Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Pechino, dove sarà in visita in Cina per tre giorni. Nella visita si è “imbucata” anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che si è messa nella scia della missione francese.
Prima di partire per la Cina, Macron ha avuto però un colloquio preliminare con Biden, durante il quale – secondo le fonti dell’Eliseo – è stata concordata la “volontà comune di impegnare la Cina ad accelerare la fine della guerra in Ucraina e partecipare alla costruzione di una pace duratura nella regione”. I due capi di Stato hanno anche espresso la volontà di “ottenere dalla Cina una contribuito allo sforzo globale di solidarietà Nord-Sud e di costruire con la Cina un’agenda comune sul clima e biodiversità”, ha riferito l’Eliseo.
Prima di Macron in Cina era arrivato il premier spagnolo Sanchez mentre a metà aprile è prevista la visita del ministro degli Esteri tedesco Baerbock. Domani saranno in visita i ministri degli esteri dell’Iran e dell’Arabia Saudita per consolidare lo storico accordo raggiunto il 10 marzo scorso proprio a Pechino. Insomma la Cina si sta rivelando un vero e proprio crocevia diplomatico sottraendo la palla agli Stati Uniti nella soluzione delle tensioni a livello internazionale.
“L’Europa è tragicamente caduta in una trappola durante la crisi ucraina e ora sta affrontando la più grande crisi umanitaria, politica e di sicurezza dalla seconda guerra mondiale, che non è la situazione che la Cina vuole vedere”, ha affermato Wang Wen, decano dell’università di Pechino al Global Times.
Questa è la terza visita del presidente Macron in Cina e la prima nel suo secondo mandato.
Il presidente francese arriva accompagnato dall’ex primo ministro Jean-Pierre Raffarin, dal presidente del Consiglio costituzionale francese Laurent Fabius, da diversi ministri e deputati e da più di 60 amministratori e manager di grandi imprese.
In un’intervista a Nouvelles d’Europe, l’ambasciatore cinese in Francia Lu Shaye ha osservato che questa visita ha inviato “un segnale positivo al mondo esterno che i due paesi stanno collaborando strettamente in vari campi e stanno rispondendo congiuntamente alle crisi globali, dando nuovo slancio nello sviluppo di partenariati strategici completi Cina-Francia e Cina-UE nella nuova era”.
Secondo l’ambasciatore cinese le relazioni Cina-Francia e Cina-Europa hanno registrato alcune battute d’arresto e difficoltà negli ultimi due anni, soprattutto intorno a tre questioni:
“In primo luogo, gli Stati Uniti hanno intensificato il contenimento della Cina e hanno costretto i loro alleati europei a schierarsi.
In secondo luogo, il posizionamento della Cina da parte dell’UE ha deviato e alcuni singoli paesi e istituzioni dell’UE hanno intrapreso azioni sbagliate sulla questione di Taiwan e sulle questioni relative allo Xinjiang uno dopo l’altro, danneggiando seriamente gli interessi fondamentali della Cina.
In terzo luogo, la pandemia di COVID-19 ha gravemente ostacolato gli scambi di personale, approfondendo l’allontanamento e l’incomprensione tra le due parti”, ha affermato Lu.
Alla domanda se le due parti troveranno un terreno più comune sulla crisi ucraina durante la visita del presidente Macron, l’ambasciatore Lu Shaye ha osservato che sia la Cina che la Francia sono paesi importanti con influenza globale e forze importanti per il mantenimento della pace. “Di fronte a cambiamenti complessi e profondi nella situazione internazionale, il valore strategico e il significato speciale delle relazioni Cina-Francia sono stati ulteriormente evidenziati… La Cina è disposta a comunicare con la Francia sulla crisi ucraina, promuovere tutte le parti interessate a riflettere seriamente su lezioni profonde della crisi ucraina, aderire alla corretta direzione dei colloqui di pace e costruire veramente un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile”.
Ma domani in Cina arrivano anche i ministri degli Esteri di Arabia Saudita e Iran, Faisal bin Farhan e Hossein Amirabdollahian. L’incontro servirà ad attivare ufficialmente i contenuti dello storico accordo per il ripristino delle relazioni bilaterali firmato dai due paesi il 10 marzo scorso a Pechino, e ad organizzare gli scambi di rappresentanti diplomatici interrotti da sette anni.
Secondo le fonti, la scelta di Pechino come luogo dell’incontro riflette il riconoscimento da parte dei due paesi del fondamentale ruolo di mediazione svolto dalla Cina nella firma dell’accordo bilaterale del 10 marzo.
Il riavvicinamento tra Teheran e Riad segue ad anni di tensioni che si sono riversate in tutto il Medio Oriente, in particolare nello Yemen e in Siria. ”L’Arabia Saudita e l’Iran hanno intrattenuto con successo il dialogo a Pechino e ripristinato le loro relazioni bilaterali, che è una vittoria per la pace, non solo facendo eco alla Global Security Iniziative cinese ma anche una vivida pratica di costruzione di una comunità umana di futuro condiviso, ha affermato la rappresentante del ministro degli Esteri cinese Huan Chunying
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