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Palestina/1. La polizia israeliana scatenata contro i palestinesi sulla spianata delle Moschee

La posta in gioco su Gerusalemme fa divampare la tensione con i palestinesi e le mire israeliane sulla città. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, Wafa, questa mattina presto e ieri sera la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea di Al-Aqsa nella Gerusalemme est occupata per rimuovere con la forza centinaia di fedeli palestinesi che stavano tenendo una veglia di preghiera del Ramadan.

Testimoni e medici hanno affermato che la polizia israeliana ha usato una forza eccessiva per rimuovere i fedeli che hanno chiuso i cancelli dell’edificio Qibli nel complesso per impedire alla polizia di entrarvi.

Tuttavia, la polizia ha sparato gas lacrimogeni all’interno dell’edificio dopo aver rotto le finestre provocando gravi casi di soffocamento.

I medici hanno detto che la polizia gli ha impedito di entrare nel complesso per aiutare i fedeli, molti dei quali sono stati arrestati mentre altri sono stati picchiati e costretti a lasciare il complesso recintato.

La polizia israeliana ha rimosso i fedeli musulmani per preparare la strada ai fanatici ebrei questa mattina sono entrati nel recinto della spianata delle Moschee.

I video che circolano sui social mostrano agenti di polizia israeliani che picchiano palestinesi con manganelli e calcio di fucile nella moschea. Il ministero degli Esteri giordano ha condannato gli scontri di al-Aqsa, mentre l’Egitto ha chiesto l’immediata cessazione del “palese assalto ai fedeli” da parte di Israele.

La polizia israeliana dichiara di aver usato la forza per evacuare i fedeli che erano rintanati nella moschea con fuochi d’artificio, pietre e bastoni aggiungendo che un ufficiale è stato ferito a una gamba da una pietra e che decine di “rivoltosi” sono stati arrestati.

Diversamente i palestinesi affermano che è stata invece una aggressione ingiustificata mentre i fedeli pregavano. Quando si è diffusa la notizia di quanto avveniva a Gerusalemme, in Cisgiordania e a Gaza la popolazione palestinese è scesa nelle strade per protestare. Il portavoce del presidente Mahmoud Abbas, ha avvertito Israele che questa mossa “supera tutte le linee rosse e porterà a una esplosione del conflitto”.

Hamas e Jihad islamica hanno chiesto ai residenti palestinesi Gerusalemme, Cisgiordania e Israele di riunirsi intorno alla moschea di al-Aqsa e affrontare le forze israeliane. Mentre l’esercito israeliano ha confermato il lancio di razzi verso il sud di Israele. Cinque razzi sono stati intercettati e quattro sono atterrati in aree aperte.

Questa mattina l’aviazione israeliana ha colpito diversi siti nella Striscia di Gaza, due a ovest e a sud-ovest della città di Gaza e un altro nei pressi del campo profughi di al Nuseirat.

Ieri un giovane palestinese ha ferito a coltellate due soldati israeliani nei pressi della base militare di Tzrifin, nel centro di Israele. Si segnala una sparatoria in una città nel nord di Israele, nei pressi del kibbutz di Ma’ala Gilboa, rivendicata da un gruppo affiliato alla Jihad islamica. Sabato notte, primo aprile, un palestinese ha speronato il veicolo su cui si trovavano tre militari israeliani a sud di Betlemme, vicino al villaggio di Beit Ummar, in Cisgiordania.

La tensione era già alta da mesi a Gerusalemme est e in Cisgiordania e la situazione è precipitata con la convergenza del Ramadan e della Pasqua ebraica, inevitabile che Gerusalemme fosse al centro dello scontro. Secondo Associated Press, dall’inizio dell’anno almeno 88 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano mentre gli attacchi palestinesi contro gli israeliani hanno provocato la morte di 15 persone.

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