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Smotrich invoca il genocidio per fame per tutti i palestinesi

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo sentito più volte le parole di Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Più volte ha citato dichiarazioni e atti che palesano da parte israeliana la volontà di commettere il genocidio che sta effettivamente commettendo.

Albanese ci ha sempre tenuto a ricordare che le prove raccolte sono di un’evidenza disarmante, ma sono solo alcune di quelle di cui si è a conoscenza. Le frasi da poco pronunciate da Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze di Tel Aviv, andrebbero sicuramente nel primo gruppo.

Stiamo portando aiuti perché non c’è scelta. Non possiamo, nell’attuale realtà globale, gestire una guerra. Nessuno ci lascerà causare la morte di fame di 2 milioni di civili, anche se potrebbe essere giustificato e morale, finché i nostri ostaggi non saranno restituiti. Viviamo oggi in una realtà nella quale abbiamo bisogno della legittimità internazionale per questa guerra“.

Affermazioni che fanno venire i brividi, rilasciate durante una conferenza organizzata dall’emittente Israel Hayom. Parole che esplicitano il perseguimento della pulizia etnica dei palestinesi come obiettivo politico, facendo riferimento all’intera popolazione della Striscia di Gaza.

Non può essere accettato nessun tentativo di minimizzare quel che ha detto Smotrich, evidenziando l’appunto da lui fatto che questo varrebbe “finché i nostri ostaggi non saranno restituiti“. Come specifica spesso Albanese, vi son fin troppi elementi per far finta che Israele non stia portando avanti un genocidio.

Fin troppe volte abbiamo sentito i vertici sionisti dire che civili e terroristi, a Gaza, sono la stessa cosa. Del resto, se lottare contro il colonialismo e l’apartheid ti rende un terrorista, allora non c’è dubbio che tutti i palestinesi lo siano… anche se stanno rispettando le risoluzioni internazionali dell’ONU.

Ma l’emancipazione non è qualcosa che piace a Tel Aviv e ai suoi sostenitori, ed essa comunque continua da tempo a strozzare la Striscia con la gestione degli aiuti.

Già prima del 7 ottobre oltre l’80% della popolazione dipendeva dal sostegno umanitario, almeno la metà dei bambini gazawi era anemica e 1.6 milioni di persone nei territori occupati soffriva di insicurezza alimentare.

Se il prendere per fame una zona da tempo sotto assedio è un atto anch’esso contro i pronunciamenti delle Nazioni Unite, anche l’acqua ha un ruolo in questa storia.

Amnesty International ha dimostrato in più rapporti come la gestione dell’acqua potabile e la contaminazione delle falde acquifero siano strumento della politica di apartheid.

Inoltre, la guerra messa in atto contro le organizzazioni internazionale che si occupano di portare gli aiuti, che ha coinvolto anche i conniventi governi occidentali, ha aggravato ulteriormente la situazione. E non si contano più i casi di attacchi ai camion di derrate alimentari, tra cui la strage dello scorso 29 febbraio.

Del resto, è lo stesso Smotrich a chiarire che questi aiuti sono ancora costretti a lasciarli arrivare a Gaza, altrimenti ci sarebbe una ribellione della comunità internazionale.

Ma in realtà, i fatti appena elencati dimostrano come ciò venga impedito in ogni modo e che la volontà di sterminare i palestinesi arrivi da prima del 7 ottobre.

E la comunità internazionale si è da tempo espressa per fermare il genocidio, con l’indagine della Corte Internazionale di Giustizia, e per questo è stata accusata di antisionismo.

Ma per Israele, la comunità internazionale si identifica con la NATO e i suoi alleati, che stanno invece continuando a sostenere lo sterminio, con dichiarazioni di facciata in favore di un cessate il fuoco.

Infine, non si può non ribadire come questo crimine contro l’umanità non sia una deriva di destra del governo Netanyahu, ma sia una conseguenza strutturale dell’ideologia sionista. Smotrich è il rappresentante politico dei coloni, che hanno intensificato le loro attività in Cisgiordania.

E i coloni sono un elemento fondante di Israele, che nella colonizzazione ha le sue radici. Lo Stato Ebraico è appunto nato nella concezione della costruzione di un’entità statale su base etnico-religiosa, cosa ormai sancita anche da una legge costituzionale del 2018.

In essa viene ribadito come Israele sia il luogo in cui si realizza l’autodeterminazione degli ebrei, e degli ebrei soltanto.

La Cisgiordania è sotto una nuova ondata di colonizzazioni, Smotrich ha ribadito che Gaza andrebbe occupata. Se tutto diventa Israele, dal fiume al mare, e in Israele solo gli ebrei hanno diritto ad autodeterminarsi, i palestinesi non hanno spazio.

Il genocidio è solo la conseguenza naturale di questa ideologia suprematista.

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1 Commento


  • Paolo

    come mai non mi.stupisco di queste affermazioni di un capo bastone razzista?

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