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Belgio: la promettente ascesa della sinistra radicale del PTB

Il 9 giugno, si confronteranno due differenti progetti: da un lato, la continuità della politica liberale degli ultimi trent’anni, e dall’altra, la rottura sociale, che ha come locomotiva di questo progetto il PTB

Raoul Hedebouw, discorso durante il Primo Maggio a Bruxelles

Il 9 giugno in Belgio si terranno, insieme alle elezioni europee, anche quelle Federali (o “politiche”) e regionali. Il Paese, stando ai sondaggi, sembra spaccato a livello regionale, con una divisione che riflette anche una più acuta polarizzazione politica.

Il voto è obbligatorio, anche se nel 2019, 1,4 milioni di elettori – cioè il 17% degli aventi diritto – ha votato scheda bianca o se l’è fatta annullare, segno di un insoddisfazione crescente per l’establishment politico che sembra essere stata catalizzata dalle due polarità opposte ed antagoniste: la sinistra radicale del PTB nella regione di Bruxelles dove potrebbe diventare il primo partito, ed in misura minore in Vallonia, e l’estrema destra fiamminga del Vlaams Belang nelle Fiandre, pronosticata come vincitrice nella regione.

Le composite forze “centriste” – di centro-destra e di centro-sinistra – che hanno fino a qui quasi monopolizzato la politica del Paese, sembrano perdere sempre più terreno.

Il quadro che uscirà dalle urne sarà piuttosto definitivo per quanto riguarda i consensi per le europee e relativamente lineare a livello regionale – resta da capire come verranno composte le alleanze – ma a livello federale risulterà decisamente più complicato  formare una maggioranza che dia vita ad un  governo  in grado di navigare anche sotto la “cura da cavallo”, non dissimile a quella applicata ai cosiddetti PIGS, che la UE sta prescrivendo per il prossimo futuro.

Il test elettorale in Belgio quindi sarà piuttosto importante e riflette in parte alcune dinamiche presenti in tutta l’Unione – in particolare per ciò che concerne l’ascesa dell’estrema destra (il VB) e dei suoi rapporti con le tradizionali formazioni conservatrici – ma con un elemento piuttosto in contro-tendenza: il sempre maggiore consenso della sinistra radicale del PTB.

Per questo abbiamo tradotto questa inchiesta sulla formazione belga fatta dal giornale indipendente francese Mediapart: “Come i marxisti del PTB sono diventati una forza da tenere in considerazione nella politica belga”.

Da questa analisi emergono alcuni elementi che sembrano dare una interessante chiave interpretativa del successo del Partito dei Lavoratori Belga: una storia che affonda le sue radici nei movimenti degli Anni Sessanta, il rifiuto sistematico di subordinare i contenuti programmatici “di rottura” alle alleanze politiche post-elettorali, una forte identità di classe in grado di filtrare tutte le altre istanze politiche, una struttura organizzativa che ha investito sulle fasce più giovani della popolazione, una capacità di parlare anche a quei settori “arrabbiati” della società per ora sedotti dalla destra.

Ultima, ma non meno importante, una posizione estremamente coerente per ciò che riguarda la questione palestinese, come la LFI in Francia, ed una strategia comunicativa indipendente ed efficace.

Particolarmente significativo ci sembra un’affermazione di Raoul Hedebouw, leader del Partito, rispetto alla politica estera: I leader occidentali non si rendono conto di quanto due terzi dell’umanità guardino all’Occidente con profondo disgusto e ipocrisia… Bisogna essere nella propria bolla europea per non capirlo.

Buona lettura.

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Come i marxisti del PTB sono diventati una forza da tenere in considerazione nella politica belga

Ludovic Lamant (Mediapart)

Le terrazze della Grand-Place di Mons traboccano di gente in questo venerdì sera di aprile, mentre turisti e studenti si godono i primi momenti di primavera. Ma è a una riunione molto più impegnata che il Partito dei Lavoratori del Belgio, il PTB, ha invitato i suoi sostenitori, all’interno di un pub a pochi passi di distanza, proprio nel cuore storico della città vallona.

Le sezioni locali di Mons – gruppi di basenella terminologia del PTB – avevano organizzato una tappa del tour: una forma di pre-campagna elettorale in cui i funzionari del partito marxista presentano le priorità del programma a un nucleo di sostenitori convinti e affinano gli argomenti per le settimane a venire.

Presentiamo le nostre proposte di punta per generare entusiasmo e mobilitare le persone, spiega Sophie Merckx, 49 anni, ex medico di base e membro del partito da 28 anni, diventata deputato federale nel 2019.

La sala era gremita di un centinaio di persone, molte delle quali membri del Comac, l’organizzazione studentesca del PTB. Sono stati proiettati video e organizzati quiz.

Il PTB chiede il dimezzamento degli stipendi di ministri e parlamentari, l’abolizione della tassa sulla raccolta dei rifiuti in Vallonia (siamo stufi di pagare 150 euro per buttare la nostra spazzatura) e la gratuità dei trasporti pubblici (contro il elitismo-climaticodei partiti verdi).

Ma la proposta principale del PTB rimane la tassa sui milionari, che il partito ha rielaborato all’inizio di quest’anno, suscitando commenti che indicano un ammorbidimento della sua linea.

Finora, il partito aveva proposto di tassare i belgi il cui patrimonio superava il milione di euro. D’ora in poi, si applicherà un’imposta del 2% ai patrimoni di valore superiore a cinque milioni di euro (e del 3% sopra i dieci milioni). “Volevamo colpire meglio le persone più ricche che in realtà sfuggono a qualsiasi imposta“, spiega Sophie Merckx. “Riusciremmo a liberare otto miliardi di euro all’anno”.

Verso un fronte di sinistrain Vallonia?

Nel 2000 c’era un solo miliardario in Belgio. Oggi ce ne sono 41“, dice la deputata, suscitando l’indignazione della sala. Mons è una storica roccaforte del PS, associata alla gestione di Elio Di Rupo, l’ex primo ministro belga che è stato anche sindaco della città per diciotto anni.

Come è avvenuto nelle elezioni del 2019, il PTB spera di continuare a mordere l’elettorato del PS di Paul Magnette nella mega-scrutinio del 9 giugno (legislative, regionali ed europee).

In un panorama depresso per la sinistra in Europa, lo stato di salute del PTB è un’eccezione. I sondaggi, ancora fragili, prevedono un’impennata del PTB nel nord e nel sud del Paese, ma soprattutto un sorpassonella regione chiave di Bruxelles – in altre parole, un’estrema sinistra davanti ai socialdemocratici e agli ecologisti.

Tanto che Thierry Bodson, capo della FGTB, uno dei principali sindacati del Paese, ha puntato i piedi a febbraio, chiedendo un futuro fronte di sinistraPS-PTB-Ecolo in tutta la Vallonia. Dal 2019, una coalizione di tre partiti di destra e di sinistra (PS, Écolo e MR) governa la regione meridionale del Paese.

Il PTB marxista finirà in una coalizione dopo le elezioni di giugno?

In un’intervista rilasciata a Bruxelles, Raoul Hedebouw, figura di alto profilo e popolare presidente del PTB, riassume a modo suo il dilemma: È una questione che attraversa i partiti di tutta Europa. Ma in Belgio è più complicato, perché siamo un Paese di coalizione. Non abbiamo due turni di voto a maggioranza come in Francia. La volontà dei potenziali partner di staccarsi è quindi importante quanto l’equilibrio di potereche emergerà dalle urne a giugno.

Il 46enne originario di Liegi prosegue: Vedo che i partiti tradizionali hanno una mentalità piuttosto chiusa. I vostri lettori staranno pensando: è come se Hedebouw dovesse negoziare con Hollande. Paul Magnette farà la parte di Jaurès in Francia, ma è un François Hollande in Belgio.

Il PS belga dice molte cose di sinistra in Francia, ma qui vota per la privatizzazione dei servizi pubblici, congela i salari per il mondo del lavoro, si rifiuta di ridurre l’età pensionabile da 67 a 65 anni”.

Il PTB chiede un accordo su un programma di cambiamentoprima di qualsiasi partecipazione, che includa la famosa tassa sui milionari, il ritorno dell’età pensionabile a 65 anni e il rifiuto dei quadri di bilancio imposti dalla Commissione Europea con questo semestre europeo”; sinonimo, per il PTB, di austerità.

Il problema è che queste misure dipendono da un livello federale – l’intero Belgio – dove il PTB ha ancora meno possibilità di governare che a livello regionale, data la configurazione del panorama politico delle Fiandre, che pende molto più a destra e non vuole sentire parlare di un accordo con il PTB.

L’unico risultato ottenuto in questa fase è che il partito di Hedebouw sembra ben disposto verso l’idea di costruire coalizioni in alcune città in vista delle elezioni comunali del prossimo ottobre. Le municipalità ci permettono di definire un equilibrio di potere in cui diventiamo inevitabili: dal momento in cui non possono fare a meno di noi, ci sono più possibilità, insiste Hedebouw.

In un’intervista a Mediapart, il Segretario di Stato Thomas Dermine ha denunciato il rapporto ambiguodel PTB con il governo, giudicato più vicino a una ONG o a una lobby che a un vero e proprio partito che cerca di assumere il controllo delle istituzioni: Il PTB non entrerà mai in un governo, ha detto il socialista, che è molto vicino a Paul Magnette.

Dermine aveva ipotizzato un’alleanza con il PTB durante un dibattito pubblico all’inizio di aprile, prima di essere richiamato all’ordine dal suo partito, a riprova della fibrillazione di entrambe le parti sull’argomento.

L’immagine del PTB è cambiata“, afferma Arthur Borriello, politologo dell’Università di Namur. “Non è più un outsider. Non ci saranno più sorprese, ma forse un consolidamento, nelle elezioni di giugno. Finora la loro linea era che era impossibile governare, visto il tradimento del PS. Ma questo non può funzionare per sempre. Anche se, in fondo, la loro strategia non è cambiata: non si tratta di bruciarsi le ali a livello federale e di incolpare il PS per questa situazione.

Non ci crede nemmeno l’europarlamentare dei Verdi Saskia Bricmont: Vengono al tavolo delle trattative con proposte radicali che indicano come la loro linea rossa, il che blocca i negoziati fin dall’inizio. Il PTB si sente molto all’opposizione, dichiarativo e populista”.

Se il PTB rimane più che cauto all’idea di partecipare al potere, è anche perché ha compreso la parabola di altri partiti che sono stati i vettori della rabbia sociale, come Syriza in Grecia o Podemos in Spagna.

Sento dire che siamo solo osservatori della vita politica, che ci rifiutiamo di governare. Ma non è quello che stiamo facendo! La principale sconfitta dei partiti della sinistra radicale, quando si tratta di partecipare ai governi, è che non sono stati in grado di negoziare un equilibrio di potere che permettesse loro di applicare una vera politica di sinistra”.

Ha proseguito: Il PS spera che il PTB accetti, durante i negoziati, una camicia di forza di bilancio che impedisca gli investimenti, dimostrando che la sinistra radicale è inutile. È un calcolo cinico. Cosa succede quando la sinistra radicale si impantana in una politica che non è di sinistra? Dopo viene L’estrema destra.”

Una fitta rete di organizzazioni di base

Ma la storia iniziale del PTB ha poco in comune con l’ascesa di Podemos e di altri partiti nati dalla crisi del debito sovrano in Europa. Originariamente conosciuto come TPO-AMADA (Tout le pouvoir aux ouvriers” / Alle macht dan de arbeiders), il partito emerse dal vivace movimento studentesco delle Fiandre alla fine degli anni Sessanta e prese il nome di PTB nel 1979, con un duplice riferimento al marxismo-leninismo e al maoismo.

Solo nel 2005 il partito ha deciso di formulare proposte più concrete e di impegnarsi maggiormente nei media tradizionali. È assolutamente necessario distinguerli dall’ondata di partiti populisti di sinistra, come Podemos, che hanno anteposto la questione democratica a quella sociale, afferma Arthur Borriello.

Michaël Verbauwhede, 38enne di Bruxelles, membro del PTB dal 2013, è d’accordo: Quello che è successo in Spagna in realtà rafforza la nostra posizione, sulle questioni di classe, rispetto al populismo ‘né di destra né di sinistradi Podemos.

Prosegue: Quello che la gente apprezza è che siamo rimasti fedeli. Non stiamo cambiando la nostra posizione per ottenere incarichi ministeriali. Un amico americano mi ha detto: Bernie Sanders è stato coerente per quarant’anni. Anche noi siamo coerenti, non stiamo abbandonando la nostra analisi di classe.

Come molti nel PTB, questo ex deputato regionale è convinto che la partecipazione a un esecutivo non sia l’alfa e l’omega della politica: Non credo che le vere decisioni vengano prese al governo. Se non c’è il peso della strada, se non c’è un movimento sociale, non cambierà nulla. Si può ottenere molto senza ministri”.

Anche la composizione delle liste del PTB riflette questo orientamento, con una serie di candidati della classe operaia, tra cui Mathieu Marchal, ex operaio edile, gli ex sindacalisti del supermercato Delhaize Agnès Babinska e Anik Van den Bosch, e Robin Tonniau, ex dipendente della fabbrica Volvo di Gand.

Michael Verbauwhede insiste: I discorsi di Raul [Hedebouw] in Parlamento sono enormemente popolari nelle aziende, alimentano la rabbia e il movimento sociale, ha un aspetto ciclico e dialettico che noi rivendichiamo”.

Hedebouw sulla sinistra francese

Nell’intervista che ci ha rilasciato, il politico belga è stato molto attento a mantenersi equidistante da Jean-Luc Mélenchon, Fabien Roussel e François Ruffin – tre leader con i quali dice di avere ottimi contatti.

Insiste sulla vicinanza all’approccio di Ruffin, radicato nei quartieri popolari del nord della Francia: Mi piace il suo attivismo concreto, è un uomo creativo. A differenza di chi dice che la classe operaia è scomparsa, noi crediamo nell’identità della classe e nella sua componente operaia”.

Sulle accuse di wokismo” talvolta rivolte agli esponenti della sinistra vicini a LFI, Raoul Hedebouw risponde: Noi affrontiamo la questione del razzismo e del colonialismo da una prospettiva marxista. Penso che sia fantastico che ci sia un dibattito a sinistra sulle diverse lotte contro la discriminazione, la discriminazione di genere e la discriminazione razziale, ma noi sosteniamo un fronte di classe. Ci sono battaglie specifiche da combattere, ma soprattutto subiamo la discriminazione della classe operaia. La nostra identità è innanzitutto quella della nostra classe”.

E aggiunge: In Francia c’è un tale rullo compressore, da parte della stampa dominante e delle élite economiche e politiche, che penso sia fantastico che i compagni tengano accesa la fiamma. Qui in Belgio la situazione non è la stessa, c’è più diversità nella stampa [in lingua francese], una forma di consapevolezza democratica”.

L’anno scorso Verbauwhede ha lanciato Fakto, un media digitale di educazione popolarerivolto a un pubblico giovane, che gestisce per il partito. Ad esempio, il team ha prodotto una serie di documentari su YouTube adattando Mutineries, l’ultimo libro di Peter Mertens, segretario generale del PTB (pubblicato in Francia da Agone), sullo stato delle lotte sociali nel mondo.

Altre strutture sono state create per sostenere il PTB. Una di queste è RedFox, un movimento di giovani tra i 14 e i 19 anni fondato nel 2016. Il criterio è quello di essere nella scuola secondaria. Comac è per gli studenti del campus. RedFox è per gli adolescenti“, dice Alice Verlinden, la presidente 35enne.

Tutto ciò che facciamo è politico, basato su temi che interessano gli adolescenti, dai rifugiati alla crisi climatica. Ma deve essere divertente“, aggiunge.

Molto visibile alle manifestazioni sulla Palestina e sui diritti delle donne in Belgio negli ultimi mesi, RedFox – che ha adottato l’immagine di un animale totem, in questo caso una volpe, dal movimento scout – ha 6.500 membri.

La maggior parte di loro sono donne delle Fiandre (in contrasto con la leadership ancora prevalentemente maschile del PTB, con solo due donne nell’esecutivo del partito). Questo dato si confronta con i circa 3.000 membri del Comac o con i 25.000 membri dichiarati del PTB, in un Paese di 11,7 milioni di abitanti.

Questo è un fattore chiave del successo del PTB, almeno in Vallonia: la sua capacità non solo di conquistare settori della società civile che in precedenza avevano sostenuto il Partito socialista – a partire dalla centrale sindacale FGTB – ma anche di costruire costantemente le proprie circoscrizioni.

A differenza dei Paesi dell’Europa meridionale, in Belgio non sono scomparsi i corpi intermedi“, analizza Arthur Borriello. “La pilastrizzazionedella società belga rimane forte. Ma i legami privilegiati del PS con i sindacati e le mutue si sono indeboliti. Il PTB ne è ben consapevole e sta cercando di reinvestire la rete che già esiste, ma anche di crearne di nuova”.

Alla ricerca della “Rabbia non reazionaria nelle Fiandre

Gli avversari del PTB continuano a sottolineare i difetti del partito marxista. Sulla scia della monografia del 2014 dell’accademico Pascal Delwit, denunciano la mancanza di democrazia interna, al di là della facciata coolmodellata dai suoi principali leader.

Come Saskia Bricmont, che cita i legami del partito con il Vietnam, anche loro sottolineano posizioni di compiacenza con i regimi comunisti che sono inaccettabili, soprattutto quando ciò avviene a costo dei diritti fondamentali”.

È difficile dire se le attuali turbolenze internazionali aiuteranno il PTB alle urne. Sull’Ucraina, Hedebouw rimane fedele alla sua lettura classista: È in corso una guerra imperialista tra Russia e Stati Uniti d’America. La Nato non si arrenderà, e nemmeno la Russia, e chi sarà mandato al fronte – i figli e le figlie delle classi lavoratrici russe e ucraine?

Il PTB chiede negoziati di pace sotto l’egida dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)”, che ha il vantaggio di non essere direttamente legata all’UE, agli occhi del partito.

Per quanto riguarda Gaza, Sophie Merckx non ha esitato a dichiarare in Aula l’11 ottobre, quattro giorni dopo (…) l’azione di Hamas di Hamas, che anche lo Stato di Israele è un’organizzazione terroristica”.

I leader occidentali non si rendono conto di quanto due terzi dell’umanità guardino all’Occidente con profondo disgusto e ipocrisia… Bisogna essere nella propria bolla europea per non capirlo, afferma Raoul Hedebouw, aggiungendo: Tredici pacchetti di sanzioni rivolte a Putin e a chi gli è vicino e niente a Netanyahu! Ci vorranno anni per rimettere le cose a posto”.

Al di là dei risultati in Vallonia e nella regione di Bruxelles, Hedebouw terrà d’occhio i risultati del suo partito nelle Fiandre la sera del 9 giugno. Sulla carta, lo slancio del PTB è più modesto, schiacciato in particolare dall’estrema destra del Vlaams Belang, che si prevede in testa nei sondaggi e che moltiplica i suoi ammiccamenti all’elettorato popolare. Nel 2019 ha ottenuto il 5,3% dei voti.

Ma Hedebouw, i cui genitori sono entrambi fiamminghi, si è impegnato molto in questo senso negli ultimi mesi. Ha fatto molte apparizioni televisive in fiammingo, per conquistare quelli che lui chiama gli arrabbiati non reazionari– un’espressione teorizzata da un certo Jean-Luc Mélenchon in Francia.

Dobbiamo incarnare una sinistra ribelle con un discorso veramente anti-sistema e di sinistra, e dimostrare che il Vlaams Belang è un partito dell’élite, afferma Hedebouw.

Hedebouw spera anche di fare appello ai membri più poveri della società, che rimangono scettici sull’idea della divisione del Belgio promessa dal Vlaams Belang. Il PTB è poco conosciuto al di fuori del Belgio per essere l’unico partito nazionale che fa campagna per l’unità” del Paese. In un momento in cui le traiettorie divergenti di Vallonia e Fiandre hanno costantemente alimentato i discorsi sulla disgregazione del regno.

Il PTB è credibile sia nella parte francofona che in quella olandese del Paese“, spiega Arthur Borriello. “Il partito è sopravvissuto alla transizione da uno Stato unitario a uno Stato federale, mentre tutti gli altri partiti si sono divisi sulla lingua – il che la dice lunga, tra l’altro, sul grado di coerenza ideologica del PTB.

Inevitabile dal 2019 in Vallonia come a Bruxelles, resta da vedere se questo partito, difficile da individuare e unico nel continente, sarà in grado di affermarsi definitivamente nelle prospere Fiandre, su cui stanno lavorando le destre più estreme.

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