Alla fine ieri il presidente degli Stati Uniti ha deciso di ritirarsi dalla corsa per il rinnovo del suo mandato. Dopo mesi di polemiche e figuracce pubbliche, Biden accetta di fare un passo di lato (come ormai gli andava chiedendo una parte importante del suo partito).
L’attuale inquilino della Casa Bianca ha deciso di raccomandare il nome di Kamala Harris, la sua vicepresidente. Che si è subito detta onorata e pronta a “guadagnare e vincere questa nomination“, unendo il Partito Democratico intorno a sé per sconfiggere Trump.
In meno di una giornata, i democratici hanno ricevuto ulteriori 46,7 milioni di dollari di donazioni. A significare anche il sollievo con cui quessta scelta di Biden è stata accolta, anche se l’investitura della Harris non è ancora certa.
Per delle veloci primarie si sono espressi, infatti, sia Nancy Pelosi sia Barack Obama, due nomi di non poco conto. Vi sono alcuni governatori che potrebbero giocarsi con la Harris il posto di comando, e potrebbero allo stesso tempo ambire a esserne il vicepresidente.
Dall’altra parte della corsa alla presidenza, Donald Trump, in una telefonata alla CNN ha subito dichiarato che Biden “passerà alla storia come il presidente di gran lunga peggiore“. Si è pure detto convinto che la Harris sarebbe un’avversaria ancora più facile da battere.
Trump ha affermato anche che “se [Biden] non può candidarsi, non può governare il nostro paese“. Diversi repubblicani hanno infatti chiesto che l’attuale presidente si dimetta, paventando addirittura l’ipotesi di impeachment.
Fuori dagli Stati Uniti, la notizia ha portato considerazioni che diremmo interlocutorie. Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha detto che “mancano quattro mesi alle elezioni. È un periodo lungo nel quale molto può cambiare. È meglio seguire da vicino ciò che accadrà dopo“.
In Europa, invece, Josep Borrell, Alto rappresentante UE per gli affari esteri, ha ricordato che le relazioni con Washington saranno differenti a seconda del vincitore di novembre. Se Biden “pensa che un altro candidato possa avere più forza per vincere le elezioni per i democratici, rispettiamo la decisione“.
Quello che non cambierà saranno le mire imperialistiche euroatlantiche, che potranno muoversi su indirizzi diversi a seconda di chi vivrà alla Casa Bianca, ma rimarranno saldamente contrarie all’emergere di un mondo multipolare.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Pasquale
BRICS. Unica speranza di futuro per questo mondo alla deriva.
Oriol
Trump ora vacilla e non è più scontato nulla… cosa dite?
Ovvio che gli USA sono in decadenza ma l’assetto mondiale resterà tale e in crisi bellica latente ancora per una o due generazioni.
Redazione Contropiano
I tempi sono quelli della storia, l’importante è cogliere la tendenza storica…