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Gaza. Circondato l’ospedale Al Shifa, nessun cessate il fuoco, smentito scambio di ostaggi

Un alto funzionario israeliano, parlando al Times of Israel, ha chiarito che non è stato accettato un cessate il fuoco, ma che l’esercito comunque continuerà a consentire solo “pause tattiche e locali“. Le nuove interruzioni avranno luogo ogni giorno in un diverso quartiere nel nord, con i cittadini avvisati tre ore prima.

Ignorando ancora una volta le pressioni statunitensi, Netanyahu è tornato a ribadire che Le forze israeliane manterranno il controllo sulla Striscia di Gaza anche dopo la guerra, non lo cederà a forze esterne“.

Netanyahu, lo ha dichiarato al termine di un incontro con i leader delle comunità ai confini con la Striscia, secondo quanto riporta la testata Yedioth Ahronoth. Dal canto loro leader locali hanno invitato il premier a “non accettare nessun cessate il fuoco e a finire il lavoro a Gaza fino all’ultimo terrorista“.

Situazione a Gaza. Assediato e attaccato l’ospedale Al Shifa

Le autorità palestinesi di Gaza hanno denunciato che, nel bombardamento israeliano sul più grande ospedale di Gaza City, quello di al-Shifa, sono morte 13 persone e decine sono rimaste ferite. L’ospedale è stato praticamente circondato dalle truppe israeliane.

La drammatica testimonianza del portavoce del ministero della Sanità palestinese dall’ospedale assediato:

“Il complesso medico Al-Shifa è completamente fuori servizio. Ora siamo all’interno dell’ospedale, che è assediato da tutte le direzioni, e c’è un gran numero di droni. I reparti di terapia intensiva e pediatrica e le apparecchiature per l’ossigeno hanno smesso di funzionare. Bombardamento dell’edificio chirurgico all’interno del complesso medico Al-Shifa.Non possiamo spostarci da un edificio all’altro all’interno del complesso di Al-Shifa a causa dell’intensità dei bombardamenti. L’edificio dell’ambulatorio è stato bombardato e non c’è comunicazione tra i reparti e gli edifici, e anche la comunicazione interna è interrotta”.

Le autorità dell’ospedale Shifa di Gaza City ieri avevano iniziato a evacuare il centro medico seguendo gli ordini delle forze armate israeliane che hanno circondato il complesso. Tra le 50.000 e le 60.000 persone si sono rifugiate all’interno e intorno all’ospedale, secondo il ministero della Salute palestinese, il quale afferma che dentro ci sono 2.500 pazienti.

Il portavoce del governo di Hamas, Salama Maarouf, che ha parlato ad al-Jazeera, ha detto che l’esercito israeliano ha bombardato diversi ospedali nella Striscia all’alba odierna e che 18 ospedali sono stati fin qui messi fuori servizio dall’inizio dell’offensiva sulla Striscia.

Secondo le fonti a Gaza, Israele ha effettuato attacchi aerei su o vicino ad almeno tre ospedali e sono ancora in corso scontri nella zona dell’ospedale al-Shifa.

I palestinesi hanno mostrato la prova dei missili forniti dagli Usa a Israele.

Un frammento riporta che uno degli ordigni esplosi su Gaza è prodotto dall’azienda Woodward di Fort Collins in Colorado.

Un altro soldato israeliano è morto durante i combattimenti contro Hamas nel nord della Striscia di Gaza, portando il bilancio complessivo dei militari uccisi a 36 dall’inizio dell’operazione di terra.

Smentito accordo sullo scambio di ostaggi

In giornata si era diffusa la notizia che sarebbe stato raggiunto un accordo tra Israele e Hamas, mediato dal Qatar, sul rilascio di 100 donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane in cambio di altrettante donne e minori israeliani ostaggi nella Striscia di Gaza.

La notizia era stata riferita da alcune fonti ad Al-Arabiya il network saudita ma l’emittente israeliana “Kan”, ha negato la presenza di un accordo sullo scambio di prigionieri e la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas dallo scorso 7 ottobre, smentendo quanto precedentemente annunciato da “Al Arabiya

Vertici arabi e islamici a Riad. Oggi nuovo discorso di Nasrallah

In questo fine settimana la capitale dell’Arabia Saudita, Riad, ospiterà i vertici straordinari della Lega araba e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci), entrambi convocati per discutere gli sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza.

La crisi nell’exclave palestinese, riferisce il ministero degli Esteri saudita, “ha reso necessaria la convocazione di una riunione araba straordinaria e di un vertice islamico per discutere degli sviluppi in corso e delle gravi ripercussioni umanitarie”.

Il principe ereditario, Mohammed bin Salman, ha inoltre ribadito la necessità di fermare lo sfollamento forzato dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, il principe ereditario ha condannato “l’aggressione militare, gli attacchi contro i civili e le violazioni continue del diritto umanitario internazionale da parte delle autorità dell’occupazione israeliana”, ribadendo la necessità di creare le condizioni che garantiscano la pace della regione.

Dal canto suo il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, terrà  oggi, sabato, un nuovo discorso alle 15 (le 14 in Italia), il secondo dall’inizio della nuova guerra tra Israele e palestinesi di cui si teme un possibile allargamento anche sul fronte libanese. 

Situazione sul secondo fronte in Libano

Ci sono preoccupanti segnali di escalation lungo la Linea Blu, la linea di confine tra Libano e Israele. Lo ha detto il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Libano, Imran Riza, in una dichiarazione sulla situazione nel Paese diffusa dall’Ufficio dell’Onu a Beirut.

Di recente abbiamo assistito ad attacchi allarmanti che hanno ucciso e ferito civili nel sud del Libano, tra cui donne, bambini e professionisti dei media”, ha affermato Riza, riferendosi alle tre bambine e alla loro nonna uccise domenica 5 novembre in un attacco israeliano e al giornalista dell’agenzia di stampa “Reuters” Issam Abdallah.

Riza ha anche parlato dei “danni ingenti inflitti alle proprietà private, alle infrastrutture pubbliche e ai terreni agricoli, che hanno costretto più di 25 mila persone a sfollare”.

Il funzionario delle Nazioni Unite ha aggiunto che “anche le guerre hanno delle regole”, ricordando a tutte le parti “che devono rispettare rigorosamente il diritto internazionale umanitario durante le operazioni militari”.

Resta infatti alta la tensione anche sul fronte nord, al confine con in Libano, dove nei pressi della linea blu diversi razzi teleguidati anticarro lanciati dal movimento sciita libanese Hezbollah dal territorio del Libano sono stati abbattuti dalle forze israeliane, che hanno risposto con colpi di artiglieria.

Le Forze armate Israeliane affermano che tre soldati sono stati gravemente feriti da un missile anticarro lanciato dal Libano su una postazione dell’esercito vicino alla comunità settentrionale di Menara.

Un altro soldato è stato gravemente ferito e un secondo è stato ferito in modo moderato in un attacco di droni contro i soldati al confine settentrionale nel pomeriggio.

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