In un post pubblicato su X prima della partenza, il premier ungherese ha spiegato che “non è possibile arrivare alla pace in Ucraina stando comodamente seduti in poltrona a Bruxelles”. “Anche se la presidenza di turno dell’Ue non ha mandato di negoziare per conto dell’Ue, non possiamo sederci e aspettare che la guerra finisca miracolosamente”.
Non solo. “L’Ungheria sarà presto il solo Paese in Europa in grado di mantenere il dialogo sia con Mosca che con Kiev”, aveva affermato Orban, all’inizio del suo incontro con Putin.
La scorsa settimana, a sorpresa, Orban era stato ricevuto a Kiev dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il quale, come noto, le relazioni non sono idilliache. Ma in quella occasione non era ancora presidente di turno dell’Unione Europea. E’ infatti entrato in carica il 1 Luglio.
“Per l’Europa la pace è la cosa più importante. Riteniamo che l’obiettivo principale dei prossimi sei mesi della nostra presidenza sia la lotta per la pace” ha affermato Orban a Mosca dopo l’incontro con Putin.
“Bisogna fare molti passi per avvicinare la fine della guerra”, ha detto Orban durante la conferenza stampa congiunta, definendo comunque “un passo importante” il contatto che ha avuto con Putin.
“Continuerò a lavorare in questa direzione, per l’Europa la pace è la cosa più importante – ha affermato il premier ungherese, che dal primo luglio scorso è presidente di turno della Ue – Volevo sentire l’opinione del presidente sulle iniziative di pace disponibili, cosa pensa del cessate il fuoco e dei negoziati di pace e di come potrebbero essere portati avanti”.
Alla fine dell’incontro bilaterale, Putin ha affermato che la Russia considera la visita del primo ministro Orban come un tentativo di ripristinare il dialogo con l’Unione Europea e dargli ulteriore slancio.
Inutile dire che l’iniziativa di Orban, sicuramente non concordata con i vertici della Ue, ha suscitato un vespaio proprio tra questi ultimi. “La presidenza di turno dell’Ue non ha il mandato di interagire con la Russia per conto dell’Ue” e “nessuna discussione sull’Ucraina può aver luogo senza l’Ucraina”, ha scritto ieri via social il presidente uscente del Consiglio Europeo Charles Michel.
A ruota è arrivata anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen: “Il primo ministro ungherese Viktor Orban è in visita a Mosca. L’appeasement non fermerà Vladimir Putin. Solo l’unità e la determinazione apriranno la strada ad una pace complessiva, giusta e duratura in Ucraina”, dice via social.
Infine è intervenuto anche l’Alto Rappresentante della politica estera europea, l’uscente Josep Borrell, il quale ha precisato in una nota, che la visita di Orban a Mosca “si svolge esclusivamente nel quadro delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia”. L’Ungheria, ricorda, “è ora lo Stato membro dell’Ue che esercita la presidenza di turno del Consiglio fino al 31 dicembre 2024. Ciò non comporta alcuna rappresentanza esterna dell’Unione, che spetta al presidente del Consiglio Europeo a livello di capi di Stato e di governo e all’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a livello ministeriale”.
Il premier ungherese è sicuramente un personaggio indigeribile da molti punti di vista, ma se ha deciso di “forzare” l’empasse dei negoziati per mettere fine alla guerra alla periferia dell’Europa – anche mandando il boccone di traverso alla conventicola dei guerrafondai di Bruxelles – nulla esclude che la strada aperta possa rivelarsi migliore da quella oltranzista e inefficace seguita fino ad oggi dall’Unione Europea.
Che popolari, socialisti, liberali, verdi al governo nella Ue come in molti paesi europei si siano fatti soffiare una iniziativa diplomatica come questa da uno come Orban, è emblematico della pochezza e dell’avventurismo che domina nelle scelte degli attuali vertici politici in Europa. Il problema, semmai, è che l’alternativa rappresentata dai neofascisti e dalla destra – una volta al governo – potrebbe rivelarsi peggiore anche di questi. Messa così è decisamente una alternativa del diavolo.
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Tiberio
L’Europa è stanca di finanziare il neonazismo ucraino e manda avanti il più impresentabile perché ufficialmente non può esporsi.
Orban non è scemo, e va detto manco Salvini e Meloni, che cavalcano lo scontento generato dalla crisi economica europea.
Qui dimentichiamo che mentre si mettono dazi alle auto cinesi gli agricoltori europei da oltre due anni sono in agitazione per i dazi abbonati alle esportazioni ucraine.
La guerra costa, e adesso stiamo a contare i soldi in cassa che non bastano più
Vannini Andrea
“relazioni idilliache” orban-zelenskij? chapeau a orban. per la sua autonomia e per la sua difesa della sovranità nazionale. il solo capo di governo e di stato in ue che é per la pace. e oggi non é poco.
Giuseppe
è chiaro che è un refuso. le relazioni sono tutt’altro che idilliache…chapeau a orban poi è da deficienti proprio. un fascista di merda, per fortuna l’articolo non lascia molto spazio di ammirazione ad orban. con lo stesso ragionamento puoi andare in bocca anche a salvini. per ammirare orban da sinistra bisogna stare in uno stato confusionale alto
peppe
il fatto che salta agli occhi ed alla mente, è che il presidente ungherese spiazza il quadro che a roma, in casa pd e bande simili, ma soprattutto a bruxells si è andato delineando da più di 2 anni aquesta parte. benvenute sono le acrobazie nellla politica internazionale quando queste provano a scuotere i preamboli della terza guerra mondiale.