A Gaza la gente è scesa nelle strade e tra le macerie per festeggiare il raggiungimento di un accordo tra Israele e Hamas che prevede una tregua nei bombardamenti e combattimenti. Dopo quindici mesi di terrore i palestinesi di Gaza possono tirare un attimo il fiato.
Israele è stata costretta a firmare un accordo che aveva rinviato più volte da maggio dello scorso con l’ambizione di annientare i combattenti palestinesi manu militari, anche a costo di stragi quotidiane che le sono costate l’accusa di genocidio, non riuscendo però a riportare a casa gli ostaggi. Gaza inoltre, nonostante il sangue versato, non appariva sotto controllo. Solo lunedi scorso altri cinque soldati israeliani sono stati uccisi.
Netanyahu ha firmato un accordo di tregua “a tempo” su Gaza avendo incassato risultati su altri due fronti – il Libano e la Siria – e offrendo al nuovo presidente statunitense Trump un totem da poter sbandierare al suo insediamento. Anche perchè quest’ultimo aveva lasciato intendere di volere esattamente questo scenario.
In Israele il partito Sionismo Religioso del ministro Smotrich si riunirà questa mattina per decidere sul suo futuro nella coalizione di governo, in vista del voto previsto per il gabinetto sull’accordo di cessate il fuoco e sugli ostaggi. Il partito di estrema destra potrebbe dimettersi dal governo in opposizione all’accordo, che il leader del partito Bezalel Smotrich ha denunciato ieri sera come “cattivo e pericoloso”.
A Gaza la Jihad islamica palestinese ha salutato l’accordo di cessate il fuoco come “onorevole”. Hamas aveva bisogno del sostegno della Jihad islamica all’accordo al fine di evitare una potenziale interruzione della tregua e dei passaggi successivi.
L’accordo – di cui forniamo più sotto il testo integrale – si articola in diverse sezioni che coprono il ritiro delle forze israeliane, lo scambio di prigionieri, il ritorno dei rifugiati e il coordinamento umanitario.
Secondo quanto riportato nel documento, l’obiettivo delle due parti è “raggiungere la piena attuazione dell’accordo del 27 maggio 2024, concludendo lo scambio di ostaggi e prigionieri e garantendo il cessate il fuoco permanente”. È previsto che tutte le misure della prima fase siano portate avanti secondo i termini stabiliti, con l’impegno di completare le successive fasi.
L’articolo 2 del documento stabilisce che le forze israeliane si ritireranno dalle aree densamente popolate della Striscia di Gaza per posizionarsi “a una distanza massima di 700 metri dalla linea di confine” e che nuovi punti di controllo saranno istituiti a non più di 400 metri dalla linea di confine concordata”. Tali movimenti, specifica il testo, saranno regolati dalle mappe condivise tra le due parti.
Il capitolo sullo scambio di prigionieri prevede che nella prima fase siano rilasciati 33 ostaggi israeliani in cambio di 110 prigionieri palestinesi. Inoltre, verranno liberati 1.000 detenuti palestinesi arrestati nella Striscia di Gaza dopo l’8 ottobre 2023, a condizione che non abbiano partecipato direttamente alle ostilità. L’articolo specifica che ulteriori rilascio riguarderanno anche tre detenuti palestinesi condannati a lunghe pene, inclusi nei 50 nominativi della lista concordata.
Un punto fondamentale riguarda l’apertura del valico di Rafah per l’assistenza umanitaria. “Il valico sarà predisposto per accogliere feriti e malati palestinesi e consentirà il trasferimento di pazienti in Egitto sette giorni dopo l’avvio della prima fase,” riporta il documento. Per quanto riguarda i rifugiati, l’articolo 7 stabilisce che “sarà consentito il ritorno degli sfollati nelle loro case, principalmente nelle aree settentrionali della Striscia di Gaza”.
Tuttavia, il rientro sarà subordinato a rigorose ispezioni per garantire che non vengano riportate armi. Il testo prevede anche controlli sui veicoli e l’autorizzazione al transito sotto la supervisione dei mediatori internazionali. L’accordo prevede che “tutte le operazioni umanitarie saranno condotte sotto la supervisione internazionale, in conformità con gli accordi raggiunti tra le parti”.
Questa clausola intende garantire il flusso regolare degli aiuti, compresi cibo, acqua e forniture mediche. Infine, il documento stabilisce che entro 50 giorni dall’inizio dell’accordo, le forze israeliane completeranno il loro ritiro dal “Corridoio Filadelfia,” l’area al confine tra Gaza ed Egitto.
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Qui di seguito il testo integrale dell’accordo di tregua su Gaza
Procedure pratiche e meccanismi per l’attuazione dell’Accordo per lo scambio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi e il ritorno a una calma sostenibile che consenta di raggiungere un cessate il fuoco permanente tra le due parti
1. Preparazione della seconda fase:
L’obiettivo delle parti e dei mediatori è quello di raggiungere un consenso finale per attuare l’Accordo del 27 maggio 2024 sullo scambio di ostaggi e prigionieri e tornare a una calma sostenibile che garantisca un cessate il fuoco permanente tra le Parti.
Tutte le procedure della prima fase proseguiranno nella fase 2 fintantoché saranno in corso i negoziati sulle condizioni di attuazione della fase 2 e i garanti del presente accordo si adopereranno per garantire che i negoziati continuino fino al raggiungimento di un accordo.
2. Ritiro delle forze israeliane:
Ritiro delle forze israeliane verso est dalle aree densamente popolate lungo i confini della Striscia di Gaza, tra cui Wadi Gaza (asse Netzarim e rotonda del Kuwait).
Le forze israeliane saranno dispiegate in un perimetro di 700 metri con l’eccezione di 5 punti localizzati da aumentare non più di (400) metri aggiuntivi che la parte israeliana determinerà, a sud e a ovest del confine, e sulla base delle mappe concordate da entrambe le parti che accompagnano l’accordo.
3. Scambio di prigionieri:
un. I 9 malati e feriti della lista dei 33 saranno rilasciati in cambio del rilascio di 110 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo.
b. Israele rilascerà 1000 detenuti di Gaza a partire dall’8 ottobre 2023 che non erano coinvolti il 7 ottobre 2023
c. Gli anziani (uomini sopra i 50 anni) della lista dei 33 saranno rilasciati in cambio di una chiave di scambio di 1:3 ergastoli + 1:27 altre condanne.
d. Ebra Mangesto e Hesham el-Sayed – saranno rilasciati secondo una chiave di scambio di 1:30, così come 47 prigionieri Shalit.
e. Un certo numero di prigionieri palestinesi saranno rilasciati all’estero o a Gaza sulla base di elenchi concordati tra le due parti.
4. Corridoio Philadelphi:
un. La parte israeliana ridurrà gradualmente le forze nell’area del corridoio durante la fase 1 sulla base delle mappe di accompagnamento e dell’accordo tra le due parti.
b. Dopo l’ultimo rilascio di ostaggi della prima fase, il giorno 42, le forze israeliane inizieranno il loro ritiro e lo completeranno entro e non oltre il giorno 50.
5. Passaggio di frontiera di Rafah:
un. Il valico di Rafah sarà pronto per il trasferimento dei civili e dei feriti dopo il rilascio di tutte le donne (civili e soldati). Israele lavorerà per essere pronto al valico non appena l’accordo sarà firmato.
b. Le forze israeliane si ridistribuiranno intorno al valico di Rafah secondo le mappe allegate.
c. 50 militari feriti saranno autorizzati ad attraversare ogni giorno accompagnati da (3) individui. Ogni singolo attraversamento richiederà l’approvazione israeliana ed egiziana.
d. Il valico sarà operato sulla base delle discussioni dell’agosto 2024 con l’Egitto.
6. Uscita di civili malati e feriti:
un. Tutti i civili palestinesi malati e feriti potranno attraversare il valico di Rafah, secondo la sezione 12 dell’accordo del 27 maggio 2024.
7. Ritorno degli sfollati interni disarmati (Corridoio Netzarim):
un. La dichiarazione è concordata sulla base dell’accordo del 27 maggio 2024, sezioni 3-a e 3-b.
b. Il giorno 7, i pedoni sfollati all’interno del paese saranno autorizzati a tornare a nord, senza portare armi e senza ispezione attraverso Rashid street. Il giorno 22, saranno autorizzati a tornare a nord anche da via Salahudin, senza ispezione.
C. Il giorno 7, i veicoli e qualsiasi traffico non pedonale saranno autorizzati a tornare a nord del corridoio di Netzarim dopo l’ispezione del veicolo che sarà eseguita da una società privata che sarà determinata dai mediatori in sincronia con la parte israeliana, sulla base di un meccanismo concordato.
8. Protocollo sugli aiuti umanitari:
Le procedure di aiuto umanitario previste dall’accordo saranno espletate nel rispetto del protocollo umanitario concordato sotto la supervisione dei mediatori.
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Mara
Forse mi sbaglio ma a leggere quest’accordo sembrerebbe che il territorio di Gaza si sia ulteriormente ridotto rispetto ai confini in vigore prima del 7 ottobre 2023.
Andrea Vannini
Con la massima speranza per il popolo palestinese che la tregua si concretizzi e la massima sfiducia nei fascisti sionisti. Augurarsi una guerra non é mai bello ma la migliore garanzia per la tregua a GAZA sarebbe una guerra in Siria fra i fascisti israeliani e i turchi.
Giovanni Scavazza
Non ci sara’ mai nessuna pace, ne’ in Medio Oriente finche’ continuera’ ad esistere il cancro del 51.mo Stato degli Usa, e ne’ in Ukraina finche’ ci sara’ la regoa guerrafondaia della Nato e la torta ghiotta della ricostruzione alla quale tutti i Paesi UE-Nato e gli Usa ambiscono avere una fetta.
[La pace nel mondo sara’ una chimera adesso che comincera’ l’era Trump].
Prosit. 🥂
carlo
Infatti la pace serve solo a preparare la guerra.