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Biden chiama gli alleati. Il sostegno all’Ucraina vacilla negli USA

Un Biden sempre più traballante ha provato a rassicurare gli alleati circa il perdurante sostegno americano all’Ucraina, anche a seguito delle recenti decisioni del Congresso statunitense. Ma mentre discuteva con i leader occidentali, il Congresso ha silurato il portavoce Mc Carthy, colui che avevo reso possibile il compromesso bipartisan sul bilancio.

Il presidente Usa ha avuto un colloquio con i leader dei Paesi alleati sugli aiuti all’Ucraina” afferma la Casa Bianca in una nota in cui ha spiegato che Biden ha chiamato i principali alleati per “coordinare” il sostegno al regime di Kiev.

L’iniziativa arriva sullo sfondo delle preoccupazioni nelle capitali occidentali dopo lo stop del Congresso agli aiuti militari a Kiev. “Il presidente Biden ha chiamato questa mattina gli alleati e partner per coordinare il nostro continuo sostegno all’Ucraina“.

La rinione d’emergenza telefonica, organizzata da Biden, si è svolta con i Capi di Stato e di Governo di Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Giappone, Polonia e Romania, il Segretario Generale della Nato Stoltenberg, il Presidente del Consiglio Europeo Michel e la Presidente della Commissione Europea von der Leyen.

L’appello arriva in mezzo alle preoccupazioni del Pentagono per la diminuzione delle risorse disponibili da inviare all’Ucraina, mentre Kiev incontra enormi difficoltà contro le forze russe. Ma tra le righe è leggibile anche un messaggio da parte di Biden agli alleati: “se i soldi non li possiamo mettere noi, dovrete metterli voi”.

Il Dipartimento della Difesa ha ancora a disposizione 5,4 miliardi di dollari di armi da inviare all’Ucraina, ma sta rapidamente esaurendo i fondi per rifornire anche le proprie scorte.

Ma il problema non riguarda solo il Pentagono. “Le potenze militari occidentali stanno esaurendo le munizioni per consentire all’Ucraina di difendersi dall’invasione su vasta scala della Russia, il fondo del barile ora è visibile”, ha avvertito l’ammiraglio Rob Bauer, il più alto funzionario militare della Nato, nel corso di un Forum per la sicurezza a Varsavia

La decisione del Congresso di escludere i fondi per l’Ucraina dal pacchetto di finanziamenti del bilancio statale è stato un duro colpo per il Presidente ucraino Zelenskyy, che il mese scorso si è recato a Washington per supplicare i leader del Congresso di continuare a fornire aiuti.

Nel frattempo, il dibattito sull’approvazione dei fondi per la prosecuzione del sostegno economico e militare all’Ucraina si è fatto più complicato negli ultimi giorni” scrive il giornale statunitense Politico.

Domenica Biden aveva accennato ad un accordo con il presidente della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy sugli aiuti all’Ucraina. Ma proprio McCarthy, è stato destituito, con un voto storico del Congresso.

McCarthy è vittima di dispute all’interno del suo partito. I congressisti vicini a Donald Trump, aggiungendo i loro voti alla minoranza democratica della Camera, hanno estromesso lo speaker dal suo incarico, accusandolo proprio di aver negoziato con i Democratici un bilancio provvisorio per finanziare l’amministrazione federale, a cui molti conservatori erano contrari.

Il capo della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, martedi ha respinto l’idea che le divisioni tra i repubblicani della Camera possano soffocare gli sforzi per approvare ulteriori aiuti all’Ucraina. Ma i fatti sembrano smentirlo.

La crisi politica interna agli Stati Uniti sembra destinata ad acutizzarsi, sia come conseguenza delle molte contraddizioni accumulatesi fuori e dentro il paese, sia per l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali.

Sulla politica estera gli USA hanno sempre potuto contare su una piena convergenza bipartisan che gli ha consentito di bombardare e intervenire impunemente in mezzo mondo. Ma adesso il gioco sembra non funzionare più, con le spinte incontrollabili sul piano interno che si avviluppano in una spirale difficile da sciogliere.

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