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Francia. Quattro federazioni della CGT fanno appello allo “sciopero riconducibile”

Dopo la seconda e storica giornata di sciopero contro la riforma delle pensioni, che ha visto scendere in piazza 2,8 milioni di persone con oltre 250 manifestazioni in tutta la Francia, l’Intersindacale ha già comunicato due nuove date di mobilitazione per martedì 7 e sabato 11 febbraio.

La Prima Ministra Élisabeth Borne ha dichiarato ieri sera in un tweet che “la riforma delle pensioni solleva domande e dubbi, li ascolteremo”. Un vero e proprio scollamento dalla realtà sociale che si sta mobilitando in massa, e una presa per i fondelli (per usare un eufemismo) dopo aver affermato che l’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni “non è più negoziabile”.

Da diversi settori sindacali, in particolare quelli più combattivi all’interno della CGT e affiliati alla Federazione Sindacale Mondiale (WFTU-FSM), si solleva alta una parola d’ordine per rendere effettivo ed efficace il rapporto di forza contro il governo, ovvero quella dello “sciopero riconducibile”.

In un comunicato congiunto, di cui riportiamo di seguito la traduzione, le Federazioni CGT delle industrie chimiche, dell’elettricità e del gas, dei porti e dei portuali e dei ferrovieri annunciano di voler convocare nei prossimi giorni varie e diverse iniziative di lotta per amplificare lo sciopero e per rafforzare il braccio di ferro.

I lavoratori portuali e i dockers saranno nuovamente in sciopero a partire da lunedì 6 febbraio, il settore dell’energia dal 6 febbraio, mentre il settore petrolifero fa appello allo sciopero per il 7 e l’8 febbraio, così come i lavoratori delle ferrovie.

Lungi dall’essere scioperi puramente settoriali, isolati l’uno dall’altro, si tratta di mettere in campo un processo di mobilitazione generale con azioni coordinate a partire proprio dai settori strategici dell’economia e in grado di mettere in difficoltà il governo, come accaduto con i blocchi delle raffinerie ad ottobre scorso.

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In risposta ai sondaggi d’opinione schiaccianti e alle manifestazioni di massa, il Primo Ministro Élisabeth Borne dichiara che 64 anni non sono negoziabili, mostrando una postura sorda e brutale.

Il governo conferma di essere in una lotta per il potere: detiene il potere e lo userà contro l’opinione della popolazione, finché questa non lo costringerà a fare altrimenti.

I lavoratori hanno ovviamente un ruolo unico in questa situazione, poiché hanno la capacità di intervenire nella produzione di ricchezza del Paese, e quindi nei profitti delle aziende.

Agendo attraverso gli scioperi, possono costringere il governo neoliberista a fare marcia indietro.

Le giornate di azione del 19 e 31 gennaio 2023 hanno dimostrato quanto sia profondo il rifiuto della riforma pensionistica. I dibattiti pubblici dimostrano ogni giorno di più che l’aumento dell’età pensionabile non è giustificato, né dal punto di vista demografico né da quello economico, e ancor meno da quello umano.

Questa riforma ingiusta e retrograda non passerà!

Ed è urgente tornare a un’età pensionabile più equa: 60 anni per tutti, con nuovi diritti al pensionamento anticipato nelle professioni e negli impieghi usuranti e modalità che consentano un buon livello di pensione.

Non vogliamo combattere solo per coloro che hanno molto da perdere, ma vogliamo conquistare il progresso sociale per tutti!

Siamo tutti preoccupati! Dobbiamo agire tutti!

Le Federazioni CGT delle Miniere e dell’Energia (FNME), delle Industrie Chimiche (FNIC) e dei Porti e Bacini, a cui si è aggiunta la Federazione CGT dei Ferrovieri, hanno deciso di coordinare il più possibile le loro azioni per sviluppare l’efficacia delle mobilitazioni sindacali nei territori.

Questo approccio è destinato ad essere esteso al maggior numero possibile di settori dell’economia.

Invitiamo pertanto i lavoratori a partecipare massicciamente alle grandi manifestazioni delle giornate d’azione interprofessionali.

Le nostre Federazioni sono parte della ricerca di un migliore rapporto di forza.

Di conseguenza, le nostre Federazioni convocheranno nei prossimi giorni varie e diverse iniziative di lotta per amplificare in particolare lo sciopero riconducibile (ad oltranza, coordinato per settori).

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1 Commento


  • Giovanni

    E i nostri sindacati confederali, invece, cosa fanno, in un Paese consegnato alle destre??

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