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Yemen. Lo scambio di prigionieri prelude alla fine della guerra

Il 16 aprile le forze governative sostenute dai sauditi in Yemen e i ribelli Houthi hanno completato uno scambio di prigionieri durato tre giorni. Fino a metà aprile sono stati scambiati circa 900 prigionieri tra le due parti in guerra.

Lo scambio è il risultato di un accordo raggiunto in Svizzera a marzo, nell’ambito di un ciclo di colloqui di pace e riconciliazione tra gli Houthi e l’Arabia Saudita, principale sostenitore del governo yemenita.

Gli storici colloqui di pace sono considerati il risultato del riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita con la mediazione della Cina. Una risoluzione per porre fine alla guerra in Yemen, che dura da anni, sarebbe stata una delle questioni chiave del riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran.

Lo scambio di prigionieri è stato ampiamente riconosciuto come un passo importante verso la pace in una guerra che, secondo l’amministrazione sostenuta dagli Houthi a Sana’a, ha già causato oltre 1,5 milioni di vittime e milioni di sfollati. A causa del blocco imposto dai sauditi, milioni di persone, tra cui almeno 2,2 milioni di bambini, hanno sofferto di malnutrizione acuta e fame.

L’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg, che ha contribuito a mediare l’accordo di scambio dei prigionieri in Svizzera, ha commentato: “Questa operazione di rilascio arriva in un momento di speranza per lo Yemen e ricorda che il dialogo costruttivo e i compromessi reciproci sono strumenti potenti in grado di raggiungere grandi risultati. Oggi centinaia di famiglie yemenite potranno festeggiare l’Eid con i loro cari perché le parti hanno negoziato e raggiunto un accordo. Spero che questo spirito si rifletta negli sforzi in corso per portare avanti una soluzione politica globale“.

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