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Gli Usa giocano con il fuoco. Bombardata Sanaa, capitale dello Yemen

La capitale yemenita Sanaa, controllata dal movimento Ansarallah degli Houthi, è stata colpita da una serie di attacchi aerei statunitensi e britannici. È quanto riferisce il canale televisivo dei ribelli che accusa Stati Uniti e Regno Unito di essere responsabili degli attacchi. “Degli attacchi americani e britannici hanno colpito delle zone nel sud della capitale – ha fatto sapere il canale Al-Massirah. Testimoni sul posto confermano di avere udito forti esplosioni e un’intensa attività aerea sui cieli della città. Gli obiettivi colpiti, secondo quanto riferisce la CNN citando funzionari Usa, sono almeno 30 in 10 località dello Yemen.

Si tratta della terza operazione militare congiunta di Washington e Londra da quando, l’11 gennaio, i due Paesi hanno attaccato lo Yemen per la prima volta; ma gli Houthi hanno dimostrato di saper continuare i loro attacchi contro navi internazionali lungo la strategica via di collegamento commerciale del Mar Rosso/Canale di Suez.

I miliziani yemeniti di Ansarallah assicurano che le operazioni non influiscono sulle loro capacità militari e da allora hanno addirittura intensificato gli attacchi contro navi mercantili e da guerra. Non solo.

Più a nordest, da metà ottobre, i gruppi della resistenza islamica hanno lanciato più di 160 attacchi contro le truppe americane in Iraq, Siria e Giordania. L’Iran e l’Iraq hanno avvertito sabato che gli attacchi statunitensi potrebbero innescare una maggiore instabilità in tutta la regione. Di fronte a questa nuova operazione, un portavoce Houthi ha avvertito che i ribelli risponderanno ai bombardamenti di Washington e Londra.

“O si ferma l’aggressione contro Gaza o ci sarà una guerra fino al giorno del giudizio”, ha minacciato il capo dei ribelli, che hanno giurato “guerra a tutto campo” a Usa e Gran Bretagna.

Dopo i raid su Siria e Iraq, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna continuano a giocare sull’orlo di una escalation militare in Medio Oriente, negandola a parole ma praticandola nei fatti. Il fatto di ricorrere ai soliti mezzi delle facili aggressioni militari asimmetriche – raid aerei e missilistici – non mette affatto al riparo la presenza militare statunitense in Medio Oriente dalle ritorsioni delle forze afferenti alla resistenza islamica nella regione.

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