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Georgia. Il governo ritira la legge contestata, più americana che “russa”

Dopo un giorno e due notti di protesta, il governo georgiano, che ho scoperto con un certo stupore essere considerato dai nostri media “filorusso”, ha deciso di ritirare la legge definita, di conseguenza, “filoPutin”. Vedremo se l’obiettivo dei manifestanti era in effetti quello o se, trovandosi in piazza, decideranno di restarci.

C’è già chi chiede di rovesciare il governo, anche se basterebbe aspettare il 2024, quando si terranno le nuove elezioni: ma si sa, “la democrazia” ha sempre fretta.

Interrogati nel merito della legge, molti di coloro che esultano per la sua cancellazione non sembrano avere le idee chiarissime e la definiscono variamente come “una legge che colpisce (senza specificare come) i media” o “una legge che abolisce le associazioni“, trovandosi però tutti d’accordo sul fatto che è una legge “come quella russa“.

Ecco, in realtà no. La legge russa sugli “agenti stranieri“, adottata nel 2012 e via via inasprita nel corso degli anni (l’ultima volta nel settembre 2022) obbliga chiunque riceva o abbia mai ricevuto non meglio specificati “sostegno” o “influenza” dall’estero (anche non finanziari), o sia stato “affiliato” a entità straniere, a dichiararsi “agente straniero“, perdendo il diritto a ricevere finanziamenti statali, lavorare nelle università statali o insegnare nelle scuole, e rischiando di avere i propri canali di comunicazione (tipo il sito web) chiusi dalle autorità senza bisogno di un ordine del tribunale,

Per dire, io in Russia potrei essere qualificato come “agente straniero“, visto che ricevo uno stipendio dal Ministero dell’Istruzione bulgaro, e non potrei insegnare in una università russa a meno di rinunciare alla mia affiliazione.

La proposta di legge georgiana invece imponeva a media e associazioni (non privati cittadini) che ricevono dall’estero più del 20% dei propri fondi di registrarsi in un apposito elenco e inviare al Ministero degli Interni la propria documentazione finanziaria una volta l’anno, pena una multa corrispondente a 9.550 dollari.

In caso non si ottemperi a questa disposizione sono previste varie misure amministrative che, nei casi più gravi, diventerebbero penali.

Più che alla “legge russa” sembrerebbe quindi somigliare al “Foreign Agents Registration Act statunitense” o “FARA” che impone la “public disclosure” di individui o enti che svolgano attività di lobbying o di sostegno a governi, organizzazioni o cittadini stranieri tramite registrazione presso il Ministero della Giustizia, nella quale va dichiarato il loro rapporto con questi enti stranieri, la propria attività a loro favore e i compensi percepiti.

A differenza che in Russia, dunque, negli USA potrei mantenere il mio stipendio bulgaro e insegnare anche lì: sorpresa, avrei potuto farlo anche in Georgia se la legge fosse stata approvata in via definitiva. Legge “americana“, dunque, più che “russa“.

Potenzialmente illiberale, manipolabile e utilizzabile contro avversari politici? Certamente, così come potenzialmente illiberale, manipolabile e utilizzabile contro avversari politici è quella USA (qui qualche caso del passato: https://en.wikipedia.org/…/Foreign_Agents_Registration… ).

Ma siccome una legge potenzialmente illiberale non può essere statunitense, essendo per definizione tutte le leggi statunitensi “liberali”, deve essere russa essendo, sempre per definizione, tutte le leggi russe “illiberali” (e su buona parte di quelle degli ultimi vent’anni possiamo tranquillamente discutere), dal che consegue che tutte le leggi illiberali sono russe, e dunque quella georgiana è una “legge russa“.

L’ultimo passaggio è ovviamente una fallacia logica (tutti i cani sono mammiferi, ma non tutti i mammiferi sono cani), ma pare che la cosa non importi: le proteste contro una legge illiberale sono proteste contro la Russia. Un governo che approva una legge illiberale, o potenzialmente illiberale, è un governo filorusso.

Aspetto dunque con ansia di veder definita “filorussa”, che so, la legislazione polacca sull’aborto. O quella italiana sui migranti.

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