Incriminato da un giudice per 34 reati, Donald Trump si sporca le dita con l’inchiostro, appone le impronte digitali e proclamando la sua innocenza va in libertà condizionata nella sua tenuta in Florida. Niente catene alle caviglie, alle mani e alla vita, ma sorveglianza notte e giorno dell’intelligence e della polizia federale.
Corre voce che il suo aereo privato venga seguito in volo da un F-35 dell’aviazione militare. Se fosse vero si dovrebbe credere al timore di un’evasione: in Russia? In Cina? A Cuba? Allusioni fantasmagoriche?
Certo, perché sarebbe il caso unico della storia americana, perché i presidenti rassegnano le dimissioni o vengono assasinati; come Abraham Lincoln, James Garfield, William McKinley e John F. Kennedy.
Trump non ha paure del genere e tutt’al più può fare la fine di Nixon o beccarsi un condono dal successore.
I capi dell’esecutivo a Washington hanno reso palese una loro tendenza, assassinare o far giustiziare i capi di governo sconfitti all’estero. Facciamo eccezione per Norimberga e citiamo altre vittime dei boia USA.
I due ammiragli giapponesi che avevano firmato la resa incondizionata dopo Hiroshima e Nagasaki, il documento consegnato nelle mani del generale Douglas MacArthur sulla corazzata Uss Missouri, tra le scuse dell’imperatore Hirohito.
Vennero fatti fuori 24 ore dopo (l’evento non è mai stato confermato o smentito dalle autorità USA). E per arrivare a tempi a noi più vicini ecco l’impiccagione di Saddam Hussein, detentore di “armi segrete”, catturato e impiccato dopo un processo burla a Baghdad.
Nella seconda invasione dell’Iraq americani e britannici impiegarono proiettili ad uranio impoverito; ignorate le sue vittime USA e iraqene (ignorati anche i 400 militari italiani uccisi dalla stessa arma micidiale in Yugoslavia ed ora il governo di Sua Maestà Britannica si accinge ad usare lo stesso letale veleno in Ucraina).
L’arma continua ad essere usata nello Yemen e in tre altre guerre asiatiche e africane teleguidate da Washington, che non vuole neppure prendere in esame il piano di pace della Cina. Mentre Putin si sfrega le mani e prepara l’ennesima offensiva in …
E noi stiamo stiamo a perder tempo con Trump, “arrestato” con le impronte digitali.
(trascrizione di Cristina Micalusi)
* da Facebook
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