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E’ finita la pacchia per le multinazionali estrattive in Mali

Le compagnie minerarie australiane e canadesi Resolute Mining e Barrick Gold stanno verificando che nei paesi africani indipendenti l’aria è decisamente cambiata.

L’australiana Resolute ha detto che pagherà in due tranche al governo maliano 80 milioni di dollari ed altri 80 milioni nei “prossimi mesi”. L’accordo raggiunto dovrebbe risolvere le controversie con il governo “comprese quelle relative a tasse, dazi doganali e gestione dei conti offshore”. Il gruppo sta “ora lavorando con il governo sui restanti passaggi procedurali per il rilascio dei suoi tre dipendenti”, ha detto la società.

E’ accaduto infatti che tre dirigenti del gruppo che possiede una miniera d’oro in Mali sono stati arrestati all’inizio dei novembre dopo essersi recati nella capitale, per quelli che pensavano fossero normali negoziati con la giunta militare al potere. Ma l’amministratore del gruppo, il britannico Terence Holohan e due dei suoi colleghi sono stati arrestati e presi in custodia “inaspettatamente”. Sono stati interrogati in un caso di presunta contraffazione e danneggiamento di proprietà pubblica, riporta la pagina Jeune Afrique.

La Resolute, possiede l’80% delle azioni della filiale che possiede la miniera di Syama (sud-ovest), il restante 20% è nelle mani dello Stato maliano. La società australiana possiede anche un sito di estrazione dell’oro a Mako, nel vicino Senegal, e sta conducendo altri progetti di esplorazione in Mali, Senegal e Guinea.

Da quando hanno preso il potere, i leader del Mali hanno promesso di garantire una distribuzione più equa dei proventi dell’estrazione mineraria nel paese fin qui dominata da gruppi stranieri. Le autorità maliane hanno fatto della lotta alla corruzione e del ripristino della sovranità nazionale sulle risorse naturali i loro mantra.

Jeune Afrique ricorda che questa è la seconda volta in pochi mesi che i dirigenti di una società mineraria straniera vengono arrestati in Mali. Quattro dipendenti della società canadese Barrick Gold, alle prese con un contenzioso con le autorità statali del Mali, sono stati trattenuti per diversi giorni alla fine di settembre e poi rilasciati.

Barrick Gold ha dichiarato di aver pagato 50 miliardi di franchi CFA (circa 81 milioni di dollari) in ottobre come parte di un accordo con il governo maliano.

Le società minerarie straniere sono sottoposte ad una maggiore pressione da parte della giunta, salita al potere nel 2020 e che sta prestando molta attenzione ai rilevanti guadagni dell’industria mineraria in mano alle multinazionali straniere.

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1 Commento


  • Andrea vannini

    le nazioni sovrane si comportano così, non le colonie come l’ Italietta.

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