Nel sud del Giappone, proseguono da giorni le ricerche in mare degli ultimi due membri dell’equipaggio militare USA ancora dispersi – dopo una settimana – a seguito dello schianto di un convertiplano della Forza aerea Usa V-22 Osprey, stanziato presso la base militare Usa di Yokota, vicino Tokio.
Ieri le Forze armate statunitensi hanno annunciato che i sommozzatori sono ancora impegnati nelle operazioni di ricerca dopo aver individuato i “resti” di cinque dei 7 membri dell’equipaggio che mancavano all’appello. Il corpo senza vita di un ottavo militare era stato recuperato dalla Guardia costiera giapponese poche ore dopo lo schianto.
L’incidente ha causato però tensioni tra Stati Uniti e Giappone. Il motivo è che le Forze armate statunitensi continuano a utilizzare i convertiplani da trasporto tattico Osprey sui cieli del Giappone ignorando la richiesta delle autorità giapponesi di mettere a terra ogni esemplare del velivolo per verificarne nuovamente la sicurezza.
Quello della scorsa settimana è l’ultimo incidente mortale che coinvolge un Osprey di proprietà degli Stati Uniti. “Dozzine di membri del servizio sono stati feriti o uccisi in incidenti in tutto il mondo negli ultimi tre decenni” scrive la rivista specializzata Air Force Times – “Quattro incidenti mortali dell’Osprey, tra cui quello di mercoledì, hanno causato la morte di almeno 13 soldati americani negli ultimi due anni”.
Il convertiplano Osprey CV 22 – prodotto dalla Boeing e dalla Bell Textron – è un velivolo che può decollare e atterrare come un elicottero ma può accelerare in avanti come un aereo ad ala fissa. Dal 1999 è in dotazione al corpo di Marines.
La sua realizzazione è stata però costellata da incidenti. Il programma è iniziato come una sperimentazione in ritardo e fuori budget che ha causato dozzine di vittime durante lo sviluppo.
L’Air Force ha ricevuto il suo primo CV-22 pronto al combattimento nel 2007 e la variante CMV-22 della Marina ha preso il volo nel 2020 ed è stata schierata sulle portaerei nel 2021.
La scorsa settimana una portavoce del dipartimento della Difesa Usa, Sabrina Singh, ha sostenuto di non essere a conoscenza di richieste formali giunte al Pentagono da parte del Giappone. “Nel caso l’indagine fornisse risultati che richiedano un qualsiasi provvedimento in merito agli Osprey da parte del dipartimento, procederemmo certamente in tal senso”, ha affermato la portavoce del Pentagono.
Il governo giapponese, però, ha smentito la portavoce, affermando di aver chiesto in via ufficiale agli Stati Uniti di sospendere i voli degli Osprey, protagonisti negli anni di ripetuti incidenti anche in Giappone. “Le preoccupazioni non sono ancora state dissipate, quindi dobbiamo continuare a ricevere informazioni sull’incidente da parte degli Stati Uniti”, ha affermato il ministro della Difesa giapponese Minoru Kihara.
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