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La Corea del Nord testa altri due missili. Messaggio agli Usa

Non si arresta la tensione nella penisola coreana e nel Mar del Giappone. Ieri la Corea del Nord ha testato il lancio di altri due missili balistici a corto raggio dalla zona di Samsok, a Pyongyang, verso il Mare del Giappone. I nuovi lanci seguono il test di martedì di un missile balistico a raggio intermedio che ha sorvolato il Giappone e i lanci di missili da parte delle forze armate sudcoreane impegnate nelle manovre militari con gli Stati Uniti. Uno dei missili lanciati dai sudcoreani era caduto e si era incendiato su una base militare della Corea del Sud.

La Corea del Nord ci ha tenuto a sottolineare che il lancio dei due missili è stata una «misura di ritorsione» proprio contro le esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud. I lanci, ha spiegato il ministero degli Esteri di Pyongyang, rappresentano «le giuste misure di ritorsione dell’Esercito Popolare Coreano contro le esercitazioni congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti che stanno aumentando le tensioni militari nella penisola coreana».

I due missili sono stati lanciati a 22 minuti di distanza l’uno dall’altro dalla regione di Pyongyang e sono atterrati tra la penisola coreana e il Giappone. Il primo missile ha volato per 350 chilometri e ha raggiunto un’altitudine massima di 80 chilometri, mentre il secondo ha percorso 800 chilometri con una altitudine di 60 chilometri.

Secondo il ministro della Difesa giapponese Yasukazu Hamada, il secondo missile è stato probabilmente lanciato su una traiettoria “irregolare”, un termine che è stato precedentemente utilizzato per descrivere le caratteristiche di volo di un’arma nordcoreana modellata sul missile russo Iskander, che viaggia a basse altitudini ed è progettato per essere manovrabile in volo, in modo da migliorare la possibilità di eludere le difese missilistiche.

I funzionari sudcoreani sostengono che il Nord potrebbero presto alzare l’asticella testando un missile balistico intercontinentale o dando vita ad un nuovo test di un ordigno atomico

Le preoccupazioni statunitensi sono state affidate all’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, che ha pubblicato su Twitter un post molto prudente: “Il nostro messaggio alla Corea del Nord: basta con l’atteggiamento sconsiderato, provocatorio e che porta all’esclation. Torni al dialogo”.
La portaerei a propulsione nucleare statunitense Uss Ronald Reagan e il suo gruppo da battaglia hanno invertito la rotta tornando a dirigersi verso la Penisola Coreana, dove si erano recati soltanto la scorsa settimana per prendere parte all’esercitazione militare congiunta con la Corea del Sud.

Un funzionario della Difesa sudcoreana ha riferito che la decisione di mobilitare di nuovo la portaerei Reagan è stata assunta durante un colloquio avvenuto martedì scorso tra il ministro della Difesa sudcoreano Lee Jong Sup e il segretario della Difesa Usa Lloyd Austin.

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