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Gaza. Non ci sono buone notizie. Israele mira all’escalation

Le forze armate e l’aviazione israeliana hanno martellato pesantemente per tutta la notte la Striscia di Gaza. Uno dei raid è avvenuto nel campo profughi di Jabalia, un’area densamente popolata dove vivono più di 120 mila palestinesi. Bombardate anche le vicinanze degli ospedali di Al Shifa e Al Quds. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, sono almeno 400 i morti nelle ultime 24 ore, con attacchi alle case civili senza alcun preavviso.

Non ci sarà “nessun cessate il fuoco a Gaza”, ha dichiarato un alto funzionario israeliano alla Cnn, aggiungendo di “non essere a conoscenza delle richieste degli Stati Uniti per rinviare la prevista operazione di terra a Gaza”. Israele e gli Stati Uniti vogliono che tutti gli ostaggi vengano rilasciati “il più rapidamente possibile”, ha aggiunto il funzionario israeliano ma “Non si può permettere che gli sforzi umanitari abbiano un impatto sulla missione di smantellare Hamas”.

Israele non fornirà alcun aiuto umanitario a Gaza e impedirà qualsiasi fornitura non controllata da parte di altri”, ha annunciato invece l’ufficio del premier israeliano Netanyahu dopo che Washington aveva annunciato un flusso continuo di aiuti a Gaza con il benestare delle autorità israeliane, scatenando le critiche dell’estrema destra israeliana.

I media statali egiziani avevano riferito domenica che 17 camion di aiuti stavano attraversando Gaza, nel mezzo di uno sforzo internazionale per aumentare l’assistenza umanitaria ai civili di Gaza, ma le Nazioni Unite hanno dichiarato che nessun camion ha attraversato il valico di Rafah. L’incidente ha causato un putiferio, poiché i media internazionali hanno riferito di aver visto camion attraversare l’enclave palestinese dall’Egitto, anche con carburante, e Israele ha negato che avesse dato il via libera.

Ucciso soldato israeliano a Gaza, colpito un carro armato

Che l’operazione militare contro Gaza non sarà una passeggiata, viene confermato dal Times of Israel, il quale riferisce che un soldato israeliano è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti domenica, dopo che un commando palestinese ha attaccato le truppe che stavano conducendo un’operazione sul lato occidentale della recinzione di confine di Gaza, vicino alla comunità meridionale di Kissufim. Le Forze armate israeliane hanno detto che un missile guidato anticarro è stato sparato contro un carro armato israeliano e un veicolo del genio. Il soldato ucciso è stato poi identificato come il caporale Tamir Barak, 19 anni, di Nir Eliyahu. 

Ieri le truppe israeliane hanno accidentalmente sparato un proiettile di carro armato su un posto di frontiera egiziano vicino all’area di Kerem Shalom tra Egitto, Gaza e Israele, scusandosi per l’incidente. Il portavoce militare egiziano ha detto che un numero imprecisato di guardie di frontiera ha riportato “ferite lievi” e che Israele “ha immediatamente espresso il suo rammarico per l’incidente non intenzionale ed è in corso un’indagine”.

I Paesi che accusano Israele di aver commesso crimini di guerra non sono democrazie”. Lo ha affermato il portavoce internazionale delle forze armate dello Stato ebraico, Jonathan Conricus, in un’intervista con Abc Australia citata da Yedioth Ahronoth. Questi Paesi, ha aggiunto, “non sono nella posizione di dare lezioni a Israele, soprattutto sulle questioni umanitarie”. Da Tel Aviv arriva dunque un esplicito messaggio a tutti gli altri paesi “alleati” di non disturbare le operazioni militari di Israele su Gaza. I nuovi bombardamenti israeliani sui principali aeroporti della Siria avvenuti domenica mattina – la seconda volta in due settimane – confermano la vocazione all’escalation.

Cisgiordania

Intanto, In Cisgiordania altri due palestinesi sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti negli scontri con le Forze armate israeliane (Idf) nel campo profughi di Jalazone, nei pressi di Ramallah. A riferirlo è il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), in un comunicato stampa diramato questa mattina. All’alba, le Idf hanno effettuato un’incursione nel campo, per arrestare una ventina di palestinesi ricercati. Durante l’operazione, gruppi di giovani palestinesi hanno tentato di impedire loro l’accesso ad Al Jalazone. Le due vittime di questa mattina, Tarish Nakhla e Mohammed Nidal Alyan, hanno portato a 95 il bilancio dei palestinesi uccisi in Cisgiordania, dallo scorso 7 ottobre.

Ma questa mattina all’alba proprio nel campo profughi di Jalazone e nella città di Ramallah (sede dell’Anp) la popolazione palestinese ha improvvisato manifestazioni di protesta contro le operazioni delle forze armate israeliane tanto nella Striscia di Gaza, quanto in Cisgiordania, dove continuano le campagne di arresti delle autorità israeliane. Secondo l’agenzia di stampa palestinese “Wafa”, almeno cinque palestinesi sono stati arrestati nel governatorato di Tulkarm, dieci a Beit Rima e uno a Ghassana, a nord-ovest di Ramallah, undici a Bani Naim, a sud di Hebron, tre a Silat al Harithiya, a ovest di Jenin, sei nel governatorato di Nablus e undici in quello di Betlemme.

Libano

Un altro militante del movimento libanese Hezbollah è stato ucciso nel corso di un attacco israeliano nel sud del Libano. Lo ha confermaro questa mattina Hezbollah, in un comunicato stampa, aggiungendo che 27 dei suoi miliziani sono morti dall’inizio delle operazioni militari delle Forze armate israeliane (Idf) nelle regioni del Libano meridionale a ridosso della Linea blu, che segna il confine de facto tra i due Paesi.

Biden “prepara” il terreno con gli alleati

Per prepararli al fatto che Israele intende procedere verso l’escalation, il presidente americano Joe Biden ieri sera ha discusso della guerra in Medio Oriente con i capi di stato delle potenze occidentali alleate, mentre le forze armate israeliane stanno intensificando gli attacchi contro Gaza ma anche in Libano e in Siria.

Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, Biden ha parlato con i leader di Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania e Italia – Rishi Sunak, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Giorgia Meloni – i quali “hanno ribadito il loro sostegno a Israele e al suo diritto di difendersi dal terrorismo e hanno chiesto il rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili”. Una formula vuota che rivela l’impotenza anche nel porre a Israele la salvaguardia dei propri cittadini in ostaggio dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

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1 Commento


  • Mara

    I sjonisti di Israele vivono di rendita sulla questione dl’eccidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale per cui si arrogano la pretesa di non voler essere giudicati per la distruzione dei civili donne e bambini a Gaza ma quello che è successo nel passato non li giustifica per il presente poiché il massacro a Gaza non è giustificabile e gli israeliani ne portano la responsabilità come sono state riconosciute le responsabilità di chi ha attuato la risoluzione finale per gli ebrei nella seconda guerra mondiale

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