Da Hezbollah è arrivata la conferma dell’uccisione del proprio leader storico Nasrallah a causa del bombardamento israeliano di ieri su alcuni palazzi di Beirut est.
“Sua Eminenza Sayyed Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, si è unito ai suoi compagni, i grandi e immortali martiri, la cui marcia ha guidato per quasi 30 anni”, ha detto il partito in una dichiarazione.
La dichiarazione di Hezbollah è arrivata poche ore dopo che l’esercito israeliano ha confermato il successo dell’assassinio e ha detto che i suoi aerei da combattimento hanno sganciato circa 85 bombe bunker, ciascuna del peso di una tonnellata di esplosivo, per assassinare Nasrallah.
Chi sarà il successore di Nasrallah? Fino ad ora, non ci sono informazioni chiare su chi prenderà la guida di Hezbollah, ma le analisi lo indicano in Hashim Safi al-Din, cugino di Nasrallah e genero di Qassem Soleimani, ex comandante della “Quds Force” dei “Guardiani della Rivoluzione” iraniani ucciso in un raid statunitense a Bagdad quattro anni fa. Impressionante la somiglianza di Safi al-Din con il leader Nasrallah ucciso dagli israeliani.
Safi al-Din si è trasferito da Qom a Beirut per assumere la presidenza del consiglio esecutivo del partito, che funge da governo, sotto la supervisione dell’ex comandante della sicurezza Imad Mughniyeh. Considerato “l’ombra” di Nasrallah, è il secondo uomo più potente del partito e ha gestito tutte le questioni quotidiane sensibili negli ultimi trent’anni, mentre le questioni strategiche sono rimaste a Nasrallah.
Safi al-Din ha assunto diversi ruoli di leadership all’interno di Hezbollah sin dai primi anni ’90. Tra questi, la presidenza del consiglio esecutivo, che supervisiona tutte le attività quotidiane del partito, inclusa la gestione delle sue istituzioni e finanze, sia in Libano che all’estero. Dall’inizio degli anni ’90, Safi al-Din ha svolto un ruolo chiave nell’organizzazione e nella supervisione delle operazioni amministrative e finanziarie del partito, ed è considerato il “cervello” delle sue politiche interne.
Safi al-Din ha legami stretti con l’Iran, avendo studiato presso la scuola teologica sciita di Qom, e ha mantenuto un contatto costante con la leadership iraniana. Questi legami si sono intensificati quando suo figlio, Rida, ha sposato Zaynab Soleimani, figlia del comandante militare iraniano Qassem Soleimani, assassinato in un attacco americano a Baghdad nel 2020.
Sebbene Safi al-Din sia rimasto per anni lontano dai riflettori, le difficili condizioni di sicurezza che circondano Nasrallah lo hanno spinto a farsi vedere più frequentemente in pubblico. È stato avvistato in diverse occasioni del partito, in particolare durante i funerali di leader uccisi.
Intanto è stata diffusa la notizia che nella tarda serata di ieri, le forze speciali israeliane hanno hackerato la torre di controllo dell’aeroporto di Beirut. Un volo della compagnia iraniana Qeshm Fars Air proveniente da Teheran, diretto in Libano o in Siria, è stato costretto a tornare indietro nello spazio aereo iracheno nelle prime ore di questa mattina. Israele ha avvertito che avrebbe sventato qualsiasi tentativo dell’Iran di trasferire armi a Hezbollah, anche tramite l’aeroporto civile di Beirut.
Il ministro dei Trasporti libanese, Ali Hamieh, ha dichiarato al giornale libanese “An-Nahar” che l’IDF ha intercettato la frequenza radio della torre di controllo dell’aeroporto internazionale e ha avvertito che avrebbe attaccato l’aeroporto se un aereo civile iraniano diretto in Libano fosse atterrato a Beirut.
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Arsenio Stabile
Non riesco a capire e tantomeno ad accettare perché Israele e il sionista Netanyahu hanno così manolibera, non capisco, oltre al fatto che godono del pieno appoggio degli USA ma anche dell’UE, ma c’è un mondo intero ancora, è tutta la potenza economica che sostiene questi pazzi? Ma c’è un mondo intero che potrebbe davvero ribaltare le cose, perché non accade?
Redazione Contropiano
Bisogna contare le testate nucleari…
Leonardo
Notizia davvero pessima. Sembra che la condotta criminale dello Stato terrorista, attivamente sostenuta dal nostro ‘Giardino delle Delizie’ (ovvero: minacciare e realizzare una Via Rasella su scala mondiale per chiunque osi opporsi …) stia spostando i rapporti di forza a proprio vantaggio. Spero di essere smentito, ma se la strategia è quella di bollire la rana a fuoco lento, i ruoli del cuoco e del batrace forse non sono quelli che pensavamo.
Andrea Vannini
Onore a chi, come Nasrallah, sacrifica la sua vita nella lotta contro il fascismo-SIONISMO e l’ imperialismo. Un martire e un eroe per il suo popolo e anche per noi che abbiamo la “fort
una”, per ora, di non soffrire ciò che soffrono i popoli palestinese e libanese. Ma il nostro nemico é lo stesso per loro e per noi. Smettiamo di subire e di assistere passivamente. Il nemico é anche vicino a noi.