In una intervista al quotidiano panarabo “Asharq al Awsat”, il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, ritiene che le prossime 24 ore saranno cruciali nel determinare il successo o il fallimento degli sforzi per trovare soluzioni politiche all’escalation in Libano. Secondo Berri le autorità libanesi stanno compiendo “seri sforzi” con le parti internazionali, compresi gli Stati Uniti, per disinnescare l’escalation in corso. Il capo del Parlamento ha auspicato di ottenere un esito positivo in questi tentativi, poiché “l’unica alternativa è la guerra”.
Il fronte diplomatico: Israele respinge ipotesi di cessate il fuoco
I ministri degli Esteri di Egitto, Giordania e Iraq, hanno affermato in una nota congiunta, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York, che “Israele sta portando la regione verso una guerra totale” e hanno condannato “l’aggressione israeliana contro il Libano” invitando la comunità internazionale e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “ad assumersi le proprie responsabilità per porre fine alla guerra”.
Intanto sta circolando la notizia che Stati Uniti, Australia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Unione europea, avrebbero chiesto un cessate il fuoco immediato di 21 giorni lungo il confine tra Israele e Libano, e hanno ribadito il loro sostegno a una cessazione immediata e sostenibile delle ostilità a Gaza. Il cessate il fuoco richiesto dagli Usa e dai loro alleati si applicherebbe alla Linea blu, la linea di demarcazione tra Israele e Libano, e permetterebbe di negoziare una potenziale soluzione diplomatica al conflitto, ha dichiarato un alto funzionario dell’amministrazione Usa.”Sollecitiamo tutte le parti, compresi i governi di Israele e Libano, ad approvare immediatamente il cessate il fuoco temporaneo”, afferma una dichiarazione congiunta dei Paesi pubblicata dalla Casa Bianca e che vede tra i firmatari
C’è ancora incertezza sul discorso del primo ministro israeliano Netanyahu, alla 79ma sessione dell’Assemblea generale Onu. Stando a quanto riferito da un funzionario israeliano al quotidiano “The Times of Israel”, il discorso dovrebbe tenersi venerdi, ma ha precisato che le possibilità che il viaggio di Netanyahu negli Stati Uniti venga cancellato sono “50 e 50”.
Ieri, un funzionario israeliano aveva dichiarato a “The Times of Israel” che Netanyahu avrebbe parlato alle Nazioni Unite domani, anticipando così di un giorno il suo intervento. Tuttavia, oggi l’ufficio di Netanyahu ha fatto sapere che il viaggio negli Usa del primo ministro è stato nuovamente rinviato a domani a causa dell’intensificarsi dei combattimenti di confine tra Israele e Hezbollah. “Il primo ministro si consulterà oggi con l’establishment della sicurezza per discutere la continuazione degli attacchi in Libano”, si legge nella dichiarazione del suo ufficio. Netanyahu dovrebbe tornare in Israele sabato sera.
In Israele contrari al cessate il fuoco
E le incognite sul discorso di Netanyahu all’Onu dipendono probabilmente dal fatto che i politici israeliani di estrema destra e i partner della coalizione di governo stanno esortando il primo ministro Benjamin Netanyahu a respingere qualsiasi proposta di tregua di 21 giorni in Libano che, secondo loro, darebbe a Hezbollah il tempo di riprendersi.
L’emittente israeliana Channel 12, citando una fonte dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha diffuso la notizia secondo cui c’era il via libera per un cessate il fuoco per avviare i negoziati. La stessa emittente ha però citato membri del Likud secondo i quali se il primo ministro Benjamin Netanyahu raggiungerà un cessate il fuoco, riconsidereremo il nostro voto sull’approvazione del bilancio. Il ministro delle Finanze, l’estremista messianico Smotrich, ha affermato che l‘unico modo per riportare la popolazione e la sicurezza al nord di Israele è attraverso la resa di Hezbollah o la guerra. Ma anche il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid si schiera per la linea oltranzista affermando che “Non accetteremo alcuna proposta che non includa la rimozione di Hezbollah dal nostro confine settentrionale”.
Il fronte di guerra
Civili libanesi risultano feriti in un raid israeliano sulla città di Kafr Shuba, nel sud del Libano mentre altri raid sono stati effettuati a Dibbin, Gebshit, Homain, Sharqieh, Bazourieh, Samaya, Kafr Shouba, Kafr Jouz e Kfar Rumman nel sud del Libano. il corrispondente di Al Jazeera ha detto che due raid israeliani hanno preso di mira le città di Sharqiya e Homine nel distretto di Nabatieh.
Almeno 23 persone, prevalentemente donne e bambini, sono morte in un attacco israeliano su un edificio di tre piani nella città libanese di Younine nella giornata di ieri. A denunciarlo è il sindaco Ali Qusas, che ha parlato con l’agenzia Reuters. Qusas ha anche riferito che altre otto persone sono rimaste ferite.
L’esercito israeliano ha dichiarato che dozzine di razzi sono stati lanciati oggi dal Libano meridionale verso le città israeliane di Acri e la baia di Haifa.
Israele ha dichiarato oggi di aver ottenuto dagli Stati Uniti un pacchetto di aiuti da 8,7 miliardi di dollari per sostenere le sue forze armate. Il pacchetto include 3,5 miliardi di dollari per gli appalti essenziali in tempo di guerra, che sono già stati ricevuti e destinati ad acquisti militari critici. Inoltre, 5,2 miliardi di dollari sono stati destinati ai sistemi di difesa aerea, tra cui l’Iron Dome e un avanzato sistema laser.
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Andrea Vannini
Nella entità sionista-fascista, i cittadini ebrei degni di salvezza sono una sparuta minoranza. Né più né meno che nella Germania hitleriana.