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Gaza. Una tregua non è affatto vicina. L’attacco militare israeliano a Rafah è confermato

La tregua non è affatto vicina a Gaza. Hamas ha dichiarato che l’ultima proposta avanzata da Israele per una tregua nella Striscia di Gaza, ricevuta dai mediatori del Qatar e dell’Egitto, non soddisfa nessuna delle richieste delle resistenza palestinese. In una dichiarazione stampa rilasciata oggi, Hamas ha aggiunto che studierà la proposta e che darà la sua risposta ai mediatori. L’accordo attualmente in discussione sul tavolo dei negoziati prevede il rilascio di circa 40 ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza in cambio di una tregua temporanea e della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Netanyahu, intanto ha ribadito che il governo di Israele ha già fissato una data per l’operazione militare nella città di Rafah e dove sono confluiti un milione e mezzo di profughi dal resto della Striscia di Gaza. “Oggi ho ricevuto un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo, stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas. Questa vittoria richiede l’ingresso a Rafah e l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà: c’è una data”, ha fatto sapere Netanyahu. 

Israel Katz, ministro degli Esteri israeliano in visita in Italia, ha dichiarato in un’intervista a “Repubblica che Se l’Iran ci attaccherà direttamente, noi attaccheremo l’Iran. E se saranno le milizie alleate dell’Iran a farlo, come rappresaglia per la distruzione del consolato a Damasco, attaccheremo anche loro”. “Siamo pronti a ogni scenario. Hamas non si illuda che il ritiro delle truppe dal sud di Gaza significhi la fine della guerra”. Relativamente a quello che è stato sbrigativamente e arbitrariamente inteso come un ritiro delle truppe israeliane da Khan Yunis, nel sud di Gaza, Katz ha ribadito che “Il lavoro lì era finito. Però per noi non cambia niente, procediamo con operazioni militari mirate come abbiamo fatto all’ospedale Al Shifa”. 

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La dichiarazione di Hamas sulla proposta di tregua:

“Respingiamo l’ultima proposta che Israele ci ha presentato.”
– “L’ultima offerta respinta che ci è stata presentata non menzionava un cessate il fuoco permanente ma piuttosto parlava di calma sostenibile, consentendo così al nemico di effettuare attacchi militari entro un tempo specificato mirando a obiettivi specifici che definisce “militari o pericolosi” per giustificare qualsiasi futura aggressione militare .”
– “Non accetteremo la divisione o la frammentazione, e la nostra posizione è chiara: il ritorno diretto dei palestinesi sfollati alle loro case, senza condizioni o restrizioni”.
– “Gli occupanti israeliani hanno definito per intero il numero dei suoi prigionieri senza considerare i prigionieri palestinesi, lasciando i dossier, i nomi e i numeri soggetti agli sbalzi d’umore israeliani, e sappiamo che il governo estremista nazionalista-religioso non accetterà di rilasciare prigionieri, tranne che in modo marginale.”
– “Chiediamo il ritorno completo degli sfollati senza condizioni o restrizioni, mentre l’occupazione israeliana vuole i civili e rifiuta il personale militare. Chiediamo un ritiro completo, mentre l’occupazione offre un’operazione di sfollamento limitata e mantiene il ritorno degli sfollati sotto il controllo e la supervisione israeliana.”
-“L’accordo, se non globale e inclusivo, deve includere un cessate il fuoco permanente, il ritorno dei palestinesi sfollati senza condizioni o restrizioni, la fornitura di aiuti e la ricostruzione e il completamento di un chiaro accordo sullo scambio di prigionieri.”

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2 Commenti


  • Mauro

    Che poi,anche se liberassero centinaia di prigionieri palestinesi dopo due giorni ne arresterebbero migliaia…


  • Mara

    Finché gli USa continueranno a dare armi ad
    Israele e a sostenere politicamente la sua politica di occupazione continuera l’azione bellicista di Israele nella regione di Gaza e territori limitrofi ad Israele .Continueranno anche le minacce e dichiarazioni arroganti e boriose dei rappresentanti di questo Stato sionista e fondamentalista.

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