle terre, di espansione delle colonie, di espulsione forzata dei Palestinesi da Gerusalemme Est.
Si conosce da vicino anche tutto questo andando in Libano, visitando i campi, parlando con le forze politiche e sociali, ricordando che il Diritto al ritorno è sancito dalla Legge internazionale.
E’ ancora più importante andare proprio quest’anno, quando ricorrono i quarant’anni dalla strage di Sabra e Chatila, per ribadire che noi NON dimentichiamo.
Perciò facciamo appello all’opinione pubblica italiana, ai democratici, agli uomini e alle donne di cultura, alle associazioni, ai politici, ai semplici cittadini, per formare una delegazione il più possibile numerosa e venire con noi e con altre delegazioni internazionali in Libano, dove i nostri compagni di Beit Atfal Assomoud sono già impegnati nella programmazione dell’evento, allo scopo di:
– stare accanto ai Palestinesi durante le celebrazioni del 40° anniversario del massacro
– conoscere la realtà di un popolo rifugiato
– chiedere alle autorità e alle forze politiche libanesi, con le quali il nostro paese ha ottimi rapporti di cooperazione, che venga fatto ogni sforzo per consentire ai Palestinesi di avere una vita dignitosa
– ricordare che il Diritto al Ritorno è sancito dalla legge internazionale ma disatteso
– chiedere la fine delle aggressioni contro il popolo palestinese e la fine dell’occupazione militare della Palestina
– ripristinare lo status di città libera e multiconfessionale di Gerusalemme
– denunciare l’ebraicizzazione di Israele, l’espandersi delle colonie, le politiche statunitensi e israeliane impegnate a realizzare sul campo il progetto neocoloniale del sionismo, eliminando il diritto al ritorno dei non ebrei e dei Palestinesi nati in quelle terre.
La nostra delegazione in Libano si impegna a denunciare tutto questo, i nostri silenzi, quelli dell’Occidente, dell’Europa, del nostro Governo.
Per queste ragioni vi chiediamo di comunicarci nel più breve tempo possibile la vostra intenzione di partecipare, per consentirci di organizzare al meglio la visita.
Contiamo anche quest’anno di essere numerosi.
Info: martaturilli@yahoo.it; mirca_garuti@yahoo.it; gorettina@libero.it
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