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Forze speciali Usa tra i mercenari uccisi in territorio russo

Il Servizio federale di sicurezza russo il 27 ottobre ha dichiarato che quattro sabotatori stranieri sono stati uccisi nel distretto di Klimovsky, nella regione di Bryansk, nell’ambito di una operazione condotta da un gruppo di 10 unità terrestri.  

Tra le identità dei mercenari ci sono soldati statunitensi, canadesi e polacchi, notizia poi confermata dalle parole della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.  

Forze speciali Usa impegnate al fronte

Nel silenzio dei media occidentali, la novità emersa martedì è che uno dei sabotatori era – o era stato – un ufficiale del 75° reggimento Ranger, o Army Rangers, unità di fanteria leggera aviotrasportata d’élite dell’esercito statunitense. 

I Ranger sono un battaglione inquadrato all’interno del Comando per le operazioni speciali dell’esercito degli Stati Uniti (USASOC), alle dipendenze dirette del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. 

Il quartier generale e le unità principali delle forze di terra si trovano sul territorio dell’unità militare dell’esercito statunitense a Fort Moore, nello Stato federato della Georgia.  

Si tratta di un’unità di ricognizione in profondità, specializzata principalmente in atti di sabotaggio dietro le linee nemiche e nel distruggere infrastrutture militari e campi d’aviazione”, ha dichiarato Alexander Stepanov, direttore del programma dell’Accademia di scienze politiche e ricercatore senior presso l’Istituto dell’America Latina dell’Accademia delle scienze russa. 

La natura dell’operazione

Questo significa che nella regione di Bryansk sono stati dispiegati specialisti altamente qualificati, con istruzioni precise data la delicatezza delle operazioni, probabilmente veterani addestrati in ambito Nato per effettuare operazioni terroristiche in territorio nemico.  

La quantità di esplosivi e armi da fuoco trovati in possesso del gruppo fa supporre che intendevano raggiungere obiettivi di alto profilo, nella regione di Bryansk.  

Secondo Stepanov, “ci sono prove che il gruppo di sabotaggio e ricognizione era supportato da veicoli aerei senza pilota, compresi i droni FPV. Ciò ha messo in luce l’intricata rete di piani di operazioni di sabotaggio”. 

 “Sono evidenti i segni della ricognizione dei siti più vulnerabili nelle aree di confine russe per aprire nuove opportunità ai gruppi di sabotaggio e ricognizione”, ha aggiunto l’esperto. 

Un altro soldato statunitense entrato a settembre

Un secondo soldato identificato invece era un marine degli Stati Uniti. Si tratta di Cory John Nawrocki, sul cui corpo è stato trovato un documento di identità militare datato 4 settembre 2024, rilasciato dall’ufficio di arruolamento militare del distretto Podolsk di Kiev. 

Da quanto si apprende da fonti militari, Nawrocki si era unito all’unità militare A3449 delle Forze armate dell’Ucraina, ossia il Centro per le attività speciali della Direzione principale dell’intelligence della “Legione straniera”. 

Autista di un’unità di forze speciali, era armato con una pistola Glock di ultima generazione e un fucile automatico da 5,56 mm.  

La presenza Nato in Ucraina

La presenza di personale militare straniero in territorio ucraino è una realtà documentata sin dal 2014 e dagli eventi successivi al golpe dell’Euromaidan. 

Tuttavia, se la propaganda occidentale si era spesso limitata a giustificare il “supporto” alle forze armate ucraine di esperti e formatori addestrati in ambito Nato, l’operatività di un ufficiale delle forze speciali statunitensi – seppur probabilmente inquadrato “ufficialmente” in un gruppo di mercenari – sul territorio russo è una grana non da poco per Washington e suoi alleati. 

Forse, l’allarmismo generato nei media occidentali dalla presunta presenza di truppe nordcoreane al fronte ucraino serve proprio a mantenere il più possibile una coltre di fumo su come invece, in maniera molto meno ortodossa, gli alleati Nato stanno supportando l’esercito ucraino. 

La differenza è che da una parte di firmano Trattati e si dà evidenza pubblica degli eventi, persino sul sito del Parlamento russo. Dall’altra, si tenta di nascondere il più possibile la propria ingerenza. Fino a quando non si cade sul campo.

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1 Commento


  • Salvatore

    se vi era bisogno di ulteriori prove, questa ci svela la natura della piega terroristica che sta’ assumendo la Nato in questi ultimi tempi. complimenti

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