E’ noto che i marxisti vengono sempre accusati di essere “catastrofisti”, perché considerano la crisi del capitale come un evento “normale e necessario” nel funzionamento del capitalismo reale; mentre gli economisti borghesi, che partono dal presupposto-preconcetto del “sistema in equilibrio”, scoprono ogni volta l’esistenza della crisi come un “evento imprevisto”, “frutto di un errore”, della “speculazione”, dell'”avidità personale”, del “moral hazard” e via improvvisando.
Ma dopo che l’attuale crisi finanziaria è entrata ufficialmente nellìottavo anno di vita, diventando così la più lunga che la storia ricordi, anche numerosi “osservatori privilegiati” del capitalismo multinazionale si stanno facendo un’idea precisa del disastro verso cui il “sistema globale” sta correndo.
Citiamo questo articolo apparso oggi sul Wall Street Italia, certamente non imputabile di simpatie marxiste, per mostrare quanto profonda sia la consapevolezza degli operatori internazionale e quanto falso, di conseguenza, sia l’esibito ottimismo governativo, sia il “percorso di risanamento” prescritto dalla Troika e dagli opinionisti di regime.
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Tutti allegramente verso il prossimo collasso
L’ottimismo a tutti i costi e il non voler vedere la disastrosa realtà della situazione economica e finanziaria è qualcosa di molto pericoloso, perchè il sistema finanziario mondiale non è mai stato così fragile. I rischi di rottura sono molto concreti, anche se le banche centrali e le autorità politiche continuano a lanciare assurdi messaggi incoraggianti. E anche se i mercati azionari salgono ai nuovi massimi, drogati da programmi di stimolo dei banchieri centrali, con Janet Yellen (Fed) e Mario Draghi (Bce) in prima linea, per rafforzare l’establishment bancario, a scapito della classe media.
Jaime Caruana, General manager della BIS di Basilea (la banca centrale delle banche centrali o BRI Banca dei Regolamenti internazionali) teme un nuovo disastro alla “Lehman Brothers”, causato dall’aumento del debito a livello mondiale e dichiara che nella loro caccia al guadagno, gli investitori ignorano la prospettiva di tassi d’interesse più alti.
Maximilian Zimmerer, Chief Investment Officer della compagnia di assicurazione Allianz (la più grande a livello europeo) dichiara che “niente è stato risolto e tutti lo sanno.”
Lo scorso maggio, Jürgen Stark, ex vice presidente della banca centrale tedesca, ha dichiarato che l’attuale sistema economico è pura finzione.
Dichiarazioni di questo genere si contano a centinaia.
Anche se dal crollo di Bretton Woods vi sono stati fallimenti bancari e crisi di Stato, la situazione attuale è unica, perchè:
> mai il mondo finanziario ed economico è stato tanto interdipendente
> mai il livello globale dell’indebitamento è stato tanto alto
> mai il “shadow banking” è stato tanto importante
> mai le nostre economie sono state tanto dipendenti dal gas, dal petrolio e dall’elettricità
> mai chi detiene il potere economico e finanziario ha basato così tanto le proprie decisioni su modelli matematici inadeguati.
Negli Stati Uniti:
> si osserva un aumento costante della disoccupazione
> Wall Street raggiunge i massimi perchè le società riacquistano le proprie azioni (e per farlo, alcune si indebitano massicciamente)
> le assicurazioni contro i crash in Borsa diventano sempre più care
> la classe media riduce anche i consumi a basso prezzo
> il 70% degli americani pensa che il peggio della crisi deve ancora arrivare
> la bolla dei prestiti agli studenti continua a espandersi
> il mercato immobiliare mostra nuovi segni di indebolimento
> il governo americano se ne infischia del mostruoso debito nazionale (circa 17.660 miliardi di dollari)
> lo statuto del dollaro come moneta di riserva internazionale è sempre più minacciato
> la Federal Reserve si prepara a imporre restrizioni sui prelievi di liquidità da certi fondi obbligazionari
In Europa la situazione è molto fragile e ben nota ed è inutile fare la lista dei disastri economici, sociali e finanziari.
Alla fine di ottobre, la Banca centrale europea terminerà l’analisi della qualità degli attivi di 130 banche della Zona euro. Sono attesi risultati deludenti e le misure che verranno prese saranno severe.
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