Cari amici,
Lo scorso fine settimana, 30.000 persone si sono riunite nella campagna francese per protestare contro una «megabassine» – un’enorme riserva idrica a cielo aperto utilizzata per sostenere l’agricoltura industriale e che si è rivelata un disastro per le falde acquifere e, più in generale, per l’ambiente. L’iniziativa faceva parte di una giornata di azione organizzata dal collettivo “Les Soulèvements de la Terre” (le rivolte della Terra).
Lo Stato ha schierato più di 3.200 agenti di polizia armati di armi da guerra. Più di 4.000 granate sono state lanciate contro i manifestanti, ferendone innumerevoli. Due persone sono ancora in coma e lottano per la loro vita.
Da allora, è stato provato che le forze di polizia hanno impedito attivamente ai soccorsi di venire in aiuto alle vittime. Il Ministro degli Interni ha avviato una procedura per sciogliere “Les Soulèvements de la Terre” come forma di repressione legale.
Il nostro messaggio è un appello alla solidarietà e ci auguriamo che lo sottoscrivate e lo condividiate ampiamente.
Riconosciamo che alcuni di voi vivono questo tipo di oppressione quotidianamente, sotto regimi che possono essere anche più brutali. Riconosciamo anche che questo tipo di armi e di artifici legali sono stati utilizzati in Francia soprattutto per colpire le persone di colore. Non fingiamo che ciò che stiamo affrontando sia unico: fa parte di un sistema più ampio di violenza, dominio, estrazione e razzismo contro cui siamo impegnati a lottare, oggi più che mai.
Con amore, rabbia e cuore pesante,
Siamo la Rivolta della Terra
Martedì 28 marzo, mentre le manifestazioni contro la riforma delle pensioni erano in pieno svolgimento in tutta la Francia, con gesti di solidarietà per i feriti della repressione a Sainte Soline, Darmanin ha annunciato l’avvio di una procedura per lo scioglimento de “Les Soulèvements de la Terre”. La procedura è stata avviata il 29 marzo.
L’annuncio è una risposta al diluvio di critiche sul modo deplorevole in cui la polizia ha agito in Francia nelle ultime settimane. La manifestazione di sabato 25 marzo a Sainte Soline contro le « megabassines » e l’accaparramento dell’acqua è stata solo l’apice di una macabra sequenza iniziata diverse settimane fa, per farci capire che non è più opportuno uscire di casa per dimostrare la propria opposizione alle politiche del governo.
Oggi piangiamo tutti i feriti del 25 marzo e vegliamo sui due manifestanti che sono in coma tra la vita e la morte. Pensiamo a tutti coloro che hanno dovuto affrontare un dispositivo militare progettato per terrorizzare, rischiando di uccidere. Un dispositivo di inaudita brutalità, che lo stesso giorno, ha persine ostacolato l’arrivo dei soccorsi, il tutto per proteggere un simbolo, quello della loro autorità, contro ogni ragione.
Mutilare e dissolvere. Lo scioglimento, questa nuova manovra del Ministro dell’Interno per cercare di far dimenticare la brutale repressione da lui orchestrata, è un po’ troppo rozza. Il progetto di scioglimento era infatti “trapelato” alla stampa da un articolo di Le Parisien del 20 dicembre 2022, il primo di una serie di articoli troppo sostenuti per essere azzardati, sul profilo degli attivisti ambientalisti radicali, su questi movimenti o questi territori che “si allontanano dalle regole della Repubblica”.
Quello che si capisce dagli interventi dei ministri di questo governo è che sembrano decisi, trascinati dalla loro stessa febbre, a tassare di “ultrasinistra” tutto ciò che li ostacola. Il termine, riciclato, copre ormai quasi perfettamente il termine “oppositore”, di ogni tipo.
In questo caso, il governo ha cercato di utilizzare una doppia strategia. Da un lato, castiga l’ecoterrorismo, i black bloc e gli attivisti ambientalisti radicali, accusati di parassitare i “legittimi movimenti per la salvaguardia del pianeta”, e dall’altro taglia fuori furbescamente tutte le associazioni di difesa dell’ambiente che lottano a piedi uniti per rallentare il corso del disastro ecologico.
Così, dopo la legge anti-separatismo, decine di associazioni sociali, ambientali e culturali sospettate di non aderire al “Patto repubblicano”, o semplicemente troppo critiche per i loro gusti, si sono viste rifiutare i finanziamenti, inquietare le prefetture, bandire dagli organi di consultazione e inserire in misteriose liste nere che circolano di dipartimento in dipartimento.
Non c’è nulla che ci sorprenda. Quello che ci stupisce è che pensino che questi vecchi trucchi siano sufficienti a fermare una rivolta fondamentale contro la continua distruzione della vita.
Le Rivolte per la Terra (Soulèvements de la Terre) sono una coalizione di forze in crescita: Con il passare dei mesi, un’intera costellazione di collettivi di abitanti in lotta, di associazioni per la difesa dell’ambiente, di fattorie, di gruppi naturalisti, di mense popolari, di sindacalisti contadini, di scienziati in rivolta, di sindacati, di gruppi autonomi, di movimenti di educazione popolare, di rappresentanti eletti, di persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali, si stanno riunendo e organizzando sotto la bandiera delle Rivolte della Terra. E nulla può dissolvere tutto questo.
Anzi, oggi è proprio questo governo che la maggioranza degli abitanti del Paese vorrebbe vedere dissolto.
Quindi, per dare un po’ di sostanza alla loro inquisizione, noi che firmiamo questa tribuna e tutti coloro che non mancheranno di unirsi a noi, renderemo pubblica la nostra adesione alle Rivolte della Terra.
Saremo quindi presenti alle manifestazioni in solidarietà con i feriti di Sainte Soline e per la fine della violenza poliziesca, questo giovedì alle 19 davanti alle prefetture, oltre a partecipare ai comitati locali delle Rivolte per la Terra che oggi chiediamo vengano creati ovunque sul territorio e non solo.
Ci solleviamo tutti contro la visione del mondo e della vita che questo governo incarna, contro la distruzione degli ambienti naturali, la scomparsa delle terre coltivabili, l’accaparramento dell’acqua, l’aumento della durata del periodo contributivo, che è solo un paravento per l’ingiusta spartizione delle ricchezze, contro le mutilazioni, a volte mortali, che da troppo tempo stanno infliggendo ai nostri amici, ai nostri figli, ai nostri compagni.
Ci stiamo sollevando, ognuno dal proprio posto, ognuno a modo suo. Il movimento della Rivolta per la Terra non può essere dissolto perché è multiplo e vivo. Non si può dissolvere un movimento, non si può dissolvere una rivolta.
Chiediamo a tutti di unirsi a noi per rendere nullo questo tentativo di soffocamento. Noi siamo, tutti insieme, la Rivolta della Terra.
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