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Il “licenziando” Zalužnyj rispolvera gli amici banderisti

I media statunitensi ammettono ormai apertamente che Zelensky ha informato la Casa Bianca della sua volontà di licenziare Zalužnyj. Ne ha dato notizia ieri il Washington Post, ripreso dalla Reuters.

Citando dall’articolo del WaPo, “i funzionari della Casa Bianca non sostengono né obiettano a questa decisione ad alto rischio” – sono, dicono, decisioni che deve prendere Zelensky, anche se l’essere stati informati certifica, come se ci fossero dubbi in proposito, “il ruolo influente degli Stati Uniti in quanto più potente sostenitore militare e politico dell’Ucraina“.

È vero che si tratta di una decisione rischiosa, ma contrastarla “potrebbe essere percepito come influenza indebita“. Ovvero, sono fatti suoi.

C’è da chiedersi come stia reagendo Zalužnyj. Come reagisce di solito, postando una foto che lascia intendere che gode di un certo sostegno in determinati ambienti. E se quattro giorni fa, quando per la prima volta la faccenda è venuta fuori, ha postato una foto insieme al Capo di Stato Maggiore, stavolta ha scelto un altro target ed è comparso insieme ad Andrii Stempitskii.

E chi è, direte voi? Al di là della fedina penale che pure è interessante (arrestato e incarcerato per atti terroristici e sequestri vari nei tempi eroici pre-Maidan), nel 2012 è diventato il comandante del battaglione Bandera dell’associazione nazionalista “Trizub”.

E’ uno dei fondatori di Pravyj Sektor e poi il comandante del Corpo Volontari Ucraini (Добровольчий український корпус, abbreviato in DUK), ossia la milizia armata della stessa organizzazione ora inquadrata nelle FFAA ucraine come 67a brigata meccanizzata “DUK”, che comanda ancora adesso e con i quali (dice) si trova al fronte, anche se non pare ci si faccia vedere spesso.

Insomma, uno che pare creato apposta dall’ufficio propaganda del Cremlino per dire che in Ucraina ci stanno quelli là.

Nella foto, tratta dal profilo Facebook di Stempitskii, un orgoglioso Zalužnyj riceve dal nostro amico una decorazione conferitagli dal DUK, che del tutto casualmente è una Balkenkreuz con sopra il simbolo del DUK (due AK-47 con in mezzo una spada) col brevetto numero 1.

Sul muro, un ritratto di Bandera e la bandiera dell’OUN col motto “fino alla vittoria senza negoziati“. Non c’è assolutamente niente di eversivo o minaccioso in questa foto, solo due amici che si scambiano regali.

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