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Libano. Israele scopre che non esistono guerre facili. Nasrallah era disponibile al cessate il fuoco

Almeno sei persone sono rimaste uccise e sette ferite questa mattina in un attacco aereo israeliano su Beirut che ha preso di mira un edificio nel cuore della città. Nel raid, che ha interessato la zona di Bachoura, è stato colpito un palazzo che, secondo la versione israeliana, ospitava un centro di soccorso di Hezbollah.

Il numero delle vittime degli attacchi aerei israeliani sul centro di Beirut è salito a sei, secondo i rapporti di Al Jazeera. Due vittime sono morte sul posto, mentre le altre sono decedute in ospedale per le ferite riportate. Altre sette persone stanno ancora ricevendo cure per le loro ferite.

Almeno otto militari israeliani sono morti ieri nei combattimenti contro Hezbollah, a conferma che quando la guerra si trasferisce sul terreno, la superiorità militare e tecnologica israeliana viene messa a durissima prova. I soldati delle forze speciali israeliane si sarebbero mossi verso un villaggio libanese all’alba di ieri, protetti dalla nebbia ma sono finiti accerchiati dai combattenti di Hezbollah. Lo scontro è stato il più duro dall’inizio dell’offensiva di terra, oltre agli otto soldati morti ce ne sono una trentina feriti.

Anche sulla pioggia di missili di martedi sera le forze armate israeliane alla fine hanno dovuto ammettere che a causa dei missili iraniani hanno subito danni ad alcune basi aeree, compresa quella di Nevatim (vedi la foto in copertina). Era già avvenuto nel precedente raid iraniano ad aprile. Così come è stato certificato il cratere dell’esplosione di un missile non lontano dalla sede del Mossad. La versione che fosse tutto sotto controllo e che i missili iraniani fossero stati quasi tutti intercettati, come segnalavamo già da martedi sera, non ha retto alla prova dei fatti.

Emerge intanto che l’ex leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva accettato un cessate il fuoco con Israele poco prima di essere ucciso in un raid su Beirut. A rivelarlo è il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib citato dall’agenzia di stampa turca Anadolu. “La parte libanese aveva accettato”: il presidente del parlamento Nabih “Berri si era consultato con Hezbollah e ne avevamo informato i rappresentanti di Stati Uniti e Francia”, dice Bou Habib.

Subito dopo il contatto diplomatico tra le autorità libanesi e quelle statunitensi, Israele ha ucciso Sayyed Hasan Nasrallah inviando dieci F15 delle forze aeree israeliane a scaricare 80 bombe di profondità anti-bunker radendo al suolo nell’arco di pochi minuti sei palazzi nel cuore di Beirut e causando la morte di Nasrallah e di altre 10 persone ed il ferimento di altri 108 civili. Questa è una ulteriore conferma che quando gli USA parlano di diplomazia lo fanno decisamente con “la lingua biforcuta” e che Israele non ha alcun interesse al cessate il fuoco né a Gaza né in Libano, prima vuole mettere il mondo di fronte al fatto compiuto sull’allargamento dei propri confini.

Ad aggravare i rapporti tra Israele e il resto del mondo – ad eccezione degli Stati Uniti e di alcuni paesi dell’Unione Europea – c’è la precipitazione degli attacchi israeliani all’Onu definita da Netanyahu “una palude di antisemitismo”.

Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha condannato la decisione di Israele di imporre un divieto di viaggio al segretario generale Antonio Guterres, descrivendola come una “dichiarazione politica” e l’ultimo di una serie di attacchi da parte del governo israeliano al personale delle Nazioni Unite.

Dujarric ha sottolineato che la designazione di Guterres da parte del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz come “persona non grata” fa parte di un più ampio modello di ostilità.

L’ipotesi di una espulsione di Israele dalle Nazioni Unite è tempo che venga presa seriamente in esame. Se oggi esiste uno stato-canaglia che va isolato dalla comunità internazionale questo è proprio Israele, se ne facciano una ragione i suoi complici.

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1 Commento


  • Flavia Lepre

    Più che necessarie SANZIONI ONU CONTRO ISRAELE, non certo solo per Guterres, ma per le uccisioni di funzionari, gli attacchi alle strutture UNRWA, oltre ai numerosissimi crimini contro il Diritto Umanitario Internazionale e le norme di guerra.

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