Ebrahim Raïssi, presidente dell’Iran, andrà in America Latina; visiterà il Venezuela, il Nicaragua e Cuba, su invito dei rispettivi presidenti Nicolás Maduro, Daniel Ortega e Miguel Díaz-Canel.
L’Iran sta così riallacciando i rapporti di partnership a suo tempo tessuti dal presidente Mahmoud Ahmadinejad.
A capo di una numerosa delegazione, Raisi cercherà di “sviluppare la cooperazione economica, politica e scientifica” tra Teheran e questi paesi, ha affermato mercoledì l’agenzia di stampa ufficiale Irna.
L’Iran non ha dettagliato il programma di questo primo viaggio del presidente, eletto nel 2021, in America Latina, continente dove Teheran cerca nuovi appoggi sulla scena internazionale. Negli ultimi anni ha particolarmente rafforzato i legami con il Venezuela del presidente Nicolas Maduro.
Nei giorni scorsi, nel corso del vertice a Brasilia, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha sottolineato che nel mondo sta emergendo una nuova geopolitica globale con attori importanti che sono in prima linea nei processi di cambiamento.
Il leader della Repubblica Bolivariana ha ricordato che in precedenza esisteva un mondo unipolare “dove l’impero nordamericano era egemonico e dominante”, mentre ora stanno emergendo nuovi attori che stanno modificando tali equilibri.
“In questa nuova geopolitica mondiale è emerso un movimento molto importante, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), un movimento potente che senza dubbio diventa oggi la punta di diamante o l’avanguardia dei processi di cambiamento della geopolitica mondiale, del potere mondiale“, ha analizzato Maduro, che ha rinnovato l’interesse di Caracas per l’ingresso nell’organizzazione delle principali economie emergenti.
Maduro ha anche sottolineato l’importanza di procedere verso l’integrazione regionale in base ai principi di quello che è già stato ribattezzato il “Brasilia Consensus”, in opposizione al vecchio Washington Consensus imposto dagli Stati Uniti ai Paesi in via di sviluppo, soprattutto latinoamericani.
“Siamo una corrente popolare, rivoluzionaria, bolivariana, di sinistra, e abbiamo partecipato a tutti i processi di integrazione in America Latina e nei Caraibi, e non abbiamo problemi a sederci, discutere, parlare francamente con qualsiasi forza politica, con qualsiasi presidente con qualsiasi corrente, ed è quello che ha avuto luogo: un dialogo rispettoso, tollerante, unità nella diversità“, ha assicurato Maduro.
Già alla vigilia del vertice di Brasilia, Lula, uno degli ideatori dei BRICS, aveva affermato di essere pronto a sostenere la candidatura del Venezuela per l’ingresso nell’organizzazione.
Il leader brasiliano ha anche ricordato che, a causa dell’ostracismo di Jair Bolsonaro, il suo Paese non ha potuto intrattenere legami normali con il vicino Venezuela, ma ha sottolineato che ora ci sono le condizioni per recuperare le relazioni commerciali e per rafforzare i legami culturali, scientifici ed educativi tra i due Paesi, oltre a lavorare congiuntamente per la sicurezza al confine. “Speriamo che nessuno chiuda mai più le porte tra Brasile e Venezuela“, ha fatto eco Maduro.
L’interesse del Venezuela per i BRICS ha ricevuto commenti positivi anche da parte di Cina e Russia. “La Cina crede sempre che i BRICS siano un meccanismo aperto e inclusivo e sostiene il processo di espansione dei BRICS. Siamo pronti a portare presto più partner che la pensano allo stesso modo nella grande famiglia dei BRICS“, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning.
“La dichiarazione del presidente venezuelano Nicolás Maduro riflette la crescente autorevolezza che i BRICS stanno acquisendo nell’attuale situazione internazionale per il loro punto di vista su ciò che sta accadendo e il loro modello di collaborazione tra pari senza sanzioni o pressioni di alcun tipo“, ha commentato invece Aleksandr Ščetinin, responsabile per l’America Latina del ministero degli Esteri russo.
* da Il Faro di Roma
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