L’ufficio del primo ministro iracheno, Mohammed Shia al Sudani, ha riferito che nei raid aerei e missilistici Usa sedici persone, tra cui alcuni civili, sono state uccise e 25 ferite.
La presenza della coalizione militare guidata dagli Stati Uniti nella regione “è diventata un motivo per minacciare la sicurezza e la stabilità in Iraq e una giustificazione per coinvolgere l’Iraq in conflitti regionali e internazionali”, ha aggiunto Al Sudani.
In una dichiarazione, il capo dell’esecutivo di Baghdad ha condannato gli attacchi statunitensi, definendoli una “nuova aggressione contro la sovranità dell’Iraq” ed ha categoricamente smentito che siano stati coordinati in anticipo dal governo con Washington, definendo tali affermazioni “bugie”.
La Casa Bianca aveva invece affermato di aver avvisato le autorità irachene prima di compiere i raid come rappresaglia per l’attacco avvenuto la settimana scorsa in Giordania, dove era stata colpita una base statunitense, uccidendo tre soldati Usa e ferendone altri 25.
Il Comando centrale Usa ha confermato in un comunicato che sono stati effettuati attacchi aerei in Iraq e Siria “contro la Forza Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell’Iran e gruppi di miliziani affiliati“.
Anche il ministero degli Esteri della Siria ha condannato l’attacco effettuato dagli Stati Uniti. “Non sorprende che l’attacco statunitense abbia come obiettivo la regione orientale della Siria, dove le nostre forze militari stanno combattendo contro le sacche dell’organizzazione terroristica Stato islamico (Is), mentre gli Stati Uniti stanno lavorando per rilanciare l’attività terroristica dell’Isis”, si legge in una nota del ministero degli Esteri di Damasco.
La diplomazia siriana ha denunciato le violazioni contro la sovranità della Siria, l’integrità territoriale e la sicurezza del suo popolo. “La Repubblica araba siriana esprime la sua profonda preoccupazione per lo stato di paralisi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite poiché gli Stati Uniti ostacolano la sua capacità di assumersi le proprie responsabilità nel fermare tali pericolose violazioni”, aggiunge la dichiarazione.
In Siria, emblematicamente e strumentalmente rispetto agli obiettivi dichiarati, i raid statunitensi hanno colpito le aree di Deir Ezzor e al Mayadeen dove stazionano illegalmente contingenti militari Usa in contrapposizione all’esercito siriano.
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