Oggi giovedì 13 aprile in Francia si svolgono il dodicesimo sciopero “inter-professionale” e la dodicesima giornata di mobilitazione nazionale contro la riforma delle pensioni.
Domani si esprimerà il Consiglio Costituzionale – organismo composto da nove “saggi” che monitora la costituzionalità delle leggi – sia sul discusso pacchetto di riforma pensionistica, licenziato dal Commissione Mista Paritaria (CMP) e approvato senza la votazione all’Assemblea Nazionale, sia sulla possibilità di avvio del Referendum di Iniziativa Condivisa (RIP) affinché l’età pensionabile resti a 62 anni.
Se l’esecutivo passasse indenne il giudizio del Consiglio, con una bocciatura parziale o un via libera, Macron avrebbe 15 giorni per promulgare la legge approvata.
Se il RIP venisse accettato, si avrebbero nove mesi per raccogliere 4,8 milioni di firme (un decimo degli elettori aventi diritto) per poi potere procedere effettivamente a un referendum.
La battaglia si sposterebbe, in parte, dalle piazze alle urne.
Ma tornando alla giornata di oggi.
Il traffico ferroviario sarà perturbato, sembra in maniera meno impattante che durante i picchi della protesta. Ci sarà un 1/5 dei voli cancellati negli scali di Nantes, Bordeaux e Tolosa, ma non dovrebbero essere toccati gli scali parigini di Orly e Rossy, interessati in precedenza dallo sciopero dei controllori di volo.
Ma non è detto che, come è già più volte successo, gli scali areo-portuali, insieme al traffico viario e alle stazioni ferroviarie non siano l’obiettivo dei blocchi sin dal primo mattino; ed in ogni caso l’azione dei lavoratori aereoportuali avrà degli effetti sul traffico aereo europeo.
I lavoratori del petrolchimico stanno continuando con uno sciopero duro (4 raffinerie su 7 sono ancora bloccate), e gli operatori ecologici parigini sono ridiscesi in sciopero “ad oltranza”, mentre le altre categorie più mobilitate – lavoratori dell’Energia e portuali – stanno continuando, ognuno a suo modo, le iniziative di protesta.
Blocchi, manifestazioni selvagge, operazioni “ville morte”, “barrage filtrant” del traffico automobilistico, ed altre iniziative di protesta in diverse città francesi hanno preceduto la protesta del 13 aprile per cercare di mantenere una pressione costante sul governo.
I settori più militanti del sindacalismo combattivo della CGT e di SUD chiedono un “cambio di passo” nella strategia dell’intersindacale, che raggruppa le otto organizzazioni dei lavoratori e 5 della gioventù.
Non più singole giornate di sciopero, ma uno sciopero ad oltranza.
Continuano i blocchi di vari istituti delle medie superiori e delle università. L’Assemblea Generale studentesca della regione parigina chiama a manifestare in direzione del Consiglio Costituzionale, venerdì pomeriggio, a partire dalle 14 dalla Stazione di Saint-Lazare, e di rimanere nelle strade.
Un invito che dà continuità alle mobilitazioni “notturne”, che avvengono dal giorno dell’uso dell’articolo 49.3 da parte del governo di Elisabeth Borne, e dal giorno in cui l’esecutivo per un soffio – appena 9 voti – non è andato sotto sulla sfiducia.
Il clima di sfiducia e di contestazione non è certo scemato. Macron è stato contestato anche all’Aja, nei Paesi Bassi, in un incontro cui gli studenti hanno calato uno striscione con su scritto in inglese: “Presidente della violenza e dell’ipocrisia”.
Di sicuro anche il capo dell’Esecutivo fa di tutto per rinfocolare l’odio nei suoi confronti, considerando che dopo le parole di critica del Ministro degli Interni Gérald Darmanin nei confronti della Lega dei Diritti dell’Uomo(LDH), anche la Borne ha pensato bene di fargli eco.
«Ho molto rispetto per ciò che la LDH ha incarnato. Ma non comprendo più alcune sue posizioni», ha detto il capo dell’esecutivo.
La Ligue ha denunciato tra l’altro l’ostacolo ai soccorsi durante la giornata di mobilitazione contro i mega-bacini idrici a Sainte-Soline, il 25 marzo. Una vera e propria “macelleria messicana” che ha causato il coma di due persone, tra cui un manifestante che lotta ancora tra la vita e la morte, oltre a più di un centinaio di feriti.
É notizia di ieri che l’organismo di ispezione interno sull’operato della polizia ha ritenuto che gli agenti di polizia del reparto motorizzato (BRAV-M), che “sparavano” dai quad, “non hanno infranto le regole”!
Un clima di impunità con chi critica l’operato delle forze dell’ordine e che ora viene “richiamato all’ordine”.
Alla reggia di Versailles e di fronte alla Torre Eiffel è apparso nei giorni scorsi uno striscione gigante con un gioco di parole che potremmo tradurre “Senza tregua fino al ritiro della riforma pensionistica”.
Cartoline da un paese che non si piega ai volere di un presidente-monarca.
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Gennaro tessitore
ieri ospite della Palombelli, c’era RAMPINI, uno dei tanti giornalai italiani,che a proposito della situazione in Francia , non esitava definire Sacrosanta la riforma delle pensioni in Francia..
Per il resto fate voi.
Pantera
Come Re agisce la padronanza.
PARIGI (Reuters) – Edf ha avvertito che gli scioperi prolungati presso i suoi reattori nucleari e le centrali idroelettriche sono costati al gruppo 1 miliardo di euro in termini di produzione persa e che sta rivedendo i piani di assunzione per l’anno in corso
Membri del sindacato e sono state informate da due dirigenti di Edf in conversazioni separate la scorsa settimana, hanno detto a Reuters di aver saputo che il management del gruppo ha chiesto a tutte le divisioni di vedere quali assunzioni potrebbero essere rimandate al prossimo anno.
Un portavoce di Edf ha detto a Reuters che è stata imposta una moratoria sulle assunzioni. Il portavoce non ha dato dettagli sui motivi e non ha rilasciato commenti sull’impatto finanziario degli scioperi sul gruppo, che è in procinto di essere completamente nazionalizzato.
L’impatto finanziario subito a causa dell’azione sindacale, confermato a Reuters da una fonte interna all’azienda, segue una perdita record nel 2022, anno in cui l’azienda è stata penalizzata da interruzioni dei reattori.
La notizia giunge mentre il nuovo Ceo di Edf elabora un piano per incrementare la produzione nucleare e alleggerire il forte indebitamento del gruppo.
Nessun commento da parte del ministero dell’Economia francese.
Il gruppo aveva originariamente previsto tra 3.000 e 3.500 assunzioni nel 2023, soprattutto nei settori della produzione nucleare e delle vendite, secondo una delle fonti.
La stessa fonte ha affermato che le interruzioni dei lavori di manutenzione e riparazione dei reattori nucleari causate da oltre un mese di scioperi contro l’impopolare riforma delle pensioni potrebbero causare ritardi di 18-24 mesi al programma di manutenzione.
Pasquale
Quando sarà che l’Italia potrà imparare…