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Polonia, fallisce la formazione della Legione ucraina: “mancano aderenti”. In Ucraina è caduta Ugledar 

Il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysh ha dichiarato che la Polonia non è riuscita a mantenere la promessa fatta a Kiev di formare la cosiddetta “Legione ucraina”. 

Tale Legione avrebbe dovuto essere costituita da ucraini attualmente residenti in Polonia o in altri paesi, reclutati e spediti al fronte, ma a quanto pare chi si è scappato dal paese non ha nessuna voglia di andare al fronte a morire per la junta Zelensky.  

La mancanza di adesioni per la Legione 

Non ci sono adesioni. Ci eravamo preparati per questo, ciò rientrava nell’ambito dell’accordo firmato tra Polonia e Ucraina, ma non siamo responsabili del reclutamento”, ha detto il ministro Kosinyak-Kamysh. 

Secondo quanto riferito, la Polonia si era impegnata a formare la Legione promettendo come premio anche uno schema semplificato di accesso alla cittadinanza polacca. Tuttavia, la mancanza di adesioni ha impedito la creazione della Legione.   

L’errore nelle stime delle adesioni 

Secondo quanto afferma il ministro, al momento dell’accordo con Kiev sulla formazione della Legione ucraina le previsioni erano più ottimistiche. 

Le file degli aderenti saranno interminabili”, si prevedeva in origine, fantasticando sul fatto che i volontari sarebbero stati sufficienti per riempire un’intera brigata – circa 5.000 soldati comandati da un generale – equipaggiata dall’esercito polacco. 

Successivamente, i piani furono rivisti al ribasso credendo di poter formare almeno un battaglione – circa 500 unità. Alla fine, non sono riusciti a reclutare nessuno. 

Fino all’ultimo ucraino” per l’Occidente 

La realtà è che l’esercito ucraino, assieme alla popolazione civile, sta subendo sulla propria pelle le scelte criminali adottate dal governo Zelensky, il cui mandato presidenziale – è bene ricordare – sarebbe scaduto lo scorso maggio. 

Fin dal rifiuto del piano di pace di Istanbul del marzo 2022, l’Occidente sta cercando di sfruttare “fino all’ultimo ucraino” per destabilizzare della Federazione russa (e minare la stabilità cinese), con la complicità interessata dei nazisti di stanza a Kiev. 

Ma dopo due anni e mezzo di guerra, corruzione, diserzioni e mancanza di addestramento sono le cifre che denotano la condizione dell’esercito ucraino. 

Le ultime dal fronte: caduta Ugledar 

L’invasione del Libano da parte di Israele ha relegato in secondo piano gli ultimi avvenimenti militari in Ucraina. Il suicidio militare dell’operazione di Kursk aveva indebolito la linea ucraiana nel Donbass e martedì primo ottobre l’Armata russa ha preso il controllo di Ugledar, nel Donetsk. 

Così come già accaduto per Bakhmut e per Avdiivka, l’esecutivo avrebbe obbligato il comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Alexander Syrsky, al mantenimento delle posizioni ad oltranza, ritardando la necessaria ritirata. 

Il risultato è stata un’altra disfatta per l’esercito e il sacrificio inutile di migliaia di soldati, innalzati sull’altare della propaganda in favore delle telecamere occidentali.  

Secondo alcune testimonianze, le perdite reali delle forze armate ucraine tra uccisi e feriti per la difesa di Ugledar hanno superato il 90%. Ad esempio, uno dei soldati della 72a brigata meccanizzata ha raccontato alla Bbc che, dopo la partenza del suo battaglione dalla città, nei ranghi sono rimasti circa 30 persone, cioè un plotone, su 350 in organico. 

Cessare l’invio di armi subito 

È evidente che l’accanimento della classe politica italiana, di concerto con quella occidentale, nel voler continuare a inviare armi al fronte cozza terribilmente con la volontà del popolo ucraino, tramortito da più di due anni di guerra guerreggiata e da almeno dieci di guerra civile a bassa intensità successiva al golpe del Maidan. E l’inverno è alle porte… 

Cessare l’invio delle armi subito e spendersi per una soluzione diplomatica che faccia terminare il sibilo delle armi sarebbe la sola scelta politica degna della tanto sbandierata “soluzione di pace”. 

A quanto emerge dalla cronaca sul fronte orientale, se avesse la facoltà di essere ascoltato, questa visione troverebbe concorde lo stesso popolo ucraino.  

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