“Il fascismo contemporaneo non si manifesta solo nella sua forma storica, ma si declina oggi attraverso nuovi colonialismi: il dominio militare ed economico della NATO, il razzismo verso i migranti e una manipolazione sistematica della comunicazione. Tali fenomeni richiedono una risposta articolata e strategica, quale quella elaborata all’interno della nostra Scuola marxista decoloniale, che si oppone alle dinamiche di omologazione culturale indotte dal neoliberismo”. Lo ha affermato il prof. Luciano Vasapollo, che è intervenuto a Caracas al Congresso dell’Internazionale Antifascista.
“L’invito a questo appuntamento – ha sottolineato – delinea i temi principali dell’evento, spiegandone le ragioni fondanti. Inizialmente concepita in maniera più generica, l’Internazionale Antifascista ha progressivamente assunto una connotazione specifica e mirata, integrando le dimensioni antimperialista, antisionista e anticolonialista. Questi aspetti costituiscono la struttura portante del progetto, in continuità con l’approccio della nostra scuola, ispirata al pluripolarismo e al decolonialismo, e radicata nei principi della Tricontinentale”.
In parallelo, Rita Martufi, direttore del CESTES ha preso parte a una tavola rotonda sulla precarietà e lo sfruttamento nel mondo del lavoro, evidenziando come “il razzismo strutturale verso i migranti sia funzionale al capitalismo globale. I dati e le analisi del Cestes hanno ricevuto grande apprezzamento, così come l’attenzione posta sul super-sfruttamento della forza lavoro”.
Il Congresso è stato aperto da un discorso del dirigente esteri del PSUV René Peña, che ha sottolineato l’importanza di consolidare e istituzionalizzare l’Internazionale Antifascista attraverso strutture operative e programmi precisi, capaci di garantire un riconoscimento sociale, legale e di movimento. Particolare enfasi è stata posta sulla necessità di contrastare le forme di oppressione derivanti dall’imperialismo e sul ruolo fondamentale del progetto nel dare voce ai Sud globali.
Il ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil, ha rafforzato questi punti, evidenziando la necessità di contrapporsi al dominio unipolare della NATO e al colonialismo, proponendo il pluripolarismo come prospettiva di sviluppo sostenibile. Ha sottolineato il ruolo centrale dei BRICS e delle alleanze come l’ALBA.
Sugli stessi temi è intervenuto anche il segretario generale dell’ALBA– TCP, Jorge Arreaza, che rivolgendosi ai promotori dell’Internazionale Antifascista ha ricordato che “l’imperialismo statunitense ha voluto imporre 20 anni fa alla regione dell’America Latina e dei Caraibi l’accordo denominato Zona di Libero Scambio delle Americhe (ALCA)” sottolineando che il comandante Hugo Chávez e il leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, hanno guidato la risposta popolare a questo tentativo, che mirava ad assicurare il dominio di Washington sulle risorse della regione e ad approfondire la dipendenza dei paesi del sud del Rio Grande alla capitale finanziaria americana.
Il Comitato Internazionale di Promozione Antifascista è stato istituito, tra gli altri scopi, per identificare un piano d’azione che contribuisca a evitare l’imposizione del fascismo a livello globale. Questa agenda sociale e politica sarà sviluppata attraverso sette gruppi di lavoro.
“Chávez e Fidel Castro, hanno guidato la risposta popolare a questo tentativo, che mirava ad assicurare il dominio di Washington sulle risorse della regione e ad approfondire la dipendenza dei paesi del sud del Rio Grande alla capitale finanziaria americana. Dire Fidel, dire Chávez, è dire antimperialismo, è dire solidarietà, antifascismo, è dire ALBA”, ha scandito Arreaza, per il quale “l’obiettivo degli Stati Uniti di appropriarsi del continente è nato e si è sviluppato con l’emergere di questa realtà” – ed ha esortato a “lavorare per l’unità del popolo contro il nemico comune, utilizzando la piattaforma dell’ALBA, creata da Fidel e Chávez per lottare per un mondo migliore e antimperialista”.
Arreaza ha sottolineato che l’obiettivo degli Stati Uniti di appropriarsi del continente è nato quasi con l’emergere di questa regione, come dimostrato dai documenti dei suoi leader risalenti a prima della genesi della Dottrina Monroe. Quindi ha esortato a lavorare per l’unità del popolo contro il nemico comune e ad utilizzare la piattaforma creata da Fidel e Chávez per lottare per un mondo migliore e antimperialista.
Il Congresso ha lavorato attraverso sette commissioni tematiche. “Personalmente – ha fatto sapere Vasapollo – ho partecipato alla commissione dedicata alle proposte culturali e simboliche per l’antifascismo. Il dibattito è durato oltre tre ore e ha toccato temi centrali quali il ruolo delle scuole marxiste nel contrasto all’omologazione culturale, la valorizzazione delle culture indigene e il recupero della memoria storica. Abbiamo discusso l’importanza di una multidisciplinarità che abbracci scienze umane, economiche e artistiche, al fine di proporre un sapere critico capace di contrastare il neoliberismo”.
Il Congresso è proseguito con una plenaria in cui sono stati sintetizzati i lavori delle commissioni. “Ho avuto l’onore di intervenire per – ha detto ancora Vasapollo – esporre le conclusioni principali, sottolineando la necessità di un’intellettualità militante e di un antifascismo attivo. Ho proposto di rafforzare le reti culturali e di organizzazioni antifasciste globali, promuovendo una resistenza creativa basata su memoria storica, cultura popolare e diritti comunitari.
L’obiettivo, ribadito più volte, è quello di costruire una rete internazionale in grado di opporsi efficacemente alle narrative fasciste e di promuovere valori democratici e di giustizia sociale. Oggi proseguiranno i lavori con la seconda giornata del Congresso”.
* da Il Faro di Roma
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