L’ex presidente brasiliano di sinistra, Luiz Inacio Lula da Silva, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile, ma si deciderà al ballottaggio con il leader della destra Bolsonaro il prossimo 30 ottobre.
Lula da Silva, icona della sinistra brasiliana, con il 99,24% dei voti scrutinati è al 48,25% contro il 43,35% di Bolsonaro. Ma prima della conclusione dello scrutinio, il Tribunale superiore elettorale (Tse) ha annunciato che nessuno dei due candidati principali sarebbe riuscito ad ottenere più del 50% per essere subito eletto presidente.
Al terzo posto si sono piazzati il candidato Simone Tebet con il 4,19% e l’ex ministro Ciro Gomes con il 3,05%. Gli altri contendenti hanno finora raggiunto meno dell’1%.
Con questa tornata saranno eletti anche 27 governatori, 583 deputati, un terzo del Senato e i rappresentanti delle assemblee legislative.
Lula ha festeggiato il suo ritorno sulla grande Avenida Paulista a San Paolo.
Se dovesse tornare alla presidenza, Lula dovrà affrontare sfide enormi. Far uscire milioni di persone dalla povertà e dall’indigenza sarà ancora una volta un compito prioritario, come ha detto durante la campagna elettorale. Rivitalizzare l’economia brasiliana, generare posti di lavoro e stimolare la piccola e media industria è un altro degli obiettivi del team economico del PT e dei settori ad esso collegati.
Ma ci sono anche molte sfide in politica estera. Dopo anni di discredito, l’obiettivo di Lula è riposizionare il Brasile nel mondo come nazione all’avanguardia nella protezione dell’ambiente. Un altro fattore su cui la diplomazia lavorerà fin dall’inizio in caso di vittoria del leader del PT è la riconfigurazione della mappa delle alleanze all’interno del continente, dove avrà come principali alleati il cileno Gabriel Boric, il colombiano Gustavo Petro e il boliviano Luis Arce, oltre all’argentino Alberto Fernández, con il quale dovrà eventualmente promuovere un rilancio del Mercosur, in crisi. Al di là del continente, un’altra sfida molto importante, ancor più nel contesto attuale, sarà il rapporto con i partner BRICS del Brasile, in particolare Russia, Cina e India.
Il candidato della destra, Bolsonaro è andato oltre i pronostici dei sondaggi, che lo volevano molto indietro rispetto a Lula. 67 anni, ex capitano dell’esercitoi, Bolsonaro ha concentrato la sua strategia di campagna sui valori morali (“Dio, patria, famiglia”) e sugli attacchi al suo avversario, che definisce “ladro” e “ex detenuto”.
Mantiene un solido sostegno tra gli evangelici, che rappresentano un terzo dell’elettorato,tra i militari e i poliziotti e tra gli imprenditori dell’agrobusiness.
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Mauro
Biden sarebbe contento,come noi,se vincesse Lula…
Redazione Contropiano
Non pare proprio…
Mauro
Come no?Lo ha detto ieri…Nella mia palla di cristallo ho visto che Lula, nuovo presidente del Brasile usciva dal B.R.I.C.S…Accetto scommesse…