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Guerra in Ucraina: il G7 “non piega” il G20. Biden nervoso per il piano di pace cinese

Niente comunicato congiunto sulla guerra in Ucraina. La riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20 conclusasi ieri a Bangalore in India, dopo due giorni di lavori non ha prodotto una sintesi condivisa dagli Stati che ne fanno parte.

La presidenza indiana del G 20 ha pubblicato un documento finale con la sintesi dei risultati ma i delegati si sono divisi sulla guerra in Ucraina, sottoscrivendo tutti i punti (e gli allegati) a eccezione dei due riguardanti il conflitto. “La maggior parte dei membri ha condannato fermamente la guerra in Ucraina e ha sottolineato che sta provocando un’immensa sofferenza umana e l’inasprimento delle fragilità esistenti nell’economia globale”, si legge nel documento.

Tuttavia, “c’erano altre opinioni e diverse valutazioni della situazione e delle sanzioni”. “C’è stata una discussione sulla questione”, spiega la presidenza indiana, e sono state ribadite le posizioni nazionali espresse in altre sedi, tra cui il Consiglio di sicurezza e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. I paragrafi 3 e 4 del documento, tratti dalla dichiarazione dei leader del G20 dello scorso novembre a Bali, in Indonesia, sono stati concordati da tutti i Paesi membri ad eccezione della Russia e della Cina.

Il documento riconosce che “i problemi di sicurezza possono avere conseguenze significative per l’economia globale”, ma afferma anche che “il G20 non è il forum per risolvere i problemi di sicurezza”.

Secondo la dichiarazione della presidenza indiana, comunque, “è essenziale rispettare il diritto internazionale e il sistema multilaterale che tutela la pace e la stabilità. Ciò include la difesa di tutti gli scopi e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite e il rispetto del diritto umanitario internazionale, compresa la protezione dei civili e delle infrastrutture nei conflitti armati”. “L’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari è inammissibile. La risoluzione pacifica dei conflitti, gli sforzi per affrontare le crisi, così come la diplomazia e il dialogo, sono vitali. L’era di oggi non deve essere di guerra”, si legge nella conclusione della parte di testo non condivisa all’unanimità dai partecipanti.

“Il problema dell’Ucraina deve essere risolto attraverso il dialogo e la diplomazia, l’India è pronta a contribuire a qualsiasi processo di pace”, ha detto il primo ministro indiano Narendra Modi in una conferenza stampa con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

L’Occidente verifica ancora una volta che il mondo è più grande di lui e la pacchia dell’obbedienza globale è ormai finita.

A conferma del crescente nervosismo USA per la perdita di egemonia mondiale, è arrivata la stizzita reazione del presidente americano Joe Biden che ha liquidato la proposta della Cina per una soluzione della guerra in Ucraina. “Se a Putin piace, come può essere un buon piano?”, ha affermato Biden ad una domanda sul documento di 12 punti promosso dal presidente Xi Jinping, che sollecita una “soluzione politica”, il ritiro delle sanzioni e sollecita tutti a sostenere Russia e Ucraina nella ripresa “del dialogo diretto” il più rapidamente possibile.”Ci sono vantaggi solo per la Russia in quel piano”, ha rincarato il presidente Usa in un’intervista a Abc News sottolineando che l’idea che la Cina “negozi l’esito di una guerra totalmente ingiusta per l’Ucraina non è razionale”.

Ma nonostante il veto di Biden,  la Cina si avvia a diventare un importante crocevia sui destini del conflitto tra Mosca e Kiev con la visita di Stato della prossima settimana del presidente bielorusso Alexander Lukashenko e quella del presidente francese Emmanuel Macron prevista nei primi giorni di aprile.

 

 

 

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