Ultim’ora. La Reuters riferisce che un portavoce del governo israeliano ha affermato, citando le parole del premier Benjamin Netanyahu, che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel presentare il piano su Gaza, ha rivelato solo alcuni dei dettagli.
“La guerra si fermerà per riportare indietro gli ostaggi, e poi si potrà procedere con le altre discussioni”, ha detto il portavoce David Mencer citando Netanyahu, in quella che sembra una conferma del rifiuto di Israele di bloccare l’offensiva prima della distruzione di Hamas.
Secondo i media israeliani, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che la prima fase di un piano promosso dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra di Gaza prevede un limitato rilascio di ostaggi da parte di Hamas, e potrebbe essere intrapresa senza necessariamente un accordo su quello che seguirà.
Le dichiarazioni trapelate da una riunione parlamentare a porte chiuse, che al momento non sono state confermate da funzionari israeliani, suggeriscono che Israele vede la possibilità di entrare in una tregua iniziale a Gaza, sebbene abbia escluso di porre fine alla guerra come richiesto da Hamas.
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“Hamas ha accolto positivamente la proposta di cessate il fuoco a Gaza e ora aspettiamo la risposta di Israele. La proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di scambio di prigionieri e detenuti deve essere accettata. Le prime dichiarazioni di Hamas indicano che ha accolto positivamente la proposta di accordo e ora aspettiamo la risposta israeliana”. Ad affermarlo è oggi il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry durante una conferenza stampa nel corso della sua visita in Spagna sottolineando che “la guerra nella Striscia di Gaza espone la regione al caos e le pratiche di Israele violano il diritto internazionale”.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, secondo quanto riportato dal giornale Israele Ha-Yom, avrebbe convocato il ministro della sicurezza nazionale – e leader della destra messianica – Itamar Ben Gvir per spiegargli il possibile accordo con Hamas. Israele Ha-Yom (giornale considerato vicino a Netanyahu) cita fonti dell’ufficio del premier secondo cui l’incontro dovrebbe avvenire nelle prossime ore.
Le stesse fonti hanno fatto sapere che intanto è stato spiegato a Ben Gvir – decisamente contrario all’intesa – che nell’eventuale accordo “non c’è la fine della guerra”. Sia Ben Gvir sia l’altro ministro di destra radicale Bezalel Smotrich hanno minacciato una possibile uscita dalla maggioranza di governo.
Secondo quanto riferisce il Times of Israel, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto al segretario di Stato americano Antony Blinken che Israele è determinato a smantellare Hamas e a trovare un’alternativa per governare Gaza.
“Nell’ambito di qualsiasi processo di sviluppo, il ministro Gallant ha sottolineato l’impegno di Israele a smantellare Hamas come autorità governativa e militare. A questo proposito, ha discusso la questione dell’identificazione e dell’emergere di un’alternativa locale e di governo”, si legge nella nota diffusa dalle autorità israeliane che non precisa però quale sia il soggetto che dovrebbe governare Gaza secondo Tel Aviv.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva dichiarato sabato che non ci poteva essere un cessate il fuoco permanente a Gaza finché il movimento palestinese Hamas non sarà distrutto, mettendo in dubbio una parte fondamentale dell’ultima proposta di tregua lanciata da Biden.
Il presidente Usa aveva annunciato venerdì che Israele aveva proposto un accordo che prevedeva una tregua iniziale di sei settimane con un parziale ritiro militare israeliano e il rilascio di alcuni ostaggi, mentre le due parti avrebbero negoziato “una fine permanente delle ostilità”.
Tuttavia, Netanyahu ha definito “irrealistica” qualsiasi soluzione secondo cui Israele avrebbe accettato un cessate il fuoco permanente prima della “distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas”.
Israele chiede il rilascio di tutti gli ostaggi e la distruzione di Hamas, mentre Hamas richiede un cessate il fuoco permanente, il ritiro delle forze israeliane e il rilascio di numerosi prigionieri palestinesi. Hamas ha dichiarato di essere pronto a impegnarsi “in maniera positiva e costruttiva”, ma uno dei principali funzionari del gruppo, Mahmoud Mardawi, ha detto in un’intervista ad “Al Jazeera” che non aveva ancora ricevuto i dettagli della proposta. “Non si può raggiungere alcun accordo prima che la richiesta di ritiro dell’esercito di occupazione (israeliano) e di cessate il fuoco sia soddisfatta,” ha affermato Mardawi.
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