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La guerra in Libano avvicina Iran e Arabia Saudita

Mercoledì sera, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita Faisal bin Farhan Al Saud hanno avuto un incontro nella capitale del Qatar, Doha

I due rappresentati dei paesi-guida – rispettivamente del mondo sciita e di quello sunnita – hanno discusso della promozione dei legami bilaterali, degli attacchi israeliani a Gaza e in Libano e della risposta iraniana a Israele, in corso proprio durante l’incontro.

Le parole di Pezeshkian: maggiore unità tra i musulmani

Il presidente iraniano ha espresso soddisfazione per il continuo riavvicinamento delle relazioni bilaterali, sancito già a Pechino nel marzo del 2023 dopo sette anni di interruzione dei rapporti diplomatici, e ha sottolineato la volontà dell’Iran di migliorare le interazioni con l’Arabia Saudita in tutti i settori. 

L’Iran, da detto Pezeshkian, non vede di buon occhio l’escalation in Asia occidentale e ha messo in guardia dall’indifferenza nei confronti dello sfollamento e della sofferenza dei palestinesi e dei libanesi causati dagli attacchi “brutali” di Israele. 

I Paesi musulmani hanno bisogno di una maggiore unità per fermare le “aggressioni” di Israele a Gaza e in Libano e per impedirne la diffusione in altri Stati islamici.

Chiudere la pagina delle differenze

Della stessa lunghezza d’onda sono state le dichiarazioni del ministro degli esteri saudita, mostrando la determinazione del suo Paese a sviluppare le relazioni con l’Iran.

Faisal bin Farhan Al Saud ha sottolineato che leaggressioni” di Israele contro Gaza e il Libano mirano ad espandere il conflitto nella regione e che per questo l’Arabia Saudita confida nella saggezza e nel discernimento dell’Iran nel gestire la situazione e contribuire al ripristino della calma e della pace nella regione. 

Cerchiamo di chiudere per sempre la pagina delle differenze tra i due Paesi e di lavorare per la risoluzione delle nostre questioni e l’espansione delle nostre relazioni come due Stati amichevoli e fraterni”, ha dichiarato.

Il significato politico dell’incontro

L’incontro ai massimi livelli, le tempistiche e le parole pronunciate dai rappresentati dai due pesi massimi del mondo musulmano fanno pensare che il tentativo dello Stato di Israele di sfruttare ancora una volta a proprio vantaggio la storica divisione tra sunniti e sciiti non stia dando i frutti sperati, come invece si racconta sui media occidentali, soprattutto nostrani.

Nell’instabilità in cui lo Stato di Israele e i suo alleati occidentali – Stati Uniti in primis – hanno nuovamente invischiato il Medio Oriente, il colloquio iraniano-saudita segna un punto a favore del litigioso mondo arabo e musulmano, fino a oggi incapace (o non interessato) nel dare una risposta unitaria all’impunità israeliana nel genocidio in atto in Palestina.

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