Il 10 gennaio, il presidente Nicolás Maduro – rieletto alla fine luglio dello scorso anno – presterà giuramento ed entrerà in carica per un nuovo mandato per la Repubblica Bolivariana del Venezuela.
La cerimonia di giuramento si terrà il 10 gennaio nel Palacio Federal Legislativo, sede dell’Asamblea Nacional, è marcherà l’inizio di un nuovo ciclo di sei anni (2025-3031), con il Paese che appare più che mai pronto a proseguire nel percorso intrapreso da tempo, nonostante i ripetuti tentativi di destabilizzazione organizzati dalle oligarchie venezuelane sostenute dal blocco occidentale.
Il clima è di mobilitazione massima a Caracas e di costante vigilanza rispetto alle provocazioni annunciate. La Furia Bolivariana dei popoli venezuelani sarà presente in strada per impedire all’opposizione golpista – che non riconosce il presidente eletto, ma Edmundo González – di provocare disordini “ad uso di telecamere” o azioni terroristiche, come sembra dimostrare in questi giorni l’arresto di vari mercenari di estrema destra arrivati nel paese.
González, che ha chiesto ed ottenuto “asilo politico” in Spagna (sebbene il governo iberico non lo riconosca ufficialmente), ha moltiplicato l’azione di pressing nei confronti dei suoi sponsor occidentali e dell’estrema destra latinoamericana, ribadendo la sua volontà di recarsi a Caracas il 10 nonostante il mandato d’arresto spiccato nei suoi confronti per i gravissimi reati relativi al tentativo di sabotare l’esito dei risultati elettorali di fine luglio.
É stato ricevuto dal presidente uscente Biden alla Casa Bianca e da Milei in Argentina, oltre che dal presidente dell’Uruguay, ed ad accompagnarlo in questa “missione diplomatica” vi erano altri leader dell’opposizione – Marina Corina Machado, Antonio Ledezma, David Smolansky – esponenti dell’ala più dura che sta cercando di costruirsi appoggi e complicità.
In un delirante messaggio ha chiesto alle Forze Armate Bolivariane del Venezuela di abbattere il governo di Maduro! Un golpe, insomma, in nome della “democrazia”…
Bisogna ricordare che in Spagna – una delle roccaforti europee delle oligarchie latino americane – i popolari del PP guidati da Feijóo insieme all’estrema destra di VOX (entrambi attualmente all’opposizione) sostengono apertamente la cosiddetta “opposizione venezuelana” e le loro attività in Spagna.
Le pressioni del PP e neo-fascisti sulla UE non hanno però fino dato ad ora l’esito sperato. Soltanto il governo Meloni, tra i 27 paesi membri, riconosce González come “legittimo presidente”, mentre gli altri esecutivi, pur comunque riconoscendo l’esito elettorale, hanno votato altre sanzioni contro 15 funzionari venezuelani che entreranno in vigore proprio il 10 gennaio.
Tra i maggiori sostenitori dell’oligarca golpista vi è la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, mentre l’attuale capa della diplomazia dell’Unione sembra avere avuto un profilo “più basso”.
Di fronte al manifestarsi di un “Plan Guaidó 2.0” l’attenzione è massima, considerando tra l’altro che proprio il 9 gennaio prenderà inizio il Festival Mundial Antifascista per cui stanno giungendo a Caracas delegazioni da tutto il mondo per festeggiare l’inizio di altri sei anni nel solco del chavismo.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa