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Un nuovo golpe in Burkina Faso

Il paese di Thomas Sankara è senza pace. Erano circa le 20.00 di ieri sera ora locale quando un soldato in tuta, giubbotto antiproiettile e berretto rosso, circondato da uomini incappucciati e con l’elmetto, è apparso sulla Radiotelevisione del Burkina Faso (RTB). annunciando che Ibrahim Traoré avrebbe assunto la guida del Movimento patriottico per la salvaguardia e la restaurazione (MPSR), e rovesciando così il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba. Egli stesso aveva preso il potere con la forza nel gennaio 2022. Secondo fonti a lui vicine, sta bene e si trova a Camp Kamboinsin, dove si trovano le forze speciali, a riferirlo è la autorevole pagina web di Jeune Afrique.

È stato annunciato lo scioglimento del governo, della Carta di transizione e dell’Assemblea nazionale. Le frontiere del Paese sono ora chiuse ed è stato introdotto il coprifuoco dalle 21 alle 5 del mattino.

Nelle prime ore del mattino di venerdì 30 settembre, sono stati esplosi colpi di arma da fuoco in punti strategici della capitale e sono stati dispiegati i soldati. Le unità delle forze speciali “Cobra” sembravano in fase di manovra. Sono stati quindi avviati negoziati con le autorità di transizione, ma non hanno avuto successo.

Il nuovo leader del Burkina Faso Ibrahim Traoré non fa però parte di queste unità “Cobra”. Fino a venerdì era il comandante del reggimento di artiglieria di Kaya, la prima regione militare, situata a circa 100 km dalla capitale. Fa parte dei giovani ufficiali che  a febbraio avevano rovesciato Roch Marc Christian Kaboré a favore di Damiba, ma che da allora hanno criticato il presidente di transizione.

La crisi era in corso da diversi mesi tra Damiba e questi giovani ufficiali, la maggior parte dei quali era impegnata in prima linea contro i gruppi armati.

In alcune zone della capitale è stata dispiegata un’ingente presenza militare. Nel pomeriggio, diverse centinaia di persone, alcune con bandiere russe in mano, si sono riunite nella piazza principale della Nazione a Ouagadougou per chiedere la cooperazione militare con la Russia, rifiutare la presenza militare francese nel Sahel e chiedere la partenza del tenente colonnello Damiba.

Africanews ricorda che la settimana scorsa, il presidente deposto, Damiba si era recato a New York dove si era rivolto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nel suo discorso, Damiba ha difeso il suo colpo di Stato di gennaio come “una questione di sopravvivenza per la nostra nazione”, anche se “forse riprovevole” per la comunità internazionale.

Il colpo di Stato del Burkina Faso è arrivato sulla scia di simili prese di potere in Mali e in Guinea.

Inizialmente, molti in Burkina Faso, come in altri paesi africani, hanno appoggiato la presa di potere dei militari, frustrati dall’incapacità dei governi di arginare la violenza delle milizie jihadiste che hanno causato migliaia di morti e milioni di sfollati.

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