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Gli USA vogliono schierare missili a medio raggio in Giappone

La segretaria dell’esercito statunitense, Christine Wormuth, ha espresso l’interesse al posizionamento di un sistema missilistico a medio raggio sul suolo giapponese. A riferirlo è il Japan Times, che ne riporta le parole a un evento tenutosi in Virginia, all’inizio della scorsa settimana.

Il riferimento è al sistema Mid-Range Capability, noto anche semplicemente come Typhon. Esso dovrebbe essere dato in dotazione a una Multi-Domain Task Force, di cui l’impegno in esercitazioni militari in zona è stato discusso in una visita della Wormuth nel paese del Sol Levante, lo scorso mese.

Abbiamo chiarito il nostro interesse in merito con le Forze di autodifesa giapponesi”, ha dichiarato la segretaria statunitense, ribandendo anche che qualsiasi dispiegamento “avrebbe seguito i tempi decisi dal governo giapponese”.

Il MRC Typhon è il primo sistema missilistico a medio raggio sviluppato da Washington in pratica dalla fine della Guerra Fredda, e sarebbe stato messo a punto in appena un paio d’anni, tra il 2020 e il 2022. Si tratta di un rimorchio su cui sono installati quattro lanciatori verticali Mk 41.

Due sono i tipi di munizione che possono essere utilizzati: il missile standard supersonica SM-6 e il missile da crociera Tomahawk. Il raggio del primo è di 460 km, il secondo nelle varianti Blocco IV e V con testata non nucleare è invece di ben 1600 km.

400 Tomahawk sono stati acquistati dal Giappone all’inizio di questo anno, metà del primo tipo e metà del secondo. Proprio negli ultimi giorni la marina giapponese ha cominciato i lavori di modifica dei suoi cacciatorpedinieri per ospitare i missili in questione.

Tokyo aveva deciso di anticipare di un anno questo acquisto, del valore totale di 2,35 miliardi di dollari spalmato su tre anni fiscali, dal 2025 al 2027. La decisione è stata presa “in considerazione a un ambiente di sicurezza sempre più minaccioso”.

Tornando al sistema MRC Typhon, ora sono però direttamente gli Stati Uniti che vogliono dispiegare questo tipo di armi sulle isole del Pacifico, ad una distanza che permetterebbe ai missili di arrivare senza problemi in Cina così come in Russia.

Washington si è ritirata il 2 agosto del 2019 dal Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), e non è perciò più vincolata in alcun modo alle regole mediate con Mosca riguardo i missili a medio raggio che possono ospitare testate nucleari.

Nell’autunno del 2018 il presidente Trump aveva sottolineato, infatti, come questo accordo non solo fosse stato violato più volte, secondo le autorità a-stelle-e-strisce, dalla Russia, ma svantaggiasse il paese anche nei confronti del Dragone. Biden non è poi tornato indietro sui passi del tycoon.

Proprio in questo 2024 gli USA hanno schierato un MRC Typhon nelle Filippine, durante un’esercitazione congiunta con Manila, iniziata lo scorso aprile che ha coinvolti anche i mari a nord del paese.

Le operazioni dovrebbero concludersi a breve, ma l’intenzione statunitense sembra dunque quella di un posizionamento stabile, o almeno più continuativo, di questo sistema d’arma nell’Indo-Pacifico, lanciando una sfida diretta a Pechino. La Cina ha fatto sapere che si oppone a questo schieramento che “aumenterebbe il rischio di errori di valutazione e di calcolo”.

Le autorità giapponesi hanno smentito a lungo le ipotesi che volevano il posizionamento di armi del genere da parte statunitensi sul suolo giapponese, e ancora oggi negano che questa possibilità sia nell’agenda della Difesa.

Ma il fatto che un alto rappresentante dell’esercito USA lo abbia detto in maniera esplicita rende ufficiale il fatto che al Pentagono ci stanno pensando. E anche che gli USA sono pronti ad alzare ulteriormente la tensione nell’Indo-Pacifico.

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