In Francia continua il movimento di scioperi iniziato il 7 marzo con la sesta giornata di astensione del lavoro “inter-professionale” e la relativa mobilitazione in tutto il Paese, con circa 300 manifestazioni in tutto l’Esagono.
Tutti i settori che hanno deciso azioni prolungate fino al ritiro della riforma rimangono fortemente mobilitati.
Intanto, nella notte tra l’8 ed il 9 marzo, il Senato ha approvato il famigerato articolo 7 del progetto di “riforma”, che prevede l’allungamento dell’età pensionabile dai 62 anni attuali a 64 – la CGT chiede il ritorno a 60 -, con l’aumento del periodo dei contributi per potere lasciare il lavoro.
Si sono espressi 201 senatori a favore e 115 contro, in una votazione che ha visto i gollisti di LR insieme alle formazioni che sostengono il governo Macron.
Non è detto che entro domenica sera a mezzanotte il testo possa essere votato integralmente in questo ramo del Parlamento, vista la situazione tutt’altro ordinaria in cui si svolge il dibattito: da un lato un fiume di emendamenti presentati dall’opposizione e dall’altra la reiterata opera di “censura” dell’improvvisata maggioranza a favore del testo, con accuse di compravendita di voti che fioccano pubblicamente.
Tornando alla giornata di sciopero dell’8, i trasporti sono stati ancora fortemente impattati e lo sono stati anche il 9, specialmente nelle ferrovie, con oltre il 40% di astensione del lavoro tra i macchinisti della SNCF.
Hanno viaggiato un TGV su tre, come mercoledì, e il 40% dei treni regionali, con le linee ferroviarie che collegano l’estesa area metropolitana parigina, fin qui soppressi all’80%.
E anche oggi – venerdì – la situazione sarà più o meno la stessa, tranne forse un parziale miglioramento nella RAPT che gestisce metro e bus della capitale.
Il gruppo ferroviario sconsiglia di mettersi in viaggio il 10 e per tutto il week-end. La situazione di “disagio” dovrebbe continuare anche per il traffico aereo, con cancellazioni di voli consigliate alle compagnie aeree dall’autorità che gestisce il traffico aereo.
Nella giornata di mobilitazione della “jeunesse” sarebbero state bloccate una ventina di università – secondo quanto riporta il sindacato universitario L’Alternative – e circa 200 istituti delle medie superiori, stando la Voix lycéenne, con varie mobilitazioni nel paese.
La maggior parte delle raffinerie continueranno il blocco delle spedizioni, ed incominciano a sentirsi le prime ondate di “scarsità” di carburante nelle stazioni di servizio, soprattutto nell’ovest del Paese, dove circa un distributore su quattro si ritrova a corto di rifornimenti.
Un dato destinato ad aumentare con il prolungamento dello sciopero, soprattutto nella ventilata ipotesi di un fermo totale degli impianti.
Il presidente della UD13 della CGT, Oliver Mateu, ha ribadito che chiamerà tutti i lavoratori della zona di Marsiglia a difendere un eventuale decisione di “requisizione” di parte prefettizia.
La giornalista che intervistava, per RMC, il leader sindacale ha usato l’espressione “una sorta di esercito di lavoratori” per descrivere ciò che accadrebbe qualora i lavoratori solidali con i chimici si muovessero a dar loro man forte, difendendo con il mutuo appoggio il diritto di sciopero.
Una espressione involontariamente suggestiva che dà la cifra dell’immaginario che l’azione collettiva dei lavoratori sta sollecitando nell’Esagono.
Continua la mobilitazione – pressoché totale – nei settori dell’energia (elettricità e gas) con lo spettacolare taglio alle forniture al villaggio olimpico parigino – compreso lo stadio di Francia, a Saint Denis – nell’operazione di “sobrietà energetica” che vedrà dei tagli mirati “in crescendo” nei prossimi giorni, fino al ritiro della riforma.
I quattro terminali metanieri del GNL sono bloccati, così come 13 siti di stoccaggio del gas.
In sintesi, come ha dichiarato Fabrice Coudour, segretario federale della FNME-CGT: “a parte quel poco d’importazione e il biogas, non ci sono più rifornimenti in entrata nella rete del gas”.
Il 9 marzo è stato il 4 giorno consecutivo di sciopero degli “operatori ecologici” (Éboueurs) della capitale, con problemi di raccolta dei rifiuti e negli inceneritori. Un’astensione dal lavoro prolungata – con l’occupazione dei siti di trattamento – che ha bloccato il settore con tonnellate e tonnellate di rifiuti non raccolti, che si stanno ammassando a Parigi, ingombrando pesantemente le strade.
In sintesi, anche nella giornata di venerdì, in attesa della giornata unitaria di mobilitazione chiamata dall’intersindacale per sabato 11 marzo, la pressione sul governo del “presidente dei ricchi” verrà mantenuta ed amplificata.
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Giancarlo Staffo
Non si vedono richiami contro la guerra.