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La prima volta all’hotel Bravia di Niamey

Visto finora solo dall’esterno, l’hotel Bravia appare come una fortezza cintata nel quartiere ‘plateau’ di Niamey.

E’ il numero tre dei 18 hotel di Niamey, cresciuti come funghi durante il regime ‘socialista’ del precedente Presidente della Repubblica. Assieme a nuove arterie che collegano con il rinnovato aeroporto internazionale, gli hotel di Niamey si vogliono come luogo di incontri, sessioni, dibattiti e approdo per organismi onusiani, africani e Ong internazionali.

Il sito dell’hotel ricorda che il prezzo di una camera del Bravia per un giorno è di 175 000 franchi locali, cioè 266 euro. Meno comunque del più noto ‘Radisson Blu’ il cui prezzo per camera è di 190 000 franchi per notte.

I proprietari sono indiani e la sede del gruppo Bravia, che possiede anche le agenzie di viaggio Satguru, si trova a Dubai. Varie cucine, piscina, sale di incontri e atrio monumentale climatizzato. L’altro Niger, quello fittizio, globalizzato, da mercato africano libero e soprattutto per la classe transnazionale appare nel suo splendore. Poi, giusto accanto, c’è l’altra Niamey.

Ed è nel grande salone dell’hotel Bravia che, per la prima volta c’è stato l’incontro con Mariam, giornalista del quotidiano del Burkina Faso Sidwaya, venuta per una sessione di formazione e scambio.

Sidwaya, nella lingua Moré, significa che ‘la verità è arrivata’…e per Mariam, da tempo ormai, la verità è il nome proprio che le donne hanno dato alle sue parole. Ha ricevuto il prestigioso premio Bayeux nel 2022, assegnato dal 1994 ai giornalisti che si distinguono nell’operare in condizioni particolarmente difficili il loro mestiere.

Mariam parla delle donne sfollate, rifugiate, abbandonate, usate e poi gettate al pubblico disprezzo nel Paese che Thomas Sankara, il capitano rivoluzionario, aveva cercato di rendere libere. La sua serie di reportage portava come titolo: ‘Asse Dablo-Kaya: la strada dell’inferno delle donne sfollate’. Con sensibilità, tatto e prossimità tutta femminile, Mariam ha la straordinaria capacità di avvicinare le donne vittime di stupro e di coloro che, per condizioni di vita nella solitudine, sono schiave della prostituzione loro imposta.

I militari italiani, tra gli altri, sono ospiti dell’hotel, forse con sconto comitiva e comunque in un contesto nel quale il salario minimo garantito mensile, alla vigilia della festa del primo maggio, è di 30 mila franchi e cioè 45 euro per un lavoro di 40 ore.

Gli impiegati dell’amministrazione pubblica e dell’insegnamento sono privilegiati ma raramente la loro mensilità arriva alla tariffa di un giorno passato all’hotel Bravia.

Mariam termina oggi il soggiorno all’hotel e ritorna nel suo Paese, in preda, ormai da anni, a ricorrenti attacchi dei Gruppi Armati Terroristi che hanno seminato morte e distruzione dove hanno operato. L’unica arma che possiede è la scrittura e, anche grazie a lei, la verità è venuta per tante sue sorelle, donne come lei, che tramite le sue parole sono uscite dall’imposto silenzio della società sulla loro sorte. Sì, Mariam prova che solo le donne  salveranno l’Africa e la stessa verità.

 * da Njamey

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