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Venezuela. Jorge Arreaza risponde al “Signorino” Gabriel Boric

Il segretario esecutivo dell’ALBA-TCP, Jorge Arreaza, ha inviato al presidente cileno Gabriel Boric un messaggio chiaro e forte sulle sue dichiarazioni interventiste contro il Venezuela bolivariano.

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Signorino Gabriel Boric:

La sua mancanza di rispetto verso le istituzioni venezuelane è da antologia. Lei è l’incarnazione della sinistra sicaria: una falsa sinistra che arriva al potere per distruggere qualsiasi alternativa veramente popolare.

Nel classico stile della quinta colonna, lei ha ingannato il suo popolo con un falso discorso da dirigente giovanile ribelle della piccola borghesia, che una volta al potere tradisce lo spirito delle proteste del 2019 e delle lotte popolari del popolo di Salvador Allende, per dare una netta continuità ai governi affini a Pinochet, alla concertazione e all’UDI di Sebastián Piñera.

Lei abbraccia i leader del fascismo venezuelano e del neonazismo ucraino. Manca di rispetto alla Carta delle Nazioni Unite, alla Costituzione Venezuelana e si nasconde dietro i Diritti Umani, mentre viola i diritti più elementari del suo popolo e dei popoli originari del suo Paese.

La sua popolarità è caduta così tanto in così poco tempo da raggiungere quasi il centro del pianeta Terra, motivo per cui sceglie di attaccare e interferire negli affari interni del Venezuela ogni volta che ha bisogno di distogliere l’attenzione dal suo malgoverno e dalla sua immaturità politica: cioè, tutti i giorni.

Deve comprendere che i popoli di Nuestra America e del Sud Globale ammirano e difendono la Rivoluzione Bolivariana con la loro più luminosa speranza e convinzione. Mentre respingono i falsi progetti progressisti come il suo, che non fanno altro che sottomettersi alla volontà di Washington e delle sue corporazioni governanti.

Deve anche sapere che, prima o poi, al Palazzo della Moneda arriverà un governo popolare veramente di sinistra, che riaprirà las grandes alamedas [n.d.t.: le grandi strade. Citazione dall’ultimo discorso di Allende l’11 settembre 1973] attraverso le quali passerà il popolo cileno libero, per costruire una società migliore.

* Traduzione di Rosa Maria Coppolino

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