Ultim’ora: La Corte internazionale di giustizia (Cig) con sede all’Aia ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva a Rafah, la città più a sud della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il giudice Nawaf Salam, dando lettura della sentenza emessa oggi in merito alla causa intentata dal Sudafrica per chiedere che vengano imposte a Israele misure immediate per cessare l’invasione di Rafah
*****
La Corte Internazionale di Giustizia (da non confondere con la Corte Penale Internazionale, ndr) questo pomeriggio emetterà la sua sentenza sulla richiesta del Sudafrica di ordinare a Israele di attuare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza mentre le forze armate israeliane continuano la loro offensiva a Rafah.
Il Sudafrica ha esortato la Corte Internazionale di Giustizia a ordinare una cessazione “immediata” dell’azione militare israeliana anche nella città più meridionale di Rafah.
La sentenza sarà pronunciata dal presidente della Corte Internazionale di Giustizia, il giudice Nawaf Salam.
In un rapporto senza fonti di giovedì, l’agenzia israeliana Ynet ha detto che i funzionari di Tel Aviv ritengono che ci sia una bassa possibilità che la Corte Internazionale di Giustizia respinga la richiesta del Sudafrica di una cessazione delle ostilità, una media possibilità che la corte accetti la richiesta originale del Sudafrica di fermare la guerra a Gaza e una probabilità medio-alta che concentri il suo ordine di cessate il fuoco su Rafah.
Secondo l’agenzia israeliana Ynet, gli esperti ritengono che se verrà emesso un dispositivo che ordini una pausa nei combattimenti, Israele non si adeguerà. È probabile che, in uno scenario del genere, i palestinesi e i paesi che li sostengono si rivolgano al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per cercare di approvare una risoluzione ed imporre un cessate il fuoco a Israele per tutta Gaza o a Rafah in particolare.
Alcuni ambiti in Israele preferiscono che il tribunale emetta un ordine per fermare tutti i combattimenti a Gaza piuttosto che solo a Rafah. Il motivo è che Israele teme che gli Stati Uniti possano non porre il veto alla mozione se l’ordine della Corte Internazionale si concentrerà solo su Rafah.
Intanto cominciano a palesarsi gli effetti della richiesta di mandato di cattura per Netanyahu. Addirittura anche in Germania, il paese europeo più fedele a Israele.
Steffen Hebestreit, portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, rispondendo a una domanda di un giornalista sul fatto che il governo tedesco avrebbe eseguito o meno un ordine di arresto della CPI contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha risposto: “Certo. Sì, rispettiamo la legge”.
La Norvegia, che ha riconosciuto lo Stato palestinese indipendente, è diventata il primo paese europeo a dichiarare che avrebbe arrestato Netanyahu e Gallant se fosse stato emesso un mandato di arresto contro di loro dalla CPI e fossero entrati in territorio norvegese.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa